Utente:Bene99bartoli/Sandbox

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Polo delle scienze sociali: a destra dormitorio degli studenti, a sinistra edificio D6 (Economia), D5 (Scienze Politiche), in fondo a sinistra edificio D4 (Giurisprudenza).

Il Polo Universitario delle Scienze Sociali, situato nel quartiere di Novoli a Firenze, è il centro di servizi e supporto per la didattica delle Scuole di Economia, Giurisprudenza e Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Firenze.

È inoltre la sede per la ricerca universitaria di undici Dipartimenti e 8 Centri.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

È stato costituito nel 2002.

I sette edifici ospitano le presidenze delle tre Facoltà, i locali per i servizi didattici (le aule e gli auditorium, le sale di lettura per gli studenti, gli studi dei docenti, i laboratori ecc..), i Dipartimenti, il Servizio Informatico di Polo, gli uffici di Polo, la Biblioteca.

Il grande edificio adibito a Biblioteca riunisce l'intero patrimonio librario delle tre Biblioteche di Facoltà e dei Dipartimenti ad esse afferenti, permettendone così una utilizzazione e consultazione senz'altro più funzionale e proficua sia per lo studio che per la ricerca.

Biblioteca[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto architettonico della nuova biblioteca nasce negli anni Ottanta. Fino a poco tempo prima nessuno pensava che l’area sarebbe divenuta il centro di riferimento per le Scienze sociali a livello universitario, cittadino e sociale dato che agli inizi del secolo scorso l’area di Novoli, era ancora campagna. E anche nel primo dopoguerra niente faceva pensare al suo attuale sviluppo poiché allora la Fiat progettava di costruire nell’area il suo settore di aviazione da come si evince nella memoria dei nomi cui sono stati dedicati i viali che cingono questa grande area: Forlanini, inventore dell’elicottero e Guidoni cui si deve il primo prototipo di paracadute12. Della antica destinazione dell’area resta traccia anche nella ampiezza e lunghezza del viale Guidoni che doveva consentire di portare gli aerei al vicino aeroporto di Peretola e che oggi invece consente una visione aperta sulle nuove architetture del campus anche se non sulla biblioteca che ,essendo per la sua monumentalità e imponenza la madre di tutti gli edifici, li cinge nella parte finale quasi simbolo di una rivincita sulla vecchia frammentazione che celava nelle molte sedi un grande patrimonio di libri e riviste, circa 800.000 volumi, ora distribuiti su 16 km di scaffali progettati per loro e per quelli che verranno nei prossimi 15/20 anni.

La Biblioteca di Scienze sociali, istituita nel 1999 e originariamente composta da 7 biblioteche, dal 9 febbraio 2004 ha inaugurato la sede unica all'interno del campus di Novoli. La struttura serve le aree di economia, diritto, sociologia e politica. La biblioteca ospita altresì l' Emeroteca di Ateneo e il Centro di Documentazione Europea (CDE), istituito nel 1993 grazie ad una convenzione stipulata tra l'Università di Firenze e la Commissione Europea; la cui finalità è far conoscere le politiche e le problematiche UE al mondo accademico, mettendo a disposizione di docenti e studenti le principali fonti informative comunitarie. Fanno inoltre parte del patrimonio del CDE i documenti COM e SEC, i pareri del Comitato delle Regioni, i pareri del Comitato Economico e Sociale. Presso la Biblioteca di Scienze sociali è possibile inoltre consultare la serie completa della Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea e gli atti della Corte di Giustizia delle Comunità Europee.

A livello organizzativo, essa offre circa 1000 postazioni di studio ed è dotata di sale speciali e di un’aula attrezzata utilizzata per la formazione alla ricerca. La biblioteca organizza visite guidate e promuove eventi e progetti d’ambito formativo, culturale e sociale in collaborazione con altre istituzioni.

I grandi dipinti che arredano la Biblioteca, lenzuoli in senso proprio, sono opera degli autori de l'atelier La Tinaia, un centro nato nel 1975 all'interno dell'Ospedale psichiatrico fiorentino di San Salvi che si propone come esempio di comunità terapeutica in cui l'arte è praticata liberamente e quotidianamente da un gruppo di malati.

Il progetto e la realizzazione delle architetture del campus sono opera dello Studio Natalini Architetti. I 19 metri in due volumi rendono accessibile al pubblico nella zona a scaffale aperto due zone per piano, quella a pavimento e quella a soppalco. Sono sedici km di scaffale aperto, direttamente accessibile dall’utente. Il progetto architettonico ripete un modulo sposato a livello di sistema bibliotecario che ha individuato un percorso sequenziale di spazi e relative funzioni-servizi che sommariamente può essere così sintetizzato: Area d’ingresso ad accesso pubblico, Area ad accesso pubblico controllato, Spazi per la collezione ad accesso libero, Area chiusa al pubblico.

Dalla preliminare riflessione sugli spazi e le funzioni era emersa la decisione di individuare nello scaffale aperto due macro-settori di riferimento intorno ai quali organizzare servizi e raccolte all’interno della biblioteca, uno riservato alle esigenze e ai materiali per la didattica, l’altro dedicato alla ricerca: da quella finalizzata alla elaborazione della tesi di laurea, fino alla ricerca avanzata. Nel settore di primo accesso dedicato alla didattica hanno trovato posto tutti i volumi adottati nel programma d’esame dei corsi delle Facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze politiche. Oltre ai libri in programma d’esame, è parso fin da subito che potessero costituire un utile ausilio alla didattica, tutti quei testi a questo scopo esplicitamente consigliati dai docenti, insieme alla manualistica o trattatistica di riferimento utilizzata dagli studenti per approfondire o integrare i libri di testo; od inoltre apparati di consultazione normalmente utilizzati per ricerche di base. Per quanto riguarda il settore della ricerca la prima scelta ha riguardato la suddivisione per tipologie di materiali: monografie e riviste.

Per l’apertura dei punti di servizio interni alla biblioteca fu deciso di seguire le seguenti fasi: Definizione e organizzazione dei punti di erogazione di servizio; Definizione dei criteri previsti per la turnazione dei bibliotecari nelle varie zone di erogazione dei servizi, Apertura graduale dei servizi; Valutazione e calcolo del fabbisogno.

2.1 Definizione e organizzazione dei punti di erogazione di servizio: Fu deciso di centralizzare al piano terra lo svolgimento delle transazioni di prestito e di ogni altra attività comprendente il passaggio di materiali o di moduli e di decentrare invece le attività di informazione e assistenza.

2.2 Definizione dei criteri previsti per la turnazione dei bibliotecari nelle varie zone di erogazione dei servizi: Il problema che si poneva era trovare un equilibrio quantitativo tra punti di erogazione aperti e risorse umane disponibili. Si voleva infatti evitare il rischio che una moltiplicazione dei diversi punti di erogazione vanificasse i vantaggi della centralizzazione della biblioteca e che un’atomizzazione dei servizi creasse difficoltà alla copertura e alla sostituzione d’emergenza degli addetti.

2.3 Apertura graduale dei servizi: Soprattutto nella prima fase dell’apertura, il servizio degli operatori ai piani si esplicava principalmente nell’orientamento topografico e nelle operazioni di reshelving: riassegnazione delle scaffalature. Il bancone del piano terra ha retto nei primi tempi l’impatto maggiore con il pubblico, venendo su di esso a convergere ogni sorta di richiesta data la sua posizione all’ ingresso. In un secondo momento si è passati a razionalizzare l’organizzazione attraverso l’uniformazione delle procedure. Raccolte le procedure dei vecchi punti di servizio, si è passati a una selezione/omogeneizzazione adattando le indicazioni alla nuova realtà ambientale: La predisposizione degli strumenti necessari, la modulistica cartacea (richiesta consultazione lettura/prestito per documenti del magazzino, registrazione consultazione microfilm) e la raccolta organica delle procedure per l’erogazione del servizio al pubblico.

2.4 Valutazione e calcolo del fabbisogno: L’allestimento di un sistema di monitoraggio dei servizi fu subito giudicato uno strumento essenziale. Nei fatti l’unica operazione attivata ha riguardato il carico di lavoro relativo al reshelving dei materiali a scaffale aperto. Questo elemento si è imposto come prioritario data la sua capacità di condizionare l’intero flusso di lavoro.

La BSS è divenuta nel tempo un punto forte di riferimento per i servizi bibliotecari, all’interno e all’esterno del Sistema bibliotecario, un elemento di collante tra più organismi primo fra tutti quello in cui essa fisicamente risiede e a cui offre prevalentemente i propri servizi ovvero il polo delle Scienze sociali. Ma non solo, la BSS è anche una struttura di forte attrazione per analoghe realtà in ambito territoriale nazionale e internazionale in un complesso tessuto di relazioni tese a favorire al massimo la fruizione della documentazione, obbiettivo che sta alla base della funzione stessa della biblioteca.

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[1][2][modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gianni Galeota, Traslocare, riaggregare, rifondare, Firenze University Press, 2006, ISBN 88-8453-463-1. URL consultato il 28 settembre 2020.
  2. ^ Galeota, Gianni., Traslocare, riaggregare, rifondare : il caso della Biblioteca di scienze sociali dell'Università di Firenze, Firenze University Press, 2006, ISBN 88-8453-463-1, OCLC 629325831. URL consultato il 28 settembre 2020.