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La Galleria della Martana, conosciuta anche come "rifugio antiaereo della Martana", è un complesso sotterraneo costruito come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale a Massa (Italia).
La Galleria della Martana è il rifugio più grande della città ed è capace di ospitare migliaia di persone. Venne costruito dal 1942 al 1943; l'ingresso principale si trova in Via Bigini, nel centro storico della città.
Luogo | Massa Carrara (via Bigini), Italia |
Anno creazione | 1942-1943 |
Contesto | Seconda guerra mondiale |
Tipologia | Rifugio sotterraneo |
Struttura o lunghezza della galleria | 450 metri circa |
Progetti | Un percorso europeo sui sentieri della memoria |
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Il rifugio antiaereo della Martana, conosciuto come Galleria della Martana, è per l'appunto una galleria scavata nella roccia, più precisamente nella collina di San Giorgio. La galleria è lunga all'incirca 450 metri, è dotata di tre ingressi e sulla volta ci sono aperture artificiali che servivano come camini di areazione per garantire un ricambio di aria costante. La struttura, inoltre, dispone di corridoi, stanze e servizi essenziali per mantenere al sicuro e confortevoli fli occupanti durante gli attacchi.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il complesso venne scavato nel giro di pochi mesi, tra il 1942 e il 1943, da minatori veneti provenienti da Belluno.
Nel settembre del 1944 venne emanato un ordine di sfollamento ai cittadini di Massa dal comando tedesco e il rifugio venne occupato dalle truppe dei nazisti.
Con il termine della guerra il rifugio restò chiuso per circa sessant'anni e venne riaperto nel 2006 per fini culturali e didattici. La struttura, nel complesso, non è stata modificata: le uniche modifiche fatte riguardano l'impianto elettrico e l'aggiunta di immagini che ritraggono la città durante la guerra, le quali ci permettono di comprendere lo stato d'animo in cui viveva la popolazione durante gli allarmi aerei.
Struttura della Galleria[modifica | modifica wikitesto]
Per quanto riguarda la struttura quindi:
- la galleria ha tre ingressi; quello principale è situato sul lato della collina in cui è stata scavata;
- all'interno della struttura sono presenti corridoi principali che si estendono lungo la lunghezza della galleria e collegano le varie parti, dando accesso a tutte le aree;
- lungo i corridoi sono ancora ben identificabili stanze e compartimenti, che la popolazione civile avrebbe potuto utilizzare per dormire, mangiare o svolgere attività durante gli attacchi aerei;
- sono presenti servizi igenici, come bagni e lavandini, per soddisfare le esigenze delle persone che vi si rifugiavano per periodi piuttosto lunghi;
- il rifugio è dotato di sistemi di ventilazione e illuminazione (che negli anni non sono cambiati) che avrebbero contribuito a mantenere l'aria fresca e pulita e la visibilità all'interno della struttura;
- inoltre, per garantire sicurezza alle persone che occupavano il rifugio, presenta diverse uscite di emergenza posizionate in punti strategici: o lungo i corridoi o all'estremità della struttura.
Contesto[modifica | modifica wikitesto]
Massa venne bombardata per circa un anno, a partire dalla primavera del 1944 fino al 10 aprile 1945, giorno della liberazione della città.[1]
Il primo bombardamento ci fu il 6 aprile 1944 e aveva come scopo quello di creare più danno possibile: i bombardieri alleati miravano a copire i siti produttivi, che erano impegnati nel sostegno bellico germanico, e a interrompere le vie di comunicazioni stradali e ferroviarie per rallentare il fronte. Il secondo bombardamento è datato 27 maggio.
La Linea Gotica era un ostacolo difficile da battere anche perchè la strategia alleata aveva fissato altre priorità per gli ultimi mesi di guerra: l'Europa settentrionale.
Il fronte, che si trovava in Versilia, risultava essere molto vicino alla città di Massa, tanto che il 2 settembre (mese in cui Lucca e Viareggio vennero liberate) il comando germanico diede l'ordine di sfollamento. A seguito di ciò, a distanza di due settimane il centro città si svuotò e molti enti importanti della città vennero spostati altrove: a Podenzana vennero mandati il vescovo Terzi e la Curia, mentre a Pontremoli vennero spostate l'Amministrazione Provinciale, la Prefettura e la Questura. [2]
Allestimento attuale[modifica | modifica wikitesto]
All'interno della struttura si possono vedere, appesi alle pareti, diversi cartelloni denominati "I sentieri della Memoria" e che sono il risultato di un progetto che si chiama "Un percorso europeo sui sentieri della memoria", il quale è stato realizzato dal Comune della città per valorizzare i luoghi legati alla Seconda Guerra Mondiale.
I sentieri della Memoria[modifica | modifica wikitesto]
I cartelloni fissati nelle pareti della Galleria della Martana e in giro per la città segnano un itinerario che va dal mare alla montagna e riportano i luoghi, i protagonisti, il contesto storico, il movimento partigiano e le tappe fondamentali di questi due anni. [3]
Luoghi:
- Carcere Malaspina
- La via del Sale 1
- La via del sale 2
- La via della libertà
- Liberazione della città: 10 aprile 1945
- Linea Gotica
- Parco della Resistenza - Monte Brugiana
- Strage del 10 settembre 1944
- Strage delle fosse del Frigido
- Strage di Forno
- Strage di Guadine
Protagonisti:
- Aldo Salvetti
- Andrea Marchini
- Arnaldo Pegollo
- Giuseppe Minuto
- Marcello Garosi
- Maresciallo Ciro Siciliano - Don Vittorio Tonarelli
- Mario Paolini
- Piero Calamandrei
Contesto storico:
- Bombardamenti a Massa
- Guerra e civili
- Guerre mondiali
- Elenco morti per bombardamento o mitragliamento aereo
Movimento Partigiano:
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Per la Galleria della Martana e la sua struttura:
- https://www.itstuscany.com/it/il-rifugio-antiaereo-della-martana-di-massa/
- https://www.toscananovecento.it/custom_type/ram-rifugio-antiaereo-della-martana-massa-carrara/
Per il contesto storico:
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Contesto storico in cui è stata costruita la Galleria della Martana, su resistenzatoscana.org. URL consultato il 17 aprile 2024.
- ^ Bombardamenti principali che colpirono la città di Massa, su ilcorriereapuano.it. URL consultato il 24 aprile 2024.
- ^ Progetto "I sentieri della memoria", su memoria.comune.massa.ms.it. URL consultato il 3 maggio 2024.