Utente:Antonella Benny/Sandbox

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Figlio di C. Scribonio Curione (console nel 76 a. C), egli nacque verso l’84 a.C. e morì intorno al 49 a.C. Egli apparteneva alla generazione dei barbatuli iuvenes[1]. Nel 61 a. C., egli difese Clodio a proposito dello scandalo della Bona Dea. [2]Nel 59 a.C. Curione diviene avversario dei triumviri. [3]

Curione e il suo rapporto con Cicerone[modifica | modifica wikitesto]

Amato e stimato per la sua arte oratoria, [4]strinse un solido rapporto epistolare con Cicerone. Le prime lettere,[5] di cui abbiamo testimonianza, risalgono probabilmente all’anno 53 a.C., quando Curione era proquestore in Asia del governatore Gaio Claudio Pulcro, oppure al 54 a.C. quando egli vi era questore. Tuttavia, il legame che gli unisce, nasce plausibilmente molti anni prima.[6] Numerosi sono infatti i passaggi dell’epistolario in cui Cicerone sottolinea che il suo amico non avrebbe mai raggiunto i suoi successi e gli onori, se al tempo della sua gioventù non gli avesse dato ascolto. A Roma è un periodo di profonda crisi. All’inizio del 53 a.C., infatti, non vi erano consoli; solo nel mese di luglio verranno eletti. Per tale ragione, il saggio Cicerone si mostra lieto che Curione non si trovi a Roma ad assistere a tale situazione. Egli scrive: «Qui ogni cosa è in rovina, anzi quasi franata a terra».[7] Secondo Cicerone, l’unico in grado di ristabilirvi l’ordine, ponendo fine alla prepotenze di Clodio, era Milone. [8]La ragione di alcune lettere era proprio collegata a tale intento. Dato il prestigio di Curione, Cicerone tenta di ottenere il suo appoggio. «Tu puoi dare un aiuto tale che non avremmo più bisogno di cercarne altro». [9]

Curione e le sue cariche[modifica | modifica wikitesto]

Sempre nel 53 a.C. Curione fece costruire un anfiteatro provvisorio a Roma, dove vi celebrò giochi in onore del suo defunto padre. Secondo Plinio, si tratterebbe di due teatri in legno, l’uno indipendente dall’altro. Questi, essendo orientabili, potevano essere congiunti in modo tale da trasformarsi in un anfiteatro. [10]Proprio in virtù di tale celebrazione, Curione avrebbe ricevuto alcune pantere dall’Asia, che decise di inviare successivamente a Celio.[11] Nel 52 a.C., egli sposò Fulvia, vedova di Publio Clodio Pulcro, nonché nipote di Gaio Gracco.[12] Come apprendiamo dallo stesso Cicerone, nell’anno del 51 a.C., Curione viene nominato tribuno della plebe. Probabilmente, facendo riferimento ad Antonio e Cesare, con i quali appare già schierato, egli lo esorta a non lasciarsi influenzare e dunque seguire il suo istinto. Curione si era proposto per il tribunato in quanto nell’estate del 51 a.C. era rimasto un posto vacante a causa della condanna di Servo. In realtà, egli aspirava a entrare nel collegio dei pontefici a cui aveva appartenuto suo padre. [13] A seguito del suo inserimento nel collegio sacerdotale, non tardarono a sopraggiungere i primi problemi. [14] L’anno romano era composto da 355 giorni; per questa ragione ogni due anni, dopo il 23 febbraio veniva aggiunto un mese intercalare di 23 o 24 giorni. L’anno del 51 a.C. non era stato intercalare, per cui Curione essendo membro del collegio sacerdotale dei pontefici, propose di inserire il mese intercalare. Secondo Celio, tale proposta è da interpretarsi come un atto in favore di Cesare. Si sarebbe di fatto ritardato il dibattito sulle province consolari previsto per il 1°marzo. A causa del rifiuto dei pontefici, ci sarebbe la causa del passaggio di Curione ai popolari. «Con una grande giravolta, è passato al popolo». [15]Sempre in quest’anno, Curione presentò una legge viaria, simile a quella del tribuno Publio Servillo Rullo.[16]

Curione sostenitore di Cesare[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i suoi contemporanei, [17]una volta divenuto sostenitore di Giulio Cesare, furono pagati tutti i suoi debiti. Curione decise di sostenerlo fino al termine del mandato. Il suo appoggio fu ben presto dimostrato. L’incarico di Cesare presso le province era ormai giunto al termine, Curione proponeva che anche Pompeo, come Cesare, abbandonasse l’esercito e le province. In molti si opposero in quanto per Pompeo non era ancora giunta la scadenza, al contrario di Cesare. [18]Curione raggiunse Cesare presso Ravenna. Egli era certo che Cesare avrebbe mosso il suo esercito verso Roma. Quest’ultimo consegnò una lettera a Curione in cui richiedeva due sole legioni e l’Illirico con la Gallia Cisalpina, solo così Cesare avrebbe lasciato il suo esercito e le province. L’ultimatum fu presentato da Curione il 1° gennaio del 40 a.C. ai due nuovi consoli. [19] Nel mese di marzo, Curione ricevette da Cesare il compito di governare la Sicilia. L’Africa era governata per conto di Pompeo, da Attio Varo e da Giuba re dei Numidi. Per ordine di Cesare, Curione mosse contro di loro due legioni, delle quattro ricevute, dodici navi da guerra e parecchie da trasporto. [20] Curione mandò innanzi il questore Marcio Rufo a Utica; egli vi si diresse con l’esercito e giunse al fiume Bagrada dopo una marcia di due giorni. [21]Curione dopo aver esplorato il territorio, scorse il campo di Varo nei pressi della porta detta Belica. I nemici, per il terrore della guerra improvvisa, portarono con sé numerosi beni. Curione decise di inviare numerosi cavalieri per saccheggiare il bottino. Attio Varo, in difesa delle carovane inviò dalla città seicento cavalieri numidi e quattrocento soldati che il re Giuba aveva inviato ad Utica. Quest’ultimo nutriva un profondo rancore nei confronti di Curione, in quanto questi aveva proposto la legge di incorporare alla provincia d’Africa il regno di Giuba. Si realizzò un duro scontro contro i Numidi che non poterono resistere all’assalto. Curione e il suo esercito fecero ritorno presso il fiume Bagrada, dove fu acclamato come comandante supremo. Gli scontri proseguirono e il suo debole esercito fu completamente decimato. Curione vi trovò la morte. La sua testa, troncata dal corpo, fu portata a Giuba. [22]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Brill’s New Pauly: encyclopaedia of the ancient world. Antiquity, Vol. 4, Hubert Cancik, Helmuth Schneider, Boston, 2004.
  2. ^ Cicerone, Epistulae ad Atticum, I,14,5
  3. ^ Cicerone, Epistulae ad Atticum, II,18,1
  4. ^ Appiano, Bellum Civilae, II,26,100.
  5. ^ Cicerone, Epistulae ad familiares, II,1,2.
  6. ^ Si ricorda che Cicerone aveva 53 anni.
  7. ^ Cicerone, Epistulae ad familiares, II,2,1.
  8. ^ Tito Annio Milone fermo oppositore di Clodio, sostenitore degli ottimati.
  9. ^ Cicerone, Epistulae ad familiares, II,2,1.
  10. ^ Plinio, Naturalis Historia, 36,116-120.
  11. ^ Cicerone, Epistulae ad familiares, VIII,9,3.
  12. ^ Cassio Dione, Storia romana, L,2,5.
  13. ^ Cassio Dione, Storia romana, XL,62,1.
  14. ^ Cicerone, Epistulae ad familiares, VIII,6,5.
  15. ^ Cicerone, Epistulae ad familiares, VIII,6,5.
  16. ^ Il riferimento riguarda la legge agraria avanzata nel dicembre del 64 a. C.
  17. ^ Appiano, Bellum Civilae, 26,101.
  18. ^ Il console Claudio Marcello propose di inviare nelle province i magistrati che dovevano succedere a Cesare nel governo, poiché il suo incarico era scaduto.
  19. ^ Si tratta di C. Claudio Marcello e L. Cornelio Lentulo Crus, eletti in quanto sostenitori di Pompeo e avversari di Cesare.
  20. ^ Cesare, De Bello Civili, II 23-26.
  21. ^ Plutarco, Vite parallele, Pompeius, II 24,1
  22. ^ Appiano, Bellum Civilae, II 44,187.

Fonti antiche[modifica | modifica wikitesto]

Appiano, Bellum civilae. Cesare, De Bello Civili. Cicerone, Epistulae ad Atticum. Cicerone, Epistulae ad familiares. Dione Cassio, Storia romana. Plinio, Naturalis Historia. Plutarco, Vite parallele, Pompeius.

Bibliografia moderna[modifica | modifica wikitesto]

Carsana C, Commento al libro II delle Guerre Civili di Appiano, ETS, 2007 Narducci E, Cicero, Marcus Tullius, BUR, Milano, 2010. Pani M, Todisco E, Storia romana dalle origini alla Tarda antichità, Roma Carocci 2008. Pani M, Todisco E, Società e istituzioni di Roma antica, Roma, Carocci 2005. Brill’s New Pauly: encyclopaedia of the ancient world. Antiquity, Vol. 4, Hubert Cancik, Helmuth Schneider, Boston, 2004. The Cambridge ancient history. The Augustan empire, S.A Cook, F.E Adcock, M.P Charlesworth,1982.