Utente:AleGira13/Sandbox

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Gli ampliamenti di Torino barocca

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Nel 1563 Emanuele Filiberto di Savoia spostò la capitale del ducato da Chambery a Torino. La città, fino ad allora racchiusa all'interno del castrum romano, iniziò a subire dei notevoli cambiamenti architettonici e urbanistici per il volere del duca e dei suoi successori affinché essa fosse maggiormente difendibile e paragonabile alle grandi capitali dell'epoca.

L’attività edilizia fu inizialmente in mano agli architetti Ascanio Vittozzi, Carlo di Castellamonte e suo figlio Amedeo e poi in seguito a Guarino Guarini, Filippo Juvarra, Benedetto Alfieri e Bernardo Antonio Vittone.


Primo ampliamento

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Pianta del primo ampliamento di Torino iniziato nel 1620

Il duca Carlo Emanuele I, dopo essersi occupato principalmente di accrescere il livello culturale della città, chiamando a corte letterati quali Torquato Tasso e Giovan Battista Marino, nel 1620 diede il via ai lavori per il primo ampliamento della città. Questo ampliamento prevedeva lo sviluppo della cosiddetta "Città Nuova", ovvero una citta moderna e sontuosa. Il piano, redatto dall'architetto Ercole Negro di Sanfront, si divideva in due diversi fasi: la prima consisteva nel rifacimento di alcuni dei più importanti luoghi della città, la seconda nella sua espansione verso sud. I lavori affidati inizialmente ad Ascanio Vittozzi e dopo la sua morte passarono nelle mani di Carlo di Castellamonte.

Piazza San Carlo a Torino

Ascanio Vittozzi si occupò esclusivamente del rifacimento e la sistemazione dell'attuale piazza Castello, allora la principale piazza cittadina, attorno alla quale si dovevano sviluppare i nuovi quartieri cittadini. Carlo di Castellamonte invece diede origine a una delle più importanti vie dell'attuale centro cittadino: via Roma, all'epoca via Nuova, che va dal palazzo del duca verso la sua residenza estiva al parco del Valentino. Attorno ad essa si sviluppò un sistema di vie parallele e perpendicolari ad essa: questo schema a scacchiera riprendeva lo schema del castrum romano e caratterizzò tutte le seguenti espansioni.

Lungo questa stessa via nacque, sempre per mano di Carlo di Castellamonte, la piazza Reale, ad oggi piazza San Carlo, seguendo lo stile dell'epoca della place royale. Questa piazza all'epoca era adibita ai mercanti e agli artigiani e rappresentava il centro nevralgico del commercio cittadino. Piazza san Carlo ha una pianta rettangolare con i due lati lunghi, che misurano 168 metri, paralleli a via Roma mentre i lati corti perpendicolari ad essa sono lunghi 76 metri. Sul lato settentrionale si presentano due palazzi uno a destra e l'altro a sinistra di via Roma entrambi di tre piani e caratterizzati da un' evidente bicromia : pian terreno bianco e i due piani superiori marroni per quello a sinistra ( guardando in direzione di piazza Castello ), porticato grigio scuro e due piani superiori gialli per quello a destra. I due lati maggiori invece sono simbolo della piazza e dello stile del barocco : un unico palazzo per lato formato da tre piani e alla base del quale si trova un ampio porticato formato da archi a tutto sesto. Le facciate sono bianche, ad esclusione delle lesene, che le scandiscono orizzontalmente, e ... che dividono i tre piani che sono di color giallo. Ampiamente decorate, le facciate, danno alla piazza l'eleganza e lo sfarzo tipico dello stile barocco. Sul lato sud, Carlo di Castellamonte avviò la costruzione di due chiese simili tra loro: san Carlo e santa Cristina. La prima completata nel 1619, mentre la seconda nel 1715 da Juvarra. La scelta di inserire nella piazza due chiese seguiva lo schema di piazza Del Popolo a Roma.

La via Nuova si fermava all'epoca alla porta meridionale della città, detta Porta Nuova ( corrispondente all'attuale omonima stazione ferroviaria ).

Secondo ampliamento

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Pianta del secondo ampliamento di Torino iniziato nel 1673
Via Po a Torino

Nel 1673 iniziarono i lavori per il secondo ampliamento sotto il ducato Carlo Emanuele II. Essi si concentrarono nell'area del Po, per avere una migliore difesa del ponte sul fiume, e gli architetti Amedeo di Castellamonte, Pietro Arduzzi e Maurizio Valperga sviluppando la cosiddetta "Città Nuova del Po" seguendo lo schema a scacchiera delle espansioni precedenti.

L'asse principale su cui si basavano i lavori del Castellamonte è l'attuale via Po. Essa seguiva centralmente il castello e guardava verso un piccolo ponte sul Po. Sebbene conservasse perfettamente l’architettura, presentando le facciate della stessa altezza ed uniformi a quelle pensate per piazza Reale, rappresentò un'innovazione urbanistica per la città di Torino per due motivi. Il primo fu l'inedita direzione obliqua della via mentre il secondo fu la sua inusuale ampiezza. Fu progettata con proporzioni straordinarie rispetto alle strade dell'epoca: la larghezza della carreggiata, di 18 metri, è uguale all'altezza delle facciate dei palazzi definendo una sezione quadrata. Il disegno delle facciate riprende in tono più rigido quello di piazza San Carlo, con meno decorazioni e pieni e vuoti più frequenti. Percorrendola da Piazza Castello verso Piazza Vittorio Veneto, si può notare come il lato sinistro presenti portici che non subiscono alcuna interruzione in prossimità degli incroci con le vie perpendicolari a via Po, a differenza del lato destro. I portici nacquero da un’esigenza pratica: Vittorio Emanuele I, nel 1819, diede ordine a Ferdinando Bonsignore di costruire i cosiddetti terrazzi di allacciamento. Il Re non voleva bagnarsi nei giorni di pioggia né portarsi dietro l’ombrello, ma ci teneva alla sua passeggiata. I Re passeggiavano per la via sul lato sinistro (dando le spalle a piazza Castello). Il lato destro era quello percorso dal popolo.

Teatro Carignano a Torino

Così come per il primo ampliamento, fu realizzata un'imponente piazza che desse sfarzo alla città, l'attuale Piazza Carlina. Essa prende il nome di piazza Carlo Emanuele e fu costruita a pianta quadrangolare per semplificare la progettazione degli edifici adiacenti e per una ragione estetica.

Le costruzioni che risalgono al XVII secolo mostrano l’influenza e lo stile del Castelmonte e del Vittozzi, caratterizzato da uniformità è proporzioni perfette.

Terzo ampliamento

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Pianta del terzo ampliamento di Torino iniziato nel 1717

Il terzo ampliamento inizia nel 1717. Nell'ordine la residenza dei duchi dei Savoia mutò nell'attuale palazzo reale e piazza Castello venne integrata con l'edificazione di nuovi palazzi nella prospettiva di creare al suo interno il focolaio politico. Nel 1740 venne poi inaugurato il Teatro Regio progettato da Carlo di Castellamonte e costruito da Benedetto Alfieri.

Piazza Castello a Torino

L'accrescimento degli abitanti all'interno della città sabauda costrinse ad un conseguente aumento dell'altezza dei palazzi che arrivarono a comprendere fino a sei piani. La città fu organizzata e suddivisa in quattro quartieri, al tempo essi erano Vanchiglia, Cittadella, Via Nuova-San Salvario e Porta Palazzo, dipartiti a loro volta in 60 cantoni e 119 isole.

Successivamente nel 1752 furono terminati i giardini Reali e fu realizzato il teatro Carignano che poi a causa di un incendio del 1786 fu ristrutturato nella forma in cui lo troviamo tutt’ora. Nel 1777 fu poi significativa l’apertura del cimitero di San Pietro in Vincoli, che fu il primo fuori dalle mura e che diede inizio alle sepolture all’esterno delle chiese.