Tosca 07

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Tosca 07
RegioneToscana
Caratteri botanici e agronomici
Fogliaellittica, con pagina superiore verde scuro e quella inferiore verde grigio
Caratteristiche dei frutti
Peso medio2-3 grammi
Formaglobosa
Colore a maturazionenero
Endocarpoellittico, con peso 0,15-0,25 g

Tosca 07 è una nuova varietà toscana di olivo brevettata da Vivai Attilio Sonnoli, azienda vivaistica di Pescia (PT). Si tratta di una varietà proveniente da semenzale selezionato nell'ambito di un programma di miglioramento genetico, che ha come base la varietà di olivo Urano, brevetto anch'esso[1] appartenente a Vivai Attilio Sonnoli. La varietà Tosca 07 è coperta da brevetto nell'Unione europea[2] e in altri Paesi extraeuropei, tra cui gli Stati Uniti d'America[3]. Tosca 07 è anche un marchio europeo registrato[4].

Caratteristiche morfologiche[modifica | modifica wikitesto]

Pianta[modifica | modifica wikitesto]

Di vigore molto debole, a portamento globoso, chioma molto densa, altezza della struttura rigida non superiore ai 2,80-3,00 metri.

Caratteristiche fisiologiche[modifica | modifica wikitesto]

È una varietà che entra in produzione al 2º-3º anno con maturazione precoce (circa 7-10 giorni prima del Leccino, resistente al freddo, alla siccità, ai terreni umidi e alla verticillosi. La resa in olio è del 12-14%; l'efficienza energetica è altissima, circa 120-150 gr. olio/mc.chioma[5].

Caratteristiche dell'olio[modifica | modifica wikitesto]

L'olio si presenta di colore verde oro, equilibrato fra le varie sensazioni dolci-mature e verdi-fresche, con netti sentori di carciofo e oliva verde, armonizzati con quelli di mela e oliva matura. Dal punto di vista elaiotecnico è un olio adatto a qualsiasi blend; dal lato organolettico l'olio monocultivar di Tosca 07 è adatto per qualsiasi impiego gastronomico[6].

Giudizio complessivo[modifica | modifica wikitesto]

Tosca 07 è stata "progettata"[7] sia per la realizzazione di impianti intensivi, con una densità di impianto di 500-800 piante/ha, sia per la realizzazione di impianti superintensivi[8], dove si ha una densità di impianto di 1250-1660 piante/ha[9][10][11]. La struttura della pianta consente una totale meccanizzazione[12] delle operazioni colturali, dalla potatura alla raccolta, che può essere fatta sia con i più moderni scuotitori sia con macchine scavallatrici.

Le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e dell'olio possono variare secondo l'ambiente e le cure colturali.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Brevetto n°0000002238 - denominazione DRS 01 URANO, rilasciato dal Ministero dello Sviluppo Economico-Direzione Generale per la Proprietà Industriale-Ufficio Italiano Brevetti e Marchi
  2. ^ Dossier U.C.V.V. n° 2008/0715-Denominazione Tosca 07 VAS-ONE-Rif. costitutore ITA-01-08, rilasciato dal Community Plant Variety Office di Angers
  3. ^ Application n° 12/378,611 - denominazione Vas-one Olive tree, rilasciata da United States Patent and Trademark Office
  4. ^ Marchio n°008338329, rilasciato dall'OHIM Office for Harmonization in the Internal Market-Trade Marks and Designs
  5. ^ Informazioni desunte dalla scheda tecnica della varietà presente sul sito aziendale http://www.vivaisonnoli.it
  6. ^ Mersi Alessandro: Superintensivi made in Italy un confronto sensoriale in Olivo e Olio n° 2/2008 pgg. 36
  7. ^ Sonnoli Attilio: A new small variety of olive tree in Olivae n° 88/2001 pgg. 46
  8. ^ Ricci Antonio: C'è una risposta toscana al supervivaismo spagnolo in Olivo e Olio n° 4/2007 pgg. 41
  9. ^ Sportelli Giuseppe Francesco:Produzioni superintensive I risultati ottenuti in Puglia in Olivo e Olio n° 2/2008 pgg. 20
  10. ^ Godini Angelo, Palasciano Marino, Giuseppe Ferrara, Camposeo Salvatore: Prime osservazioni sul comportamento agronomico di cultivar di olivo allevate con il modello superintensivo in Frutticoltura n° 3/2006 pgg. 40
  11. ^ Godini Angelo, Camposeo Salvatore, Scavo Vito: Gli aspetti agronomici dell'olivicoltura superintensiva in L'Informatore Agrario n° 1/2006 pgg. 65
  12. ^ Fiorino Piero, Marone Elettra, Ottanelli Aleandro: Sistemi di raccolta delle olive a confronto in L'Informatore Agrario n°38/2006 pgg. 55