Torre di Sant'Agata

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Torre di Sant'Agata
Torri ta' Sant'Agata
Torri di Lascaris
La torre vista da nord-ovest
Stato attualeBandiera di Malta Malta
RegioneRegione Settentrionale
CittàMellieħa
IndirizzoTriq tad-Dahra
Coordinate35°58′29″N 14°20′33″E / 35.974722°N 14.3425°E35.974722; 14.3425
Mappa di localizzazione: Malta
Torre di Sant'Agata
Informazioni generali
TipoTorre di avvistamento e bastione
Costruzione1647-1649
CostruttoreOspitalieri di San Giovanni di Gerusalemme
MaterialeCalcare
Condizione attualeRestauro 1999-2001
Proprietario attualeDin l-Art Ħelwa
Visitabilesi
Informazioni militari
Funzione strategicaTorre di avvistamento, bastione, stazione radar
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La Torre di Sant'Agata (in maltese Torri ta' Sant'Agata), nota anche come Torre Rossa (Torri l-Aħmar) e talvolta come Forte Sant'Agata, è una torre di avvistamento situata sul promontorio di Marfa a Mellieħa, sull'isola di Malta, costruita tra il 1647 e il 1649 per volere del cavaliere Giovanni Paolo Lascaris. Questo bastione piuttosto ampio domina la costa settentrionale di Malta e da qui si possono scorgere le isole minori di Comino e Gozo.[1][2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Torre di Sant'Agata (in origine anche Torre Caura) fu costruita tra il novembre 1647 e l'aprile 1649 su progetto dell'architetto Antonio Garsin. La struttura consiste di una base quadrata con quattro torrette agli angoli, dotate di cannoni.[1] Le mura esterne sono spesse all'incirca quattro metri e racchiudono all'interno una piccola cappella intitolata a Sant'Agata, a cui si deve il nome della struttura.[3][4]

L'iscrizione del 1649

All’ingresso, una piccola targa avvisa che il luogo non gode di immunità ecclesiastica, cioè chiunque avesse commesso un crimine non avrebbe potuto rifugiarsi lì per evitare l'arresto.[5] La targa recita anche:[4]

A coloro che fanno la guerra, io, la Martire Agata, con i seni rimossi sto qui. Un fedele impavido della Torre e una minaccia per i miei nemici ben nota in tutto il mondo.

Sotto gli auspici del GM PauI Lascaris castellar, Fra Balthassaris de Mandolx e dei giurati del comune Vincentio Casteletta, Gregorio Mamo e Marco Cassar nell'anno 1649.

Una delle sale ospita una cisterna per l'acqua con capienza di 42 m3. L'acqua si raccoglieva dal tetto attraverso un canale che scola giù per le tubature fino alla cisterna sotterranea.[5] Si può salire sul tetto salendo una scala a chiocciola.[5]

La torre fu eretta sulla sommità del promontorio di Marfa, nella punta settentrionale dell'isola di Malta, per supervisionare il porto naturale (Ċirkewwa) e le isole dell'arcipelago maltese (Comino e Gozo). Si poteva anche pattugliare la baia di Mellieħa, un possibile sito di approdo per navi nemiche.

Si trattò del primo forte nella regione nord-occidentale di Malta, con una guarnigione di trenta uomini e una scorta di munizioni e viveri sufficiente per sostenere un assedio di 40 giorni.[5] Per un certo periodo servì anche da magazzino per le scorte di due fortificazioni vicine.[6]

Come molte delle prime strutture difensive dei Cavalieri, la Torre di Sant'Agata fu rafforzata all'inizio del XVIII secolo. Nel giugno 1722 la Congregazione della Guerra ordinò che fosse armata con cinque cannoni e che fosse presidiata da una guarnigione di quattro uomini.[4] La torre divenne una parte essenziale della difesa dell'isola. Infatti la Congregazione di Guerra diede istruzioni che le uniche due torri dell'isola che dovevano essere negate al nemico erano la torre di San Luciano a Marsaxlokk, costruita nel 1610, e la torre di Sant'Agata. Dovevano essere presidiati rispettivamente con 40 e 30 uomini al comando di un sergente che doveva essere scelto dal comandante della zona.[4]

Mappa del sito in cui si nota il trinceramento dentellato

Attorno ai fianchi della torre fu realizzato un trinceramento in muratura di macerie a basso profilo, a forma dentellata (chiamata redan[7] in francese, una stella a otto punte[5]). Per questo motivo, durante l'assedio francese la torre fungeva anche da "ridotta" (fortificazione minore in gergo militare), simile a quella di Żabbar.[8]

Durante la dominazione britannica mantenne la sua funzione militare e fu importante in entrambe le guerre mondiali.[1] Successivamente fu impiegata come stazione radar dalle Forze armate maltesi. Sulla parete centrale sono scolpite una croce ed un’iscrizione con la data del 1814, graffiti che si ritiene siano stati fatti dopo o durante l’epidemia della peste del 1813-1814.[9]

Tuttavia, sul finire del Novecento la torre versava in un pessimo stato di conservazione, specialmente perché una parte aveva subito pesanti cedimenti. L'organizzazione non-profit maltese per i beni culturali (Din l-Art Ħelwa) si occupò del restauro, durato dal 1999 al 2001[1] e sostenuto da ingenti finanziamenti e sponsorizzazioni di M. Demajo Group of Companies, Playmobil Malta Limited e Toly Products Limited.[4][10][11]

La struttura è aperta al pubblico previo acquisto di biglietto e al suo interno è possibile ammirare gli ambienti originali accanto a quelli restaurati o ricostruiti. Nel 2015 la torre ha ricevuto il certificato di eccellenza di TripAdvisor.[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Angolo sud-ovest della torre, da cui si scorge un tratto del muro di trinceramento
  1. ^ a b c d Gianluca, Torre di Sant'Agata a Mellieha, su ViaggiMALTA.it, 4 dicembre 2019. URL consultato il 18 maggio 2023.
  2. ^ Davide, Alla scoperta di Malta: visitare la Torre Rossa di Sant'Agata, su Isola di Malta, 7 febbraio 2014. URL consultato il 18 maggio 2023.
  3. ^ Stephen C. Spiteri, In Defence of the Coast (I) - The Bastioned Towers, in Arx - International Journal of Military Architecture and Fortification, n. 3, 2013, pp. 83–89, 100–108. URL consultato il 9 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2017).
  4. ^ a b c d e Torre di Sant'Agata in Malta - Mellieha, su castellinelmondo.altervista.org. URL consultato il 18 maggio 2023.
  5. ^ a b c d e Antonietta Malito, La Torre di Sant’Agata, maestosa fortezza rossa sul Marfa Ridge, su itMalta, 10 maggio 2021. URL consultato il 18 maggio 2023.
  6. ^ Simon Mifsud, Għajn Ħadid Tower and Aħrax Tower, su MilitaryArchitecture.com, 24 dicembre 2012. URL consultato il 9 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2017).
  7. ^ (EN) 1. redan trace, su St. Agatha's Tower, 23 maggio 2015. URL consultato il 18 maggio 2023.
  8. ^ Stephen C. Spiteri, Maltese 'siege' batteries of the blockade 1798–1800 (PDF), in Arx – Online Journal of Military Architecture and Fortification, n. 6, maggio 2008, p. 33. URL consultato il 15 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2016).
  9. ^ Torre Sant’Agata, ossia La Torre Rossa di Mellieħa (PDF), su redtowermalta.wordpress.com.
  10. ^ Chronicle of Restorations, su Din l-Art Ħelwa, 10 ottobre 2011. URL consultato il 9 maggio 2015.
  11. ^ St Agatha's Tower (the Red Tower), Mellieha, su Din l-Art Ħelwa, 5 febbraio 2012. URL consultato il 20 luglio 2014.
  12. ^ Trip Advisor certificate for 'Red Tower', in Times of Malta, 18 giugno 2015. URL consultato il 18 giugno 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stephen Spiteri, The Fortification of the Maltese Islands by Hospitaller Knights of the Order of St. John, La Valletta, Said/Printwell Ltd, 1988.
  • Quentin Hughes, The Building of Malta during the period of the Knights of St John of Jerusalem 1530-1795, Londra, Alec Tiranti Ltd, 1956.
  • (EN) Charles Stephenson, The Fortifications of Malta 1530–1945, Bloomsbury Publishing, 20 novembre 2012, ISBN 978-1-84908-015-6.

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