Torre di Bassano (Vasto)

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Torre di Bassano
La torre di Bassano vista da piazza Gabriele Rossetti
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneAbruzzo
LocalitàVasto
IndirizzoPiazza Rossetti
Coordinate42°06′39.36″N 14°42′29.96″E / 42.110932°N 14.708323°E42.110932; 14.708323
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1439
Piani4
Realizzazione
IngegnereMariano di Jacopo
CommittenteGiacomo Caldora

La torre di Bassano è un'antica torre situata a Vasto, in piazza Gabriele Rossetti[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Costruita nel 1439 dall'ingegnere senese Mariano di Jacopo, detto "il Taccola", su commissione del marchese Giacomo Caldora, in occasione della realizzazione della cinta muraria cittadina che presentava in origine cinque torri rompitratta collocate a intervalli[2], fu restaurata nel XVI secolo durante il dominio dei d'Avalos e nello stesso periodo passò in proprietà ai Bassano, antica famiglia ottomana di Padova[3][4]. Nel 1814 sul tetto della torre fu collocato un telegrafo[3][4]. Col tempo l'edificio subì interventi che portarono all'aggiunta di due balconi con inferriata ed una finestra che danno su piazza Gabriele Rossetti[3][4]. La torre rappresenta un esempio di arte difensiva militare, unica nel suo genere in Italia meridionale, per fattura ed armonica proporzione[3][4].

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

La torre fa parte della cinta muraria cittadina che si ricollegava al castello Caldoresco tramite la porta Castello, non più presente[2]. Parte delle mura furono stravolte nel XX secolo con l'aggiunta di abitazioni e la realizzazione nel lato sud dello spiazzo di largo Guglielmo Marconi[senza fonte]. La torre mostra il tipico stile architettonico delle costruzioni fatte erigere da Giacomo Caldora, ha pianta circolare e si sviluppa su quattro piani[5]. Presenta beccatelli di coronamento in corrispondenza del secondo livello, ed altri in corrispondenza dell'ultimo, questi ultimi risalenti all'epoca dei Bassano, che l'innalzarono fino all'altezza contemporanea[1]. Sulla sommità vi sono inoltre delle feritoie[senza fonte]. Sempre sul secondo livello, singolare risulta una tavoletta di pietra incastonata, posta sul lato orientale, con scolpiti due stemmi, sovrapposti secondo una gerarchia di poteri: quello in alto rappresenta armi regie, mentre quello in basso lo stemma del feudatario Giacomo Caldora o della locale Universitas, dai quali deriva l'emblema di Vasto[5][6]. La torre, la meglio conservata di tutta la cinta muraria cittadina sorta ai confini di un anfiteatro romano situato sotto le fondamenta di piazza Gabriele Rossetti, è un'abitazione privata, al cui ingresso è presente un negozio[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Calvano et al. (2004), p. 18.
  2. ^ a b Calvano et al. (2004), p. 18; Cappella et al. (2007), p. 12.
  3. ^ a b c d Giuseppe Catania, Alla (ri)scoperta di Vasto: la torre di Bassano e l'antica cinta muraria, su NoiVastesi, 25 luglio 2015.
  4. ^ a b c d Le antiche torri di Vasto, su Vastospa.it.
  5. ^ a b Marchesani (1838), p. 202.
    Citazione: «La torre di Bassano ha quattro appartamenti [...], è tuttavia intera: v'è infissa pietra, che presenta armi regie, stemma dell'Università e corrosi numeri, che forse pur segnano il 1493: a pie' di essa verso San Francesco sporgeva tettoia su pinta rozza immagine di Maria Santissima; opera di coloro, i di cui congiunti furono colà uccisi con archibusate quali rivoltosi del 1799.»
    Cit. Luigi Marchesani, in Storia di Vasto, città in Apruzzo Citeriore.
  6. ^ Franco Valente, Lo stemma di Giacomo Caldora a Vasto, su francovalente.it.
  7. ^ Cappella et al. (2007), p. 8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Calvano e Carlo Marchesani, Vasto. Tesori da scoprire, a cura di Serafina Calvano, Vasto, Il Torcoliere, 2004, ISBN 88-87315-14-0.
  • Angelo Cappella, Nicola D'Adamo e Rosalba Giannetti, Lo Scopri Vasto. Storia, monumenti, tradizioni e personaggi della città, Termoli, B&C Advertising Edizioni, 2007, ISBN non esistente.
  • Luigi Marchesani, Storia di Vasto, città in Apruzzo Citeriore, Napoli, Torchi, 1838, ISBN non esistente.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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