Torre dei Guidozagni

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Voce principale: Torri di Bologna.
Torre dei Guidozagni
La Torre Guidozagni, con sullo sfondo la Torre dei Prendiparte
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia Romagna
LocalitàBologna
Indirizzovia Albiroli
Coordinate44°29′45.49″N 11°20′42″E / 44.495969°N 11.345°E44.495969; 11.345
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Altezza20 m

La Torre dei Guidozagni è una delle circa 20 torri gentilizie ancora esistenti nel centro storico della città di Bologna.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

La torre si trova all'inizio di via Albiroli, in posizione di contrasto con la vicina e ben più alta Coronata. Un tempo si affacciava sulla piazzetta della chiesa dei Santi Stefano e Teopompo, oggi scomparsa.

La "modesta" altezza (circa 20 metri), la base rettangolare (9,80 x 5,92 metri) e lo scarso spessore dei muri di base (circa 1 metro), indicano chiaramente che si tratta in realtà di una casa-torre effettivamente adibita ad abitazione. Probabilmente costruita all'inizio del XIII secolo, in origine doveva avere un'elevazione maggiore, giacché si ha notizia del crollo della sua parte superiore, avvenuto nel 1487, e che distrusse la casa che era a lei unita. Nel 1926 fu restaurata dalla TIMO (la società dei telefoni di Bologna), e accolse le scale di accesso alla centrale telefonica. La porta originaria, sormontata da un arco ogivale, fu rifatta utilizzando marmo anziché selenite, e furono create nuove aperture (una porta e alcune finestre). Il restauro permise di salvare la torre dal crollo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I Guidozagni furono nobili di parte guelfa e parteciparono a due crociate (nel 1094 e nel 1291). Possedettero ben quattro torri, di cui questa è l'unica superstite. Un'altra torre Guidozagni si trovava nei pressi della Asinelli e della Garisenda, ma fu distrutta, insieme ad altre, nel 1918, per far posto a nuovi fabbricati. La famiglia non risulta più proprietaria della torre di via Albiroli dalla seconda metà del XVI secolo.

Nel 1267 i Guidozagni si privarono di alcuni terreni, case e torri, che cedettero ai monaci agostiniani per la costruzione della chiesa di San Giacomo Maggiore, nell'attuale via Zamboni.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Le torri di Bologna. Quando e perché sorsero, come vennero costruite, chi le innalzò, come scomparvero, quali esistono ancora, a cura di Giancarlo Roversi (con testi di F. Bergonzoni, C. De Angelis, P. Nannelli, M. Fanti, G. Fasoli, P. Foschi, G. Roversi), 1989, Edizioni Grafis, Bologna;
  • Le torri di Bologna, a cura di Giuseppe Rivani, 1966, Tamari Editori, Bologna.

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