Tito Minniti

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Tito Minniti
NascitaPlacanica, 31 luglio 1909
MorteDagabur, 26 dicembre 1935
Cause della morteucciso dopo la cattura
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Specialitàricognizione
Anni di servizio1933-1935
Gradosottotenente
GuerreGuerra d'Etiopia
CampagneOffensiva di De Bono
Offensiva etiope di Natale
DecorazioniMedaglia d'Oro al Valor Militare
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Tito Minniti (Placanica, 31 luglio 1909Dagabur, 26 dicembre 1935) è stato un aviatore e militare italiano, sottotenente della Regia Aeronautica decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1909 a Placanica (Reggio Calabria), si diplomò in agrimensura e fu ammesso nel gennaio 1931 come allievo ufficiale di complemento presso il corso di pilotaggio della Scuola aeronautica di Capua. Ne uscì col grado di sottotenente il settembre successivo e fu assegnato, viste le ottime qualità di pilota, al centro sperimentale dell'aeroporto di Furbara e, in seguito, all'aviazione della Sicilia.[1]

Nel maggio 1935 partì come volontario nella guerra d'Etiopia nella 1ª Squadriglia Ricognizione Terrestre della Somalia; compì numerosi voli di ricognizione su Sassabenech, Dakabar, Giggiga ed Harar; il 26 dicembre 1935 partì dal campo di Gorrahei col sergente Livio Zannoni per un volo di ricognizione su Dagabur a bordo di un IMAM Ro.1.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Secondo Enzio Colombo, durante la ricognizione il veicolo fu colpito e costretto ad atterrare in territorio nemico.[2] I due aviatori furono rapidamente circondati dagli abissini e, sebbene Minniti fosse ferito, si difesero con la mitragliatrice di bordo finché non furono sopraffatti.[2] Zannoni morì durante lo scontro, mentre Minniti fu catturato e portato nel villaggio di Bolali dove fu torturato, evirato e infine decapitato.[2] La testa mozzata venne infilzata su una lancia e portata in trionfo in un macabro corteo,[2] che si concluse davanti al governatore di Harar che applaudì i suoi uomini e fece loro i complimenti per il lavoro svolto. Nei giorni successivi i resti dell'aereo vennero ritrovati dalle truppe italiane.

Ciò va in contrasto a quanto riportato da Rainer Baudendistel, che fa riferimento al generale Etiope Nasibu Emmanual. Secondo quanto da essi riportato tramite un messaggero alle forze italiane e poi ripetuto sulle radio locali, Minniti sarebbe stato ucciso non dalle truppe etiopi, ma dagli abitanti locali, furiosi per i bombardamenti italiani subiti dai loro villaggi.[3]

Memoria[modifica | modifica wikitesto]

In memoria di Tito Minniti è stato intitolato l'aeroporto di Reggio Calabria, una scuola elementare nel comune di Pompei (NA) in località Tre Ponti, una scuola media nel quartiere Fuorigrotta a Napoli, e altri istituti scolastici, oltre a numerose vie nelle città italiane (per esempio, Piazza Tito Minniti a Milano oppure via Tito Minniti a Taranto). Anche nel comune di Borgoricco (PD) esiste una scuola elementare intitolata a Tito Minniti, e così nel Comune di Bondone (TN), nella frazione di Sant'Eufemia è stata dedicata una scuola primaria a Minniti. A Palmi (RC) é intitolata una scuola media.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Benito Mussolini consegna la medaglia al valor militare alla memoria alla sorella dell'aviatore Tito Minniti
Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Ardito e provetto pilota, in lunghi voli di ricognizione su territorio nemico, dava costante prova di tenacia, fermezza e sprezzo del pericolo. Portava per primo nei giorni 21 e 26 novembre 1935, l’Ala tricolore nel cielo di Giggica e Harrar, ultimando e portando a compimento la sua ardita missione nonostante le proibitive condizioni atmosferiche. Il giorno 26 dicembre, partito in volo dal campo di Gorrahei per ricognizione su Dagabur, veniva colpito all’apparecchio da violento fuoco di reazione antiaerea che lo costringeva ad atterrare nelle linee nemiche. Anziché sottomettersi ad una massa imbaldanzita accorsa per catturarlo, affiancatosi al suo sottufficiale, preferiva ingaggiare una titanica ed indomita lotta. Soverchiato dal numero e dalla ferocia del barbaro nemico perdeva gloriosamente la vita. Fulgido esempio di elevate virtù militari, fiero spirito di sacrificio e d'italico indomito valore.»
— Dagabur, 26 dicembre 1935[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Minniti, Tito, su combattentiliberazione.it. URL consultato l'8 febbraio 2022.
  2. ^ a b c d Ezio Colombo, Abissinia l'ultima avventura, contro le armate dei grandi ras, in Epoca, fascicolo 2, Arnoldo Mondadori Editore, 1968.
  3. ^ Rainer Baudendistel, Between bombs and good intentions: the Red Cross and the Italo-Ethiopian War, 1935-1936, Berghahn Books, 2006, p. 239.
  4. ^ Minniti Tito, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica Italiana. URL consultato l'8 febbraio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1969.
  • Giovanni Palantra, MOVM Serg. Livio Zannoni, in Rivista Aeronautica, n. 5, Roma, Difesa Servizi S.p.A., settembre-ottobre 2018, pp. 96-101.
  • Ezio Colombo, Abissinia l'ultima avventura, contro le armate dei grandi ras, in Epoca, fascicolo 2, Arnoldo Mondadori Editore, 1968.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Minniti, Tito, su combattentiliberazione.it. URL consultato l'8 febbraio 2022.
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