Thierry Metz

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Thierry Metz

Thierry Metz (Parigi, 10 giugno 1956Bordeaux, 16 aprile 1997[1]) è stato un poeta francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Autodidatta, impara a leggere sui libri trovati presso associazioni caritative. Nel 1977, all'età di 21 anni, si sposa con Françoise, dalla quale avrà tre figli. La famiglia si trasferisce a Saint-Romain-le-Noble, vicino ad Agen. La sua vita si divide tra varie occupazioni (manovale nei cantieri, muratore, contadino),che gli permettono di guadagnarsi da vivere, e periodi di disoccupazione durante i quali si dedica alla scrittura.

Prende contatti il poeta Jean Cussat-Blanc, la cui rivista Résurrection sarà la prima a pubblicarlo con evidente apprezzamento della sua scrittura. Un apprezzamento che si consolida con la pubblicazione della sua prima raccolta poetica, Sur la table inventée (edizioni Jacques Brémond), per la quale Thierry Metz ottenne il Premio Ilarie Voronca nel 1988, e in seguito con la pubblicazione da parte di Gallimard del Journal d'un maneuvre (1990), ispirato dal suo lavoro in un cantiere nel centro di Agen, con una introduzione del poeta Jean Grosjean.

La morte accidentale di Vincent, uno dei suoi tre figli, investito da un'auto all'età di otto anni il 20 maggio 1988, il giorno stesso dell'ottenimento del Premio Voronca[2], sarà per lui un dramma familiare e personale dal quale non si riprenderà mai, e che lo porta all'alcolismo[3]. Nel 1996 si trasferisce a Bordeaux, e successivamente viene ricoverato presso l'ospedale psichiatrico di Cadillac per combattere la sua dipendenza dall'alcool e il suo esaurimento nervoso. Durante due soggiorni nell'istituto (1996 e 1997) scrive il quaderno preparatorio de L'Homme qui penche[4], in cui ritrae le ombre vaganti dell'ospedale. L'ultima di queste poesie è datata 31 gennaio 1997, due mesi e mezzo prima del suo suicidio, avvenuto in questo ospedale il 6 aprile del 1997[5].

Mediante l'utilizzo di un linguaggio epurato, la poesia di Thierry Metz è l'espressione contenuta, piena di sensibilità e angoscia, di un uomo spezzato dagli eventi della vita, ma che, secondo le parole di Jean Grosjean, riesce a fare in modo che "quello che potevamo prendere per un universo di banale mediocrità si rivela invece come una meraviglia [...] Parla a mezza voce e la sente solo chi vuole. E dice: Chiunque tu sia, i tuoi momenti non contengono nient'altro, ma sono dei miracoli."[6] Per Thierry Metz "scrivere una poesia / è come essere soli / in una strada così stretta / che potresti / solo incrociare la tua ombra".[7]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Premio Ilarie Voronca nel 1988
  • Premio Froissart nel 1989

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Traduzioni in italiano[modifica | modifica wikitesto]

  • L'uomo che pende (L'Homme qui penche) traduzione di Michel Rouan e Loriano Gonfiantini, Pistoia, edizioni Via del Vento, 2001
  • Quaderno di Orfeo (Carnet d'Orphée) traduzione di Marco Rota, con quattro linoleum originali di Piermario Dorigatti, Milano, edizioni Quaderni di Orfeo, 2012
  • Il muro (poesie tratte da varie raccolte) traduzione di Marco Rota, con tre incisioni originali di Mario Benedetti, Milano, edizioni Quaderni di Orfeo, 2015
  • Sulla tavola inventata (Sur la table inventée) traduzione di Riccardo Corsi, Milano, Edizioni degli animali, 2018
  • Diario di un manovale (Le Journal d'un manœuvre) traduzione di Andrea Ponso, Milano, Edizioni degli animali, 2020
  • Lettere all'Innamorata (Lettres à la Bien-aimée), cura e traduzione di Pasquale Di Palmo, Rovigo, Il Ponte del Sale, 2022

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Metz Thierry Jean Gaston, su deces.matchid.io. URL consultato il 27 ottobre 2021.
  2. ^ Si veda la menzione in Lettres à la Bien-aimée, quarta di copertina, Gallimard, 1995.
  3. ^ Si veda il testo di Marc Feld, autore nel 1995 di un adattamento di L'Homme qui penche per il teatro, sul sito theatre-contemporain.net
  4. ^ «C’est l’alcool. Je suis là pour me sevrer, redevenir un homme d’eau et de thé. [...] Je dois tuer quelqu'un en moi, même si je ne sais pas trop comment m'y prendre. Toute la question ici est de ne pas perdre le fil. De le lier à ce que l'on est, à ce que je suis, écrivant.», scrive nell'ottobre del 1996 quando arriva al centro ospedaliero, nel primo dei novanta brevi poemi in prosa de L’Homme qui penche, edizioni Opales, 1997; nuova edizione: Unes, 2017
  5. ^ «Et pourtant l’homme qui penche n’est pas dans la tristesse, pas davantage dans le désespoir, mais au-delà de ces états, entouré, enfermé par un cercle invisible qui le rend comme absent à lui-même. Il s’observe et observe les autres, qui essaient eux aussi “de ne pas perdre le fil”.», Marie Étienne, «Le poète encerclé», En attendant Nadeau, 4 juillet 2017
  6. ^ Jean Grosjean, prefazione a Le Journal d'un manœuvre, Gallimard, 1990, pag 8
  7. ^ Thierry Metz, Poésies 1978-1997, Pierre Mainard, 2017, pag.142.
  8. ^ parzialmente consultabile sul sito Gallica.fr
  9. ^ L'Homme qui penche è stato oggetto di un adattamento teatrale da parte dell'attore e poeta Lionel Mazari nel 2003 alla Médiathèque intercommunale de Miramas
  10. ^ Questo racconto giovanile iniziatico e onirico, scritto prima delle poesie, è stato inizialmente pubblicato a episodi dall'inverno 1979 all'inverno 1982 nella rivista Résurrection di Jean Cussat-Blanc, che dopo avere scoperto il poeta lo accoglierà quasi in ogni numero della rivista fino al 2004,quindi molto tempo dopo la morte di Thierry Metz

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rivista Diérèse, n.52/53, Maggio 2011, numero dedicato a Thierry Metz (testi, testimonianze, documenti), a cura di Daniel Martinez e Isabelle Lévesque
  • Rivista Diérèse, n.56, primavera 2012
  • Cédric Le Penven, Thierry Metz, Éditions des Vanneaux, collana "Présence de la poésie", 2017
  • Pasquale Di Palmo, Thierry Metz, Frammenti di un manovale in Poesia, n.194, maggio 2005
  • Marco Rota, Thierry Metz, il manovale delle parole in Poeti e Poesia, n.35, agosto 2015, pagg. 118-127
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