Terme di Sant'Antonio

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Terme di Sant'Antonio
Bagni di Casa Sapuppo
CiviltàRomana
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Catania
Amministrazione
EntePolo Regionale di Catania dei Siti Culturali
ResponsabileMaria Costanza Lentini
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 37°30′01.58″N 15°04′50.09″E / 37.50044°N 15.080581°E37.50044; 15.080581

Le Terme di Sant'Antonio sono un complesso termale romano risalente al I secolo d.C. situato Piazza Sant'Antonio a Catania, di fronte alla casa natale del celebre compositore Giovanni Pacini (1796-1867) e a poca distanza da altri luoghi d'interesse quali la Chiesa di Santa Maria dell'Aiuto e Porta Garibaldi. Sono note anche con il nome di Bagni di Casa Sapuppo, o semplicemente Bagni Sapuppo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Edificate probabilmente nel I secolo d.C. ed in uso fino al III secolo d.C., le Terme di Sant'Antonio furono riscoperte negli anni '70 del XVIII secolo dal Principe di Biscari Ignazio Paternò Castello, che così le descrisse nel suo celebre Viaggio per tutte le antichità di Sicilia:

«Poco quindi lontano nella casa del Sign. D. Giuseppe Sapuppo potrà il Viaggiatore osservare gli avanzi di non picciolo Bagno diviso in più stanze, con capriccioso disegno. Sono formate di riquadrate pietre: ma ben si conosce, che molto nobile quell'edificio fosse stato a' suoi tempi, giacché nello scavare si trovarono molte impellicciature di marmi, il pavimento di mosaico bianco, che nello stesso luogo ancora si conserva: ed una delle stanze adornata era con Colonne formate di grossi mattoni, e probabilmente coperte di stucco; di una delle quali se ne vede un pezzo ancora a suo luogo.[1]»

All'incirca negli stessi anni, il pittore francese Jean Houël rappresentò i resti dei bagni in un acquerello ancora oggi conservato al museo dell'Ermitage a San Pietroburgo.[2] A metà Ottocento, in quello che fu un periodo di grande sviluppo per la città di Catania, le terme dovettero essere definitivamente inglobate nelle cosiddette case Sapuppo già citate dal Biscari, e di esse si perse ogni traccia. Bisognerà aspettare il 1997 perché, a seguito di scavi archeologici, alcune delle strutture descritte da Jean Houël e da Sebastiano Ittar siano portate nuovamente alla luce. Le indagini archeologiche hanno condotto anche all'identificazione di alcuni ambienti sconosciuti al Biscari e al rinvenimento di numerose ceramiche tanto romane che medievali.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ignazio Paternò Castello, Principe di Biscari, Viaggio per tutte le Antichità di Sicilia, Napoli, 1781, p. 32.
  2. ^ Susanna Amari, Il balneum in piazza Sant’Antonio a Catania: una riscoperta archeologica, in Fabrizio Nicoletti (a cura di), Catania Antica. Nuove prospettive di ricerca, Regione Siciliana, Palermo 2015, pp. 380-381.
  3. ^ Susanna Amari, Il balneum in piazza Sant’Antonio a Catania: una riscoperta archeologica, in Fabrizio Nicoletti (a cura di), Catania Antica. Nuove prospettive di ricerca, Regione Siciliana, Palermo 2015, pp. 388.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]