Tavole genealogiche della Casa di Oldenburgo

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Voce principale: Casato degli Oldenburg.

La Casa di Oldenburgo è una dinastia tedesca, fino al 1918 prima conti, poi duchi e infine granduchi di Oldenburg. A partire da questo piccolo territorio nel Nord-Ovest della Germania, è giunta, attraverso i suoi diversi rami, a regnare sulla Danimarca e, a due riprese, sulla Norvegia, sui cui troni siedono ancora oggi suoi esponenti. Membri della dinastia sono stati anche re di Svezia, zar di Russia e re di Grecia. A quest'ultimo ramo della dinastia appartiene, tramite il principe consorte Filippo di Edimburgo, anche Carlo III del Regno Unito. Di seguito sono riportate le linee sovrane.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Le origini della famiglia si fanno risalire a un Ajone, signore di Uprustringen, che sposando Rissa di Oldenburgo, formò un proprio dominio nella parte settentrionale dell’attuale Land della Renania Settentrionale-Vestfalia. Il figlio Elimaro I fu detto Comes in confinio Saxoniae. Fu il nipote di Elimaro, Cristiano II Il primo ad assumere il titolo di conte di Oldenburgo nel 1148, riconoscendosi vassallo di Enrico il Leone. Nella seconda metà del XIII secolo vi fu una suddivisione tra Ottone, conte di Delmerhost, e Cristiano IV, che continuo la linea dei conti di Oldenburgo. Teodorico (Dietrich) riunì i possessi della famiglia attraverso la prima moglie Adelaide, discendente di Ottone, e li ampliò con il secondo matrimonio, acquisendo i ducati di Schleswig e Holstein. Con l’ascesa della famiglia al trono di Danimarca vi fu una seconda suddivisione: Cristiano VI (ora Cristiano I di Danimarca) mantenne lo Schleswig-Holstein e cedette Delmerhost al fratello Maurizio e la contea di Oldenburgo al fratello Gerardo VI[1].

Re di Danimarca e Norvegia[modifica | modifica wikitesto]

Cristiano I fu scelto come re di Danimarca nel 1448, succedendo a Cristoforo di Wittelsbach e sposandone la vedova. Nel 1449 fu riconosciuto anche re di Norvegia e nel 1457 re di Svezia, titoli conservati (non senza contrasti per l’ultimo) anche dal figlio Giovanni I e dal nipote Cristiano II. Quest’ultimo perse definitivamente la Svezia nel 1521 e nel 1523 fu deposto e sostituito dallo zio Federico I, con i cui figli si ebbe una prima divisione: Cristiano III ereditò le corone di Danimarca e Norvegia, mentre Adolfo ricevette il titolo di duca di Schleswig-Holstein-Gottorp, dando origine ai rami imperiale di Russia e reale di Svezia[2]. I figli di Cristiano III diedero a loro volta origine a due rami: il primogenito Federico II continuò la linea dei re di Danimarca e (fino al 1808) di Norvegia, estintasi in linea maschile nel 1863; il terzogenito Giovanni di Schleswig-Holstein-Sonderburg diede origine a tutti i restanti rami della famiglia[3]. Al ramo dei re di Danimarca e Norvegia appartenne anche Giorgio, figlio di Federico III e marito di Anna Stuart, regina di Inghilterra e Scozia e prima sovrana del Regno di Gran Bretagna.

Conti di Oldenburgo[modifica | modifica wikitesto]

Riacquisito Delmerhost nel 1483 da Giacomo, figlio di Maurizio, Gerardo VI e i suoi discendenti rimasero conti fino all’estinzione del ramo nel 1667, quando titoli e possessi furono riuniti alla corona danese. Un figlio illegittimo dell’ultimo conte, Antonio II Gunther, ottenne due piccoli territori dell’Holstein (Varel e Knyphausen) e fu riconosciuto conte del SRI nel 1653 e principe sovrano nel 1654; il ramo si estinse in linea maschile nel 1783[10].


Ramp principale
Teodorico
Gerardo VI
*14301500
Giovanni V
1526
Giovanni VI
1548
Giorgio
*†1551
Cristiano VII
1556
Antonio I
1563
Giovanni VII
1603
Antonio II
1667

Schleswig-Holstein-Gottorp, Zar di Russia[modifica | modifica wikitesto]

Adolfo, figlio di Federico I di Danimarca, ottenne il titolo di duca di Holstein-Gottorp, costituendo così uno stato che comprendeva anche parte dello Schleswig; la completa sovranità su quest'ultimo fu acquisita nel 1658. Il secondogenito di Cristiano Alberto, Cristiano Augusto, diede origine ai rami di Svezia e dei duchi (poi granduchi) di Oldenburgo. Il primogenito Federico IV ebbe un figlio, Carlo Federico, che sposò Anna Romanov, figlia di Pietro I il Grande e sorella della zarina Elisabetta; il figlio nato da questo matrimonio diventò zar nel 1762 con il nome di Pietro III e i suoi discendenti, con il cognome Romanov, furono zar di Russia fino alla caduta dell’impero.

Re di Svezia. Duchi, poi granduchi di Oldenburgo[modifica | modifica wikitesto]

Cristiano Augusto sposò Albertina di Baden-Durlach, discendente da Carlo IX Vasa, e consentì così al primogenito Adolfo Federico di ereditare la corona di Svezia, portata dai suoi discendenti fino al 1818, unitamente dal 1808 a quella di Norvegia. Il secondogenito Federico Augusto ricevette nel 1773 Oldenburgo e Delmenhorst, divenendone duca nel 1777. Gli successe il figlio Guglielmo I e quindi il nipote Pietro I, che divenne granduca nel 1816; i suoi discendenti hanno retto il piccolo stato fino al 1918[11].

Schleswig-Holstein-Sonderburg[modifica | modifica wikitesto]

Prima suddivisione[modifica | modifica wikitesto]

Con la morte di Giovanni, nel 1622, si ebbe una prima suddivisione che portò alla creazione di 5 rami, di cui due sovrani: Glücksburg con Filippo, il cui trisnipote cedette la sovranità alla Danimarca nel 1779; e Plön-Rethwisch, con Gioacchino Ernesto I, la cui discendenza in linea maschile si estinse nel 1761, lasciando come erede sempre il re di Danimarca. I tre rami non sovrani furono: Ærø con Cristiano, estintosi alla morte di quest'ultimo; Norburg assegnato prima a Giovanni Adolfo e passato poi al fratello Federico, i cui possessi furono conquistati nel 1688 dalla Danimarca e ceduti in feudo al ramo di Plön; Sonderburg-Franzenhagen, con Alessandro (v. sezione successiva)[12].

Seconda suddivisione[modifica | modifica wikitesto]

Il ramo di Sonderburg-Franzenhagen si frazionò in 5 linee, non sovrane. Gli esponenti del ramo di Ernesto I (che prese il nome dal castello di Augustenburg) coltivarono un particolare legame con le popolazioni tedesche dello Schleswig. Essi tentarono di inserirsi nella controversia sullo Schleswig-Holstein per farsene riconoscere duchi e nel 1863, alla morte di Federico VII di Danimarca, Federico di Augustenburg assunse il nome di Federico VIII e la reggenza dei due ducati, che però nel 1866 furono annessi alla Prussia. La figlia di Federico VIII, Augusta Vittoria, fu la prima moglie del Kaiser Guglielmo II.

Un secondo ramo, discendente da Augusto Filippo, si stabilì in Westfalia acquistando la signoria di Beck. Con Federico Luigi riebbe, per eredità, Sonderburg e con Federico Guglielmo, nel 1825, Glücksburg, per concessione del re di Danimarca che lo creò duca. Nel 1863 un figlio cadetto di Federico Guglielmo fu chiamato a succedere sul trono di Danimarca, diventando Cristiano IX[13].

Re di Danimarca, re di Norvegia, re di Grecia, re del Regno Unito[modifica | modifica wikitesto]

Cristiano IX diede origine a ben tre casate reali. Dal figlio primogenito discende l’attuale regina di Danimarca Margherita II, mentre un ramo collaterale fu scelto nel 1905 per regnare, nella persona di Haakon VII (nato Carlo), sulla Norvegia, resasi indipendente dalla Svezia. Il figlio secondogenito di Cristiano IX, Guglielmo, fu eletto re di Grecia nel 1863, assumendo il nome di Giorgio I; i suoi discendenti regnarono formalmente fino al 1973 (o al referendum del 1974), ma di fatto fino al 1967, con un’interruzione dal 1924 al 1935. Cristiano X di Danimarca fu anche re d’Islanda dal 1918 al 1944. A un ramo collaterale della famiglia reale greca apparteneva Filippo di Edimburgo, principe consorte del Regno Unito; la famiglia si è quindi insediata anche su questo trono.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Floris, pag. 583-586.
  2. ^ Floris, pag. 1226-1228.
  3. ^ Floris, pag. 1229.
  4. ^ Re di Danimarca dal 1448, di Norvegia dal 1450 e di Svezia dal 1457 al 1464.
  5. ^ Re di Norvegia dal 1483 e re di Svezia dal 1497 al 1501.
  6. ^ Re di Svezia dal 1520 al 1521.Deposto nel 1523
  7. ^ Re di Livonia.
  8. ^ Principe consorte del Regno Unito
  9. ^ Re di Norvegia fino al 1808 (ceduta alla Svezia)
  10. ^ Floris, pag. 586-587.
  11. ^ Floris, pag. 1241-1242.
  12. ^ Floris, pag. 1234-1236.
  13. ^ Floris, pag. 1236-1239.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Jiri Louda, Michael Maclagan, Les dynasties d'Europe, Parigi, 1993.
  • Francesco Floris, Dinastie d'Europa. Una storia del continente attraverso le vicende e i segreti delle famiglie che vi regnarono, 2005.
  • (EN) Peter Truhart, Regents of Nations/Regenten der Nationen, parte III/1, München-London-New York-Oxford-Parigi, 1986

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  • Kamill von Behr, Genealogie der in Europa Regierenden Fürstenhäuser, Lipsia, 1870, tav. CXXXVIII-CL (disponibile on line)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]