Taphozous longimanus

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Taphozous longimanus
Taphozous longimanus
Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria, Genova.
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineLaurasiatheria
OrdineChiroptera
SottordineMicrochiroptera
FamigliaEmballonuridae
SottofamigliaTaphozoinae
GenereTaphozous
SpecieT. longimanus
Nomenclatura binomiale
Taphozous longimanus
Hardwicke, 1825
Sinonimi

T. brevicaudus
T.cantorii
T.fulvidus

Taphozous longimanus (Hardwicke, 1825) è un pipistrello della famiglia degli Emballonuridi diffuso in Asia sud-orientale, Asia meridionale,[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 73 e 86 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 54 e 63 mm, la lunghezza della coda tra 20 e 30 mm, la lunghezza del piede tra 8 e 14 mm e la lunghezza delle orecchie tra 16 e 19 mm.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è corta e si estende leggermente sugli arti inferiori, l'uropatagio e alla base delle ali fino all'altezza dei gomiti e delle ginocchia. Il colore generale del corpo varia dal marrone scuro al nerastro, occasionalmente chiazzato di bianco. La testa è relativamente piatta e triangolare, il muso è conico, privo di peli, con una depressione tra gli occhi e con una sacca golare ben sviluppata nei maschi e ridotta ad una piega rudimentale nelle femmine. Gli occhi sono relativamente grandi. Le orecchie sono triangolari con la punta smussata, rivolte all'indietro, separate tra loro, con diverse pieghe sulla superficie interna del padiglione auricolare. Il trago è corto, largo e con l'estremità leggermente arrotondata, mentre l'antitrago è lungo, semi-circolare e si estende quasi fino all'angolo posteriore della bocca. Le membrane alari sono lunghe, strette, marroni scure e attaccate posteriormente lungo le anche. Una sacca ghiandolare è presente in entrambi i sessi tra l'avambraccio e il primo metacarpo. La coda è lunga e fuoriesce dall'ampio uropatagio a circa metà della sua lunghezza. Il calcar è lungo.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Si rifugia singolarmente od in gruppi fino a un centinaio di individui all'interno di grotte, gallerie abbandonate, vecchie fortezze, cavità degli alberi e in edifici. L'attività predatoria inizia molto presto la sera ed il suo volo è veloce.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di insetti, particolarmente blatte e scarafaggi.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Danno alla luce un piccolo due volte l'anno, a metà gennaio e a metà maggio.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nel Subcontinente indiano, Indocina e in Indonesia fino all'isola di Flores.

Vive in diversi tipi di habitat fino a 1.200 metri di altitudine.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute 4 sottospecie: Sono state riconosciute 4 sottospecie:

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la popolazione presumibilmente numerosa, la presenza in diverse aree protette e la tolleranza alle modifiche ambientali, classifica T.longimanus come specie a rischio minimo (Least Concern)).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Bates, P., Francis, C., Kingston, T., Gumal, M. & Walston, J. 2008, Taphozous longimanus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Taphozous longimanus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Francis, 2008.
  4. ^ Douangboubpha B, Xayaphet V, Sanamxay D, Thomas NM, Bumrungsri S & Bates PJJ, First confirmed records of Taphozous longimanus and Myotis annamiticus (Chiroptera) from Lao PDR (PDF), in Tropical Natural History, vol. 14, n. 1, 2014, pp. 27-34 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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