Taganrog (grano)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Dendrogramma del Taganrog rispetto 259 varietà italiane

Il grano Tagarong o arnautka o gornovka o beloturca o kubanka (in russo Таганрогская пшеница?) (Triticum turgidum subsp. durum) è un grano duro russo scomparso, prende il nome dall'omonima città portuale di Taganrog (in russo Таганрог?, [təgʌn'rɔk]; in ucraino Таганріг?, Tahanrih[1]) una città portuale della Russia meridionale, nella regione di Rostov.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Mar d'Azov, grande baia situata a nord-est del Mar Nero, collegata al corpo d'acqua principale attraverso lo stretto di Kerč'.

Sin da epoca bizzantina sono noti scambi tra l'Italia e la Russia; successivamente è noto che nel 1247 negozianti genovesi esportavano dal porto di Tana (oggi Azov) grano saraceno, frumento, pesce salata, caviale. Nel Quattrocento commercianti veneziani portavano dalla regione del Don frumento, pane, pesce di acqua dolce, cera.[3]

Questo grano è stato fino alla rivoluzione di ottobre il grano duro per eccellenza della Russia, esso veniva spedito dal porto dell'omonima citta sul mare di Azov.[3]

Il grano Taganrog, nel 1830, veniva importato durante il regno borbonico che era essenzialmente agricolo e per questo l’importazione di grano straniero era scoraggiata. I pastai, però, avevano sempre sostenuto di non poter produrre buona pasta senza il grano Russo della città di Taganrog. Non essendo accettabile per i governanti un peggioramento della qualità della pasta, l'importazione del grano russo continuò ad essere consentita, anche se i coltivatori del Regno di Napoli spesso non trovavano sbocchi per il loro grano. Il Taganrog era comunque il miglior grano duro, per la pastificazione.[4]

Alla fine dell'800 dai porti di Rostov, Taganrog, Azov, Novorossijsk, Jejsk e Mariupol, tutti sul mare in una grande baia situata a nord-est del Mar Nero, venivano esportati grandissimi volumi del grano nei paesi del Mediterraneo, soprattutto in Italia in virtù di un accordo commerciale del 1863, ma anche in Francia, Grecia, Spagna. In Italia il volume del frumento importato dalla dalla Russia arrivava al 89.5 % del totale delle importazioni di grano; la quota rimanente era importata dalla Romania e dagli Stati Uniti. Con la fine della prima guerra mondiale nel 1917 in Russia questo flusso di merci terminò.[3]

Successivamente il grano duro in tutta la Russia fu sostituito dal più produttivo grano tenero: besostoja, rostovcianka, mironovskaja 808 ed altri.[3]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Il genetista Francesco D'Amato (1916-1998), ha sostenuto l'ipotesi che il grano Russello derivasse dal grano Taganrog; oggi questa ipotesi è stata esclusa.[5] Il Taganrog differisce biomorfologicamente dal Russello cui è stato asimilato.

Emanuele De Cillis (1964) lo segnala come unico appartenente alla sezione europea, diffusa nei Balcani, nella Russia sud-occidentale, nell’Anatolia e successivamente nel Nord America.[6]

Il grano Taganrog è un grano primaverile con elevata resistenza al glutine;[7] molto apprezzato in Italia per la qualità della pasta che si produceva da esso miscelato con varietà italiane,[8][9] spesso con il grano Saragolla.[10] Secondo il ricordo di Vincenzo Agnesi il Taganrog aveva il 17% di glutine sul secco e circa il 20% di sostanze azotate totali.[11][12]

Il Taganrog moderno, in Russia, ha una maturazione 77-86 giorni, una resa di 5,22 ton. x ha, ha un'altezza di 85-90 cm.[13]

Il grano Taganrog è una varietà con spighe rosse e foglie nere, con rivestimento blu-nerastro, spighette con 3-4 grani. Le ariste sono nere e blu alla base, rossastre in punta. La paglia è rosso chiaro, lunga, piena di midollo; la cariosside è biancastra, vetrosa, grande, dalla buccia sottile.[14]

La varietà di grano antico Taganrog russo è in realta un insieme di varietà diverse della regione del Don e del Volga in Russia,[15] alcune di esse erano note, nel 1901, come:[16] Kubanka,[N 1] Pererodka,[N 2] Gharnovka gialla, Gharnovka,[N 3] Don nero (Black Don),[N 4] Beloturka,[N 5] Sarui-bugda[N 6] e Velvet Don.[N 7]

Un istituto di ricerca Russo: Federal Research Center "N.I. Vavilov All-Russian Institute of Plant Genetic Resources,[17] avrebbe riscoperto un grano chiamato « Taganrog's Arnautics » in un fondo di magazzino classificato come n. 25377, possibile superstite del vecchio Taganrog estinto.[18]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il monumento prima del restauro del 2007.

«In un viaggio a Taganrog, m'incontrai con un giovine Ligure - che primo mi diede alcune notizie dell'andamento delle cose nostre. Certo non provò Colombo tanta soddisfazione alla scoperta dell'America, come ne provai io, al ritrovare chi s'occupasse della redenzione patria - Mi tuffai corpo e anima in quell'elemento, che sentivo esser il mio, da tanto tempo - ed in Genova il 5 Febbraio 1834 - io sortivo la porta della lanterna alle 7 p. m., travestito da contadino, e proscritto.»

A Taganrog fu edificato un Monumento a Garibaldi, nel 1961 in ricordo del suo passaggio nella città.[19][20][21] Infatti, quale comandante di un piccolo bastimento chiamato Clorinda, Garibaldi visitò Taganrog alcune volte nel 1831 e nel 1833.[20] Il suo soggiorno nella città fu particolarmente fruttuoso: è qui che in un'osteria presso il porto il giovane Garibaldi conobbe alcuni immigrati italiani che appartenevano all'organizzazione Giovine Italia.[21] In seguito agli incontri avuti con loro, Garibaldi scoprì una nuova realtà sulla situazione italiana del periodo e quindi iniziò a pianificare una strategia di lotta per unificare l'Italia e liberarla dallo straniero.

Dal 1840 le Flotte Riunite Florio a Rostov agivano con la «Società commerciale Florio»,[22]

Inoltre, sin dal 1815, molte navi greche con mercanti e armatori greci operavano sul trasporto del grano Taganrog divendando i principali fornitori di grano della Gran Bretagna. I cereali insieme a prodotti sfusi provenienti dalla Russia rappresentavano circa l’80% del tonnellaggio in entrata nei porti inglesi, in particolare dopo il 1870.[23] Dopo il 1890 si ebbe un calo nelle esportazioni di grano russo verso la Gran Bretagna e un aumento delle esportazioni di grano russo verso Olanda, Italia e Germania. Le esportazioni verso la Francia rimasero più o meno le stesse fino alla vigilia della Prima Guerra Mondiale.[23]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ KUBANKA:Questa è una varietà coltivata ben conosciuta e chiaramente distinta principalmente nella Russia orientale, e da tutti i punti di vista è uno dei due o tre migliori grani duri russi.
  2. ^ PERERODKA:Questo è un ceppo speciale della varietà Kubanka, che si suppone si sia evoluto attraverso l'influenza dei cambiamenti del suolo e del clima.
  3. ^ GHARNOVKA. La varietà che costituisce la base di gran parte dell'esportazione di maccheroni dalla regione del Mar d'Azov è la Gharnovka.
  4. ^ BLACK DON: È conosciuta come Chernokoloska in Russia, ed è coltivata molto nel territorio del Don, così come in tutto la Regione del Volga e, in una certa misura, in Crimea e in Siberia.
  5. ^ BELOTURKA: La varietà Beloturka è molto simile alla Kubanka, ma differisce da essa per avere una testa più lunga e più stretta e un chicco più lungo che non è così spesso. Come Kubanka è anche estremamente resistente alla siccità. Viene coltivato in tutta la regione del Volga, ma soprattutto nel sud-est della Russia.
  6. ^ SARUI-BUGDA: Varietà conosciuta con questo nome tartaro e che è apparentemente distinta, ma può essere strettamente affine, a Beloturka o Arnautka notevolmente presente nel Caucaso settentrionale, vicino al Mar Caspio, ma soprattutto nel Turkestan. È probabilmente uno dei grani più resistenti alla siccità conosciuto ovunque.
  7. ^ VELVET DON: Questa varietà, chiamata Chernouska in Russia, è coltivata soprattutto in larga misura in Crimea e vicino a Sarepta, nella regione del fiume Volga.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (UK) Mappa amministrativa della RSS Ucraina (PNG), Gennaio 1922.
  2. ^ Taganrog, su Treccani, 28 luglio 2023. URL consultato il 18 maggio 2024.
  3. ^ a b c d (KY) Italia e il Sud della Russia, su Культурный Центр «Данте». URL consultato il 14 maggio 2024.
  4. ^ Pasta and pizza : La Cecla, Franco : Free Download, Borrow, and Streaming : Internet Archive, su archive.org, 25 marzo 2023. URL consultato il 14 maggio 2024.
  5. ^ Russello Wheat, su biologistic.it. URL consultato il 14 maggio 2024.
  6. ^ vari AA, Evoluzione varietale e qualità in frumento duro (Triticum turgidum subsp. durum): dalle vecchie popolazioni alle attuali cultivar (PDF), su anisn.it, p. 10.
  7. ^ Bianchi, A., & Boggini, G. (1998). Evoluzione varietale. In: La qualità del grano duro.
  8. ^ Ma tu lo conosci Tanganrog?, su WeLovePasta, 6 aprile 2016. URL consultato il 14 maggio 2024.
  9. ^ Italian wheat, country-of-origin labelling and “made in Italy” -, su pastaria.it, 17 ottobre 2013. URL consultato il 14 maggio 2024.
  10. ^ Saragolla wheat: Fairchild, David, 1869-1954, su archive.org, 25 marzo 2023. URL consultato il 14 maggio 2024.
  11. ^ Barilla Alimentare s.p.a., La pasta, su archive.org, 25 marzo 2023. URL consultato il 14 maggio 2024.
  12. ^ (RU) Пшеница твердая яровая ТАГАНРОГ от, su ГлавАгроном. URL consultato il 16 maggio 2024.
  13. ^ (RU) пшеница твёрдая яровая. Характеристики и отзывы, su Direct.Farm. URL consultato il 14 maggio 2024.
  14. ^ ПОЛНАЯ ЭНЦИКЛОПЕДІЯ п Р У С С К А Г О СЕЛЬСКАГО ХОЗЯЙСТВА И СОПРИКАСАЮЩИХСЯ СЬ НИМЪ НАУКЪ. (PDF), su upload.wikimedia.org. URL consultato il 14 maggio 2024.
  15. ^ (RU) Твердая пшеница – исторический экскурс и современное производство, su Grainboard.ru. URL consultato il 14 maggio 2024.
  16. ^ a b c d Macaroni wheats by Mark Alfred Carleton, Washington: Government Printing Office - 1901. (PDF), su ia803202.us.archive.org, p. 52. URL consultato il 14 maggio 2024.
  17. ^ (RU) Всероссийский институт генетических ресурсов растений имени Н.И. Вавилова (ВИР) – Всероссийский институт генетических ресурсов растений имени Н.И. Вавилова (ВИР), su Всероссийский институт генетических ресурсов растений имени Н.И. Вавилова (ВИР) – Всероссийский институт генетических ресурсов растений имени Н.И. Вавилова (ВИР), 20 dicembre 2018. URL consultato il 14 maggio 2024.
  18. ^ (RU) Макаронный «Таганрог» не вернулся на донскую ниву, su Новости Таганрога сегодня - Блокнот Таганрог. URL consultato il 14 maggio 2024.
  19. ^ Aleksandra Guzeva, In onore di quali stranieri sono state intitolate le vie della Russia? Sì, ci sono anche italiani, su Russia Beyond, 6 gennaio 2022. URL consultato il 2 marzo 2022.
  20. ^ a b (RU) Igor' Paščenko, По следам Джузеппе Гарибальди в Таганроге, su Таганрогское благочиние, 4 agosto 2017. URL consultato il 2 marzo 2022.
  21. ^ a b (RU) Гарибальди, su Культурный Центр «Данте». URL consultato il 2 marzo 2022.
  22. ^ Giorgio Doria, Archivio Storico Italiano, vol. 150, 1 (551), Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l., 1992, pp. 226–230, ISSN 03917770 (WC · ACNP), JSTOR 26217692, http://www.jstor.org/stable/26217692. URL consultato il 14 maggio 2024.
  23. ^ a b A history of Greek-owned shipping : the making of an international tramp fleet, 1830 to the present day : Harlaftis, Gelina, 1958 - Internet Archive, su archive.org, 25 marzo 2023. URL consultato il 14 maggio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Herlihy, Patricia, “Russian Wheat and the Port of Livorno, 1794-1865’, Journal of European Economic History, no. 5, 1976.
  • V.A. Solotov. Esportazione del grano attraverso I porti dei Mari Nero e d’Azov negli anni 1860 — 1890. Casa editrice RGU, 1966.
  • I.I. Kaufman Informazione sul commercio internazionale cerealicolo. Italia. Esportazione ed importazione dei prodotti principali di agricoltura nel arco degli anni 1884-1910.
  • Giorgio Doria, Debiti e navi. La compagnia di Rubattino 1839-1881, Genova, Marietti, 1990.
  • Paolo Piccione, Le navi dei Florio. Storia delle attività armatoriali 1840-1931, Palermo, Nuova Ipsa Editore, 2018.
  • Salvatore Requirez, Storia dei Florio, Palermo, Flaccovio Editore, 2007.
  • L. Scavino, Sailing Shipping and Maritime Labor in Camogli (1815—1914): Floating Communities in the Global World, Brill's Studies in Maritime History, Brill, 2022, ISBN 978-90-04-51408-9. URL consultato il 14 maggio 2024.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]