TGV 001

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TGV 001
Autotreno
T 001 visto dall'Autostrada A4 a Bischheim
Anni di progettazione 1969
Anni di costruzione 1972
Anni di esercizio 1972 - 1978
Quantità prodotta 1 unità
Costruttore Alsthom-Brissonneau & Lotz
Dimensioni 92.900 mm x 2.814 mm x 3.400 mm
Capacità 78 posti a sedere
Interperno 17.570 mm
Passo dei carrelli 2.600 mm
Massa in servizio 192 t
Massa aderente 192 t
Massa vuoto 185 t
Rodiggio Bo'Bo'Bo'Bo'Bo'
Diametro ruote motrici 900 mm
Tipo di trasmissione Elettrica
Potenza oraria 2 x 940 CV (Turmo III); 2 x 1100 (Turmo X)
Velocità massima omologata 300 km/h
Alimentazione Cherosene
Tipo di motore turbina

Il treno TGV 001 (Très Grande Vitesse 001) è stato un prototipo sperimentale di treno con propulsione a turbina, ad alta velocità, di costruzione francese.

Vista della testata T1 del TGV 001

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il turbotreno TGV 001 nacque nell'ambito delle ricerche ferroviarie per la costruzione di treni innovativi in grado di raggiungere velocità elevate dell'ordine dei 250–300 km/h. Il prototipo nacque progettualmente nel 1969 e i primi collaudi iniziarono nel 1972. Il prototipo 001 era una locomotiva sperimentale turbo-elettrica la cui costruzione era stata commissionata alla Alstom.

Il progetto era parte di un più vasto programma di ricerche volte al raggiungimento di standard elevati di elevate velocità commerciali che comprendeva tutti gli aspetti tecnici, trazione, sistemi frenanti, aerodinamica e assetto dei rotabili, nonché sistemi di segnalamento che superassero i limiti tradizionali. I tecnici francesi, a differenza di quelli di altre nazioni europee, puntavano su soluzioni che non facessero ricorso a tecniche di pendolamento né attive né passive. L'uso della turbina nella trazione ferroviaria era già stato implementato in Francia con i turbotreni ETG e RTG che però rimanevano dei treni automotori classici come impostazione generale. Per la realizzazione del TGV 001 venne adottata la soluzione con due locomotive alle estremità e tre carrozze intermedie. Le due locomotive, monocabina ebbero anteriormente profili aerodinamici di tipo aeronautico e i carrelli vennero costruiti tutti motori con la tecnica della potenza distribuita. Ogni asse era infatti dotato di motore elettrico; ciò diminuiva il peso assiale delle locomotive pur permettendo un'elevata potenza complessiva. Un'ulteriore vantaggio era determinato dalla possibilità di utilizzare così efficacemente la frenatura elettrica

L'equipaggiamento motore era costituito da due turbine, Turbomeca tipo TURMO III G (in seguito TURMO X), del tipo adottato sugli elicotteri Super Frelon, accoppiate a generatori elettrici che producevano la corrente elettrica necessaria alla trazione.

Il treno venne inoltre realizzato articolato con carrelli costruiti in modo che le carrozze intermedie vi poggiassero a coppie con guadagno in termini di stabilità complessiva e migliore inscrivibilità.

Il 24 marzo del 1972 venne terminato il primo treno e iniziò i test il 4 aprile. Vennero eseguiti oltre 5000 test in corsa con oltre mezzo milione di km superando i 300 km/h 175 volte. Il prototipo raggiunse i 318 km/h, record mondiale per turbotreni, l'8 dicembre 1972 ma non ebbe seguito commerciale[1].

La crisi petrolifera del 1973 e il conseguente balzo in su dei prezzi dei carburanti fece orientare definitivamente verso l'uso della trazione elettrica; i test si conclusero ufficialmente il 19 giugno 1978.

Esemplari preservati[modifica | modifica wikitesto]

La testata T 002, esposta lungo l'autostrada A36 nei pressi di Belfort, è stata asportata dal suo sito il 25 aprile 2016 e trasportata mediante carrello stradale allo stabilimento Alstom di Belfort dove sarà sottoposta a un restauro estetico prima di essere riposizionata nello stesso punto espositivo. Le operazioni di restauro sono state fortemente richieste dal sindaco di Belfort, per riportare in buone condizioni quello che è tuttora un simbolo della tecnologia ferroviaria.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jacques Defrance, Le matériel moteur de la SNCF, N.M. La Vie du Rail, 1978
  2. ^ Alstom, la Ville de Belfort et MÄDER s'associent pour rénover la motrice TGV 001 Archiviato il 28 aprile 2016 in Internet Archive. - Ferrovie.it: Va al restauro il papà dei TGV

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • 30 anni di TGV, su emdx.org. URL consultato il 4 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2007).
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