TA7

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TA7
Tomba di Parennefer
Planimetria schematica della Tomba TA7[N 1]
CiviltàAntico Egitto
Utilizzotomba
EpocaXVIII dinastia
Localizzazione
StatoBandiera dell'Egitto Egitto
LocalitàAmarna
Amministrazione
PatrimonioNecropoli amarniana
EnteMinistero delle Antichità
Visitabile
Sito webwww.amarnaproject.com/
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 27°39′42″N 30°54′20″E / 27.661667°N 30.905556°E27.661667; 30.905556
Mappa di localizzazione: Egitto
Necropoli Amarna
Necropoli Amarna
La posizione della necropoli di Amarna in Egitto

TA7 (Tomb of Amarna 7) è la sigla che identifica una delle Tombe dei nobili ubicate nell'area dell'antica Akhetaton, oggi nota come Amarna, capitale voluta e costruita dal faraone Amenhotep IV/Akhenaton della XVIII dinastia. La città venne abbandonata circa 30 anni dopo la sua fondazione; le tombe vennero abbandonate e in parte riutilizzate in epoca moderna come romitaggi di monaci copti. L'abbandono millenario e i danni causati dalla presenza umana hanno spesso reso irriconoscibili le strutture originarie e danneggiato pesantemente, quando non reso illeggibili, scene pittoriche e rilievi parietali.

Titolare[modifica | modifica wikitesto]

TA7 era la tomba di:

Titolare Titolo Necropoli Dinastia/Periodo Note
Parennefer Artigiano reale, puro di mani; Sovrintendente di tutti gli artigiani del re; Sovrintendente di tutti i lavori del re nella casa di Aton; Primo degli amici che accompagna il Signore delle Due Terre in ogni luogo; Sovrintendente dei Profeti di tutti gli dei[1][2] Amarna XVIII dinastia area meridionale[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

A Parennefer è intitolata anche la tomba TT188 della Necropoli tebana[N 2]. Nessun'altra notizia biografica è ricavabile dalla tomba amarniana così come da quella tebana il che è compatibile con il minor livello dei titoli di cui Parennefer si fregia[4].

La tomba[modifica | modifica wikitesto]

Le tombe minori TA7a, TA7b e TA7c ubicate nei pressi della TA7

TA7, molto povera e non ultimata, è costituita, planimetricamente da un corridoio che immette direttamente in una sala trasversale che presenta, sul fondo una nicchia, o corridoio, non ultimato. Nel lato corto a nord si apre l'accesso a due sale appena abbozzate che si susseguono. La facciata è la parte più definita dell'intera sepoltura: sulla parete (nn. 1 e 2 in planimetria), nella parte alta, la famiglia reale in adorazione dell'Aton mentre, nella parte più bassa sono rappresentati il defunto inginocchiato e alcuni carri. Sulla stessa facciata, ancora la famiglia reale in adorazione di Aton (3–4) così come ai lati dell'ingresso (6–7). Un breve corridoio, sulle cui pareti è rappresentata la famiglia reale (7) e il defunto in adorazione (8), immette nella sala trasversale. Sulle pareti (9–10) il defunto premiato dal re Akhenaton e dalla regina Nefertiti che si affacciano, unitamente a tre principesse, ad un balcone del Palazzo Reale; sono presenti anche la sorella della regina, Mutnodjemet, nonché altri funzionari, cortigiani, carristi e servi che recano i premi. Poco oltre (11) scene non finite del defunto che torna verso casa (12) recando il proprio premio; altre scene non finite (13) rappresentano musicisti, cibi e due funzionari dinanzi al re seduto sotto un padiglione. Su altra parete (14) resti di graffiti ieratici; ai lati dell'entrata nella nicchia di fondo (15–16) i titoli del defunto[1][5]. Nei pressi della TA7 si trovano alcune tombe minori contrassegnate dalle sigle TA7a, 7b e 7c.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La numerazione dei locali e delle pareti segue quella di Porter e Moss 1968, p. 220.
  2. ^ I funzionari provenivano da altre località, Menfi o la stessa Tebe, ed è perciò ipotizzabile che avessero comunque preferito essere sepolti nei luoghi d'origine; a riprova di tale ultima considerazione, si pensi ad altri funzionari amarniani, o comunque impiegati durante il regno di Akhenaton, che hanno la loro sepoltura tra le Tombe dei Nobili di Tebe: TT55 di Ramose; TT188 di Parennefer; TT192 di Kharuef; TT46 di Ramose; TT136 di Ipy.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Davies 1903, Parte VI, pp. 1-6.
  2. ^ Reeves 2001, p. 136.
  3. ^ Davies 1903, Parte VI, pp. 1-6, Tavv. da III a X.
  4. ^ Porter e Moss 1968, Parte IV, p. 219.
  5. ^ Porter e Moss 1968, Vol. IV, pp. 219-221.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]