Symphytum tuberosum

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Consolida femmina
Foglie e fiori di Symphytum tuberosum
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Lamiidi
OrdineBoraginales
FamigliaBoraginaceae
SottofamigliaBoraginoideae
TribùBoragineae
SottotribùBoragininae
GenereSymphytum
SpecieS. tuberosum
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineLamiales
FamigliaBoraginaceae
GenereSymphytum
SpecieS. tuberosum
Nomenclatura binomiale
Symphytum tuberosum
Tourn. ex L.
Sinonimi

Symphytum mediterraneum
Koch

Symphytum tuberosum Tourn. ex L., chiamato comunemente consolida femmina, è una pianta appartenente alla famiglia delle Boraginacee presente in gran parte dell'Europa.[1][2][3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una pianta erbacea perenne, alta dai 20 ai 50 cm, molto diffusa che cresce fino a 1500 m di altitudine. Presenta rizoma che ogni anno emette radici e fusti avventizi. È in generale densamente pelosa, con foglie setolose ovato-oblunghe od obovate di 3–12 cm, larghe 3–4 cm. I fiori sono di colore giallo-pallido, riuniti in cime dense e pendule.

Fiorisce da marzo a maggio.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Ha proprietà emollienti, cicatrizzanti, espettoranti, analgesiche e vulnerarie[4]. Viene usata l'intera pianta, ma soprattutto le radici; le giovani foglie ed i getti vengono usati in cucina.

È visitata dalle api per il suo nettare.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Symphytum tuberosum, in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 6/2/2020.
  2. ^ Symphytum tuberosum, su meditflora.com.
  3. ^ Symphytum tuberosum, su actaplantarum.org.
  4. ^ http://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?t=3496
  5. ^ (FR) Symphytum tuberosum & Apis mellifera, su Florabeilles, 29 gennaio 2018. URL consultato il 27 giugno 2019.

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