Symphodus melops

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Tordo occhionero
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Perciformes
Sottordine Labroidei
Famiglia Labridae
Genere Symphodus
Specie S. melops
Nomenclatura binomiale
Symphodus melops
Linnaeus, 1758
Sinonimi

Crenilabrus gibbus, Crenilabrus melops, Labrus cornubius, Labrus gibbosus, Labrus gibbus, Labrus goldsinny, Labrus melops, Labrus reticulatus, Labrus rone, Labrus tesselatus, Labrus venosus, Lutjanus melops, Lutjanus norvegicus Labrus melops (Linnaeus, 1758)
Lutjanus melops (Linnaeus, 1758)
Crenilabrus melops (Linnaeus, 1758)
Crenilabrus tinca (non Linnaeus, 1758)
Labrus tinca (non Linnaeus, 1758)
Labrus rone (Ascanius, 1772)
Labrus gibbosus (Bonnaterre, 1788)
Labrus goldsinny (Bonnaterre, 1788)
Crenilabrus gibbus (Gmelin, 1789)
Labrus gibbus (Gmelin, 1789)
Labrus venosus (Gmelin, 1789)
Labrus cornubius (Gmelin, 1789)
Labrus tesselatus (Bloch, 1792)
Lutjanus norvegicus (Bloch, 1797)

Symphodus melops (Linnaeus, 1758), conosciuto comunemente come tordo occhionero è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Labridae.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è la più settentrionale di tutti i Symphodus[2]; è diffusa nell'Oceano Atlantico orientale tra la Norvegia e il Marocco comprese le Azzorre[3] e le Canarie[2]. È presente, ma raro, nel mar Mediterraneo, compreso il mar Adriatico[2]. Nella Sicilia sud-occidentale è da poco stata scoperta una popolazione stabile[4].

Vive su fondi rocciosi ricchi di vegetazione, spesso (non nel Mediterraneo) tra le alghe brune del genere Laminaria[5], da 1 a 30 metri di profondità[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ha aspetto generale simile a quello degli altri membri del genere Symphodus, in questa specie però il corpo appare particolarmente alto e tozzo, il muso piuttosto corto e le labbra piccole e poco carnose. La livrea è variabile come in tutti i Symphodus, ed è il principale carattere di riconoscimento. Caratteri presenti in tutte le livree sono una macchia reniforme scura dietro l'occhio, una macchietta scura nella parte centrale del peduncolo caudale (che può essere più o meno visibile) e tre fasce scure longitudinali che possono essere interrotte e suddivise in serie di macchie quadrangolari. Il colore di fondo è di solito beige o marrone chiaro, talvolta, soprattutto nei giovani, bluastro o verde vivo. I maschi riproduttivi sono caratterizzati dalla presenza di linee blu sulla parte inferiore della testa e da punti dello stesso colore e rossi sparsi sul corpo e sulle pinne. Il colore di fondo può essere azzurrino o rossiccio[2][5][6].

Misura fino a 28 cm ma normalmente non supera i 20 cm[3].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La longevità arriva a 9 anni[3]. È stato osservato agire come "pesce pulitore" liberando dai parassiti alcuni pagelli[2].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Nel Mediterraneo si riproduce tra la primavera e l'inizio dell'estate. Il nido viene preparato dal maschio deponendo alghe in una depressione rocciosa[2].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si ciba di crostacei, molluschi, idrozoi, briozoi e vermi marini[3].

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Occasionale, con lenze e tramagli. Le carni sono mediocri come nella generalità dei Labridae, vengono impiegate per la zuppa di pesce[6].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una specie non minacciata, con popolazioni di diversa entità e abbondanza nelle diverse parti dell'areale ma comunque stabili[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Symphodus melops, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c d e f Enrico Tortonese, Osteichthyes, Bologna, Calderini, 1975.
  3. ^ a b c d e (EN) Symphodus melops, su FishBase. URL consultato il 30.07.2014.
  4. ^ Tiralongo, F., Tirnetta, S. (2018): On the presence of a well-established population of Symphodus melops (Linnaeus, 1758) in the central Mediterranean Sea with notes on its habitat and ecology. Acta Adriatica 59(2): 219-224
  5. ^ a b Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 88-8039-472-X.
  6. ^ a b Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, ISBN 88-425-1003-3.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 88-8039-472-X.

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