Suore dei Santi Nomi di Gesù e Maria

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Le Suore dei Santi Nomi di Gesù e Maria (in latino Congregatio Sororum a SS. Nominibus Iesu et Mariae) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla S.N.J.M.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'istituto venne fondato nel Québec da Marie-Rose Durocher (1811-1849), in un momento di grande tensione sociale dovuta alla conquista della regione da parte degli inglesi protestanti: per continuare ad assicurare ai giovani quebecchesi l'insegnamento del francese e della religione cattolica, il sacerdote Pierre-Adrien Telmont, religioso dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, consigliò alla Durocher di creare una nuova congregazione di suore.[2]

Le Suore dei Santi Nomi di Gesù e Maria iniziarono a condurre vita comune a Longueuil il 28 ottobre del 1843: vennero approvate dal vescovo di Montréal, Ignace Bourget, il 29 febbraio 1844 e vennero riconosciute come congregazione di diritto pontificio con il decreto di lode del 27 febbraio 1863; vennero approvate definitivamente dalla Santa Sede il 4 settembre del 1877.[2]

La fondatrice è stata beatificata da papa Giovanni Paolo II nel 1982.[3]

Attività e diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Le suore della congregazione seguono la spiritualità ignaziana e si dedicano prevalentemente all'istruzione e alla catechesi.[2]

Diffuse prevalentemente in Canada e negli Stati Uniti d'America, nel 1931 si sono aperte all'apostolato missionario fondando case in Giappone e Lesotho, e poi anche in Brasile, Perù, Camerun, Haiti e Nigeria:[4] la sede generalizia è a Longueuil.[1]

Al 31 dicembre 2005, la congregazione contava 1.332 religiose in 100 case.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ann. Pont. 2007, p. 1714.
  2. ^ a b c DIP, vol. VIII (1988), coll. 799-800, voce a cura di G. Rocca.
  3. ^ Omelia per la proclamazione di cinque nuovi beati (23 maggio 1982), su vatican.va. URL consultato il 30-6-2009.
  4. ^ Where we are, su snjm.org. URL consultato il 30-6-2009 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2008).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN130241220 · ISNI (EN0000 0004 0414 6365 · LCCN (ENn82212647 · J9U (ENHE987007352143205171 · WorldCat Identities (ENlccn-n82212647
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