Stemma di Bolzano

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Stemma di Bolzano
Blasonatura
D'argento, alla fascia di rosso caricata di una stella d'oro a sei punte.
Il gonfalone di Bolzano

Lo stemma di Bolzano (in tedesco Bozner Stadtwappen, Wappen Bozens o Bozner Wappen), simbolo e emblema ufficiale di Bolzano, è definito - sul piano dell'araldica - D'argento, alla fascia di rosso, caricata di una stella d'oro a sei punte (ted. In Silber ein roter Balken mit goldenem sechsspitzigen Stern).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma di Bolzano, accanto a quelli austriaco e tirolese, sulla facciata della Waaghaus di Bolzano, XVII sec.

La città di Bolzano possiede il suo stemma, unitamente all'istituzione del consiglio comunale, dal 1381, grazie al conferimento di apposito privilegio da parte del duca Leopoldo III d'Austria[1]. Lo stemma evoca palesemente i colori austriaci invertendone semplicemente l'ordinamento (bianco-rosso-bianco); al centro campeggia una stella a sei punte dorata, che verosimilmente fa riferimento alla Stella Maris, tipica rappresentazione allegorica della Madonna (patrona del duomo cittadino) nella liturgia cattolica.

Lo stemma venne utilizzato dagli uffici comunali anche sotto forma di sigillo, attestato su atti ufficiali sin dal 1479 e recante, attorno allo stemma, in scrittura gotica, la dicitura: . s(igillvm) . des . rats . lant/gerichcz . statg/erichcz . ze . potzen ("sigillo del consiglio, del giudizio distrettuale e del giudizio cittadino di Bolzano"). Un esemplare è conservato su una pergamena del 1488 facente parte dei fondi archivistici dell'Archivio Storico della Città di Bolzano[2].

Con il decreto del capo del governo Benito Mussolini del 9 luglio 1931[3], nel quadro del tentativo di estirpazione dell'elemento tedesco dall'Alto Adige attuato durante il ventennio fascista, la stella venne ridotta a cinque punte, onde assimilarla alla Stella d'Italia e ricondurla in questo modo alla tradizione sabauda in evidente sostituzione a quella asburgica. Tale disposizione è stata abolita dopo la liberazione dal nazifascismo, con il ripristino della blasonatura originaria[4], poi formalizzata con delibera del consiglio comunale il 21 aprile 1988.

In ragione delle norme di autonomia della provincia di Bolzano, lo stemma civico del capoluogo si discosta dalle regole araldiche della Repubblica Italiana: non è infatti in genere previsto il suo accompagnamento con la corona di città e/o con il serto di quercia e alloro serrato dal nastro tricolore.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hannes Obermair, Bozen Süd – Bolzano Nord. Schriftlichkeit und urkundliche Überlieferung der Stadt Bozen bis 1500 – Scritturalità e documentazione archivistica della Città di Bolzano fino al 1500, vol. 1, Bolzano, Città di Bolzano, 2005, pp. 397–398, n. 838, ISBN 88-901870-0-X.
  2. ^ Hannes Obermair, Bozen Süd – Bolzano Nord. Schriftlichkeit und urkundliche Überlieferung der Stadt Bozen bis 1500 – Scritturalità e documentazione archivistica della città di Bolzano fino al 1500, vol. 2, Bolzano, Città di Bolzano, 2008, pp. 187–198, n. 1242, ISBN 978-88-901870-1-8.
  3. ^ Bolzano, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  4. ^ Karl Theodor Hoeniger, Altbozner Bilderbuch. Hundert Abbildungen und vierzig Aufsätze zur Stadtgeschichte, 3ª ediz., Bolzano, Ferrari-Auer, 1968, p. 99.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Conrad Fischnaler, Wappenbuch der Städte und Märkte der gefürsteten Grafschaft Tirol, Wagner, Innsbruck, 1894, pp. 60–63.
  • (DE) Franz-Heinz von Hye, Wappen in Tirol, Zeugen der Geschichte. Handbuch der Tiroler Heraldik (Schlern-Schriften, 321), Wagner, Innsbruck, 2004.

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