Stazione di Villacidro

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Villacidro
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàVillacidro
Coordinate39°27′43.15″N 8°44′34.83″E / 39.461985°N 8.743009°E39.461985; 8.743009
Altitudine217 m s.l.m.
Lineeferrovia Isili-Villacidro
Storia
Stato attualedismessa
Attivazione1915
Soppressione1956
Caratteristiche
Tipostazione in superficie, di testa
Binari5

La stazione di Villacidro era una stazione ferroviaria, capolinea della ferrovia Isili-Villacidro. Serviva il centro abitato di Villacidro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini dello scalo si ricollegano a quelle della linea ferroviaria tra Isili e Villacidro: realizzata nella prima metà degli anni dieci del Novecento[1][2] ad opera della Ferrovie Complementari della Sardegna, la stazione fu attivata insieme al resto della rete aziendale il 21 giugno 1915[2]. Le FCS furono l'unico gestore dell'impianto nel corso della sua storia, durante la quale più volte prese forma l'ipotesi della connessione dello scalo con la stazione di Siliqua delle FMS e con la rete ferroviaria a scartamento ridotto del Sulcis-Iglesiente[3][4][5], che tuttavia non andò oltre la fase progettuale[6].

Con la decisione di sostituire le relazioni espletate sulla ferrovia con autocorse, la stazione di Villacidro cessò l'esercizio il 5 settembre 1956[7], data della chiusura della linea, restando a lungo in uso per finalità ricollegate ai servizi di autolinee delle FCS e delle aziende che successivamente ne rilevarono la concessione.

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Posta nella parte orientale di Villacidro, la stazione era di tipo terminale ed era posta alla progressiva chilometrica 69+652[8]. Dal punto di vista dell'infrastruttura ferroviaria negli anni di attività comprendeva complessivamente cinque binari[9], aventi tutti scartamento 950 mm: dal binario di corsa (tronco) si diramavano due binari passanti[9] sul lato est ed un tronchino (con prolungamento) che ad ovest serviva lo scalo merci dell'impianto[9], dotato anche di un magazzino e di un piano caricatore ancora presenti in loco.

Il prolungamento del più esterno dei binari di incrocio terminava nei locali della rimessa locomotive della stazione (ancora esistente)[9], posta nella parte sud dello scalo e accessibile in regresso; dallo stesso tronchino si diramava inoltre un ulteriore binario che conduceva a una piattaforma girevole[9]. In questa area, ancora in uso per il rimessaggio degli autobus dell'ARST, è presente un ulteriore fabbricato di servizio[9]. La dotazione di edifici della stazione si completava con la costruzione che ospitava le ritirate (demolita) e con il fabbricato viaggiatori, adiacente al magazzino merci e dalle caratteristiche tipiche delle stazioni di seconda classe delle linee a scartamento ridotto sarde, avendo sviluppo su due piani più tetto a falde in laterizi e tre accessi su quello che era il piazzale ferroviario[9].

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni in cui fu attivo l'impianto fu servito dalle relazioni, sia passeggeri che merci, espletate dalle Ferrovie Complementari della Sardegna.

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

La stazione era dotata di una sala d'attesa nel fabbricato viaggiatori e di servizi igienici, ubicati in una costruzione a sé stante[8].

  • Sala d'attesa Sala d'attesa
  • Servizi igienici Servizi igienici

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ogliari, pp. 662-667.
  2. ^ a b Altara, p.267.
  3. ^ Giovanni Antonio Sanna, Le ferrovie del Sulcis - nella Sardegna sud occidentale fra documenti immagini e racconti, Cortona, Calosci Editore, 2012, p. 99, ISBN 978-88-7785-267-0.
  4. ^ Ogliari, pp.893, 1211-1215, 1273.
  5. ^ Altara, pp. 145, 154, 293.
  6. ^ Ogliari, p. 897.
  7. ^ Ogliari, p. 1392.
  8. ^ a b Le ferrovie Isili-Villacidro e Villamar-Ales, su lestradeferrate.it.
  9. ^ a b c d e f g Stazione di Villacidro, su lestradeferrate.it. URL consultato il 25 febbraio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0.
  • Francesco Ogliari, La sospirata rete, Milano, Cavallotti Editori, 1978.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]