Stazione di Marmirolo

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Marmirolo
stazione ferroviaria
L'ex fabbricato viaggiatori nel 2010
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMarmirolo
Coordinate45°13′11.65″N 10°45′41.71″E / 45.219903°N 10.761586°E45.219903; 10.761586
Lineeferrovia Mantova-Peschiera
Storia
Stato attualeDismessa
Attivazione1934
Soppressione1967
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, passante

La stazione di Marmirolo era posta lungo la ferrovia Mantova-Peschiera, a servizio dell'omonimo Comune.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Completata nel 1927 a cura del Consorzio interprovinciale per la Ferrovia Mantova-Peschiera, la linea ferroviaria, e con essa la stazione, venne affidata nel 1932 in subconcessione la linea alla Società Anonima Esercizi Riuniti (SAER); l'inaugurazione ufficiale avvenne il 13 maggio 1934[1].

Il 14 febbraio 1948 il Consorzio Interprovinciale riassunse la gestione diretta della linea e degli impianti.

Nel 1963 la gestione della linea passò infine all'Azienda Interprovinciale Autoservizi di Mantova (APAM) che interruppe nell'estate di quell'anno i collegamenti diretti con la darsena di Peschiera e la navigazione lacuale del Garda. Il Ministero dei trasporti, con decreto 23 agosto 1966, n. 2974, decise di sostituire la linea con un autoservizio e i treni passeggeri e merci percorsero per l'ultima volta la linea il 30 aprile 1967[2].

Dopo la chiusura della linea il tronco Sant'Antonio-Marmirolo fu mantenuto fino al 2005 in regime di raccordo merci per consentire il collegamento con le officine CIMA, successivamente Leon d'Oro.

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

L'ex piazzale binari

Analogamente alle altre stazioni della linea, l'impianto era dotato di un magazzino merci con relativo binario di servizio.

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

La stazione era interessata dal traffico locale passeggeri per Mantova e, dal 31 marzo 1957[3], dalle corse dirette da/per Brescia[4].

La stazione generava inoltre un discreto traffico merci correlato alle locali ferriere e a un'officina per la costruzione di carri ferroviari[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A. Muratori, La Ferrovia Mantova Peschiera, op. cit., p. 6.
  2. ^ Ganzerla, 2004, p. 260.
  3. ^ A. Muratori, La Ferrovia Mantova Peschiera, op. cit., p. 13.
  4. ^ M Bicchierai, D. Mariani, Brescia e le sue ferrovie, in Mondo Ferroviario, n. 5, giugno 1986, pp. 13-17.
  5. ^ A. Muratori, Se ci fosse quel treno..., op. cit., p. 10.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giancarlo Ganzerla, Binari sul Garda - Dalla Ferdinandea al tram: tra cronaca e storia, Brescia, Grafo, 2004, ISBN 88-7385-633-0.
  • FENIT 1946 1996, FENIT - Roma, 1996.
  • Roberto Mattioni, La bella Cenerentola (PDF), Mantova, Associazione Ferrovia Mantova Peschiera, 1998. ISBN non esistente
  • Roberto Mattioni, Licinio Bonat, Racconti e ricordi della F.M.P., Mantova, Associazione Ferrovia Mantova Peschiera, 1998. ISBN non esistente
  • Alessandro Muratori, La Ferrovia Mantova Peschiera, Roma, GRAF, 1975. ISBN non esistente
  • Alessandro Muratori, Se ci fosse quel treno, in Mondo Ferroviario, n. 14, maggio 1987, pp. 10–13.

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