Statilia Messalina

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Statilia Messalina
Busto di nobildonna romana identificata come Statilia Messalina (British Museum, Londra)
Consorte dell'imperatore romano
In carica66 - 9 giugno 68[1]
PredecessorePoppea
SuccessoreGaleria Fundana
Nascita35 circa
Mortepost 69
Dinastiagens Statilia (per nascita)
Giulio-Claudia (per matrimonio)
PadreTito Statilio Tauro Corvino
Coniugitre mariti[2]
Marco Giulio Vestino Attico (...-66)
Nerone (66-68)
Figliun figlio (da Marco Giulio Vestino)

Statilia Messalina (35 circa – post 69[3]) è stata una nobildonna e imperatrice romana, terza moglie dell'imperatore Nerone.

Origini familiari[modifica | modifica wikitesto]

Poco si sa della sua famiglia ma Svetonio ci riferisce che era bisnipote del console del 26 a.C. Tito Statilio Tauro.[4] Messalina era inoltre figlia del console del 45 Tito Statilio Tauro Corvino, che fu coinvolto in una congiura contro l'imperatore Claudio nel 46,[5] o di una sua sorella.[6]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Messalina si sposò in quarte nozze con il nobile Marco Giulio Vestino Attico, console nel 65.[7][8] Nel 65 il marito fu costretto al suicidio dall'imperatore Nerone, sia perché era accusato di aver partecipato ad una congiura contro di lui, sia perché il Principe ne voleva la moglie.[9] Nello stesso anno morì la moglie incinta di Nerone, Poppea Sabina,[10] e quindi l'imperatore sposò Messalina l'anno seguente.[8] Il 9 giugno del 68 Statilia andò via dal palazzo imperiale e quello stesso giorno Nerone morì.[11] In seguito alla morte del marito Statilia rimase a Roma e nel 69 rifiutò il fidanzamento dell'imperatore Otone, che regnò per soli tre mesi.[12] Le ultime notizie di Messalina si hanno sotto Domiziano, quando la nobildonna era "una delle regine dei salotti romani".[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ SvetonioNerone, LVII.
  2. ^ PIR, S 625.
  3. ^ SvetonioOtone, X.
  4. ^ SvetonioNerone, XXXV.
  5. ^ Lightman 2007, pag. 303.
  6. ^ Syme 1993, pag. 377.
  7. ^ Tacito, Annales, XV, 68.
  8. ^ a b Fini 1994, pag. 217.
  9. ^ Fini 1994, pag. 208.
  10. ^ Tacito, Annales, XVI, 6.
  11. ^ Fini 1994, pag. 242.
  12. ^ a b Fini 1994, pag. 246.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti antiche
Fonti moderne

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