Sacerdote di Lione

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San Sacerdote
Statua lignea di San Sacerdote nella chiesa di San Nicezio a Lione
 

Vescovo

 
NascitaLione, 487
MorteParigi, 11 settembre 552
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazionepre canonizzazione
Ricorrenza11 settembre
Sacerdote di Lione
vescovo della Chiesa cattolica
Incarichi ricopertiVescovo di Lione
 
Nato487 a Lione
Consacrato vescovoprima del 549
Deceduto11 settembre 552 a Parigi
 

Sacerdote (Lione, 487Parigi, 11 settembre 552) è stato il 27º vescovo di Lione a metà del VI secolo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel più antico catalogo episcopale lionese, contenuto in un evangeliario della metà del IX secolo, e redatto attorno agli anni 799-814, il nome del vescovo Sacerdote (Sacerdos) compare al 27º posto[1] tra Leonzio, successore di san Lupo, documentato nel 538, e san Nicezio.[2] Un altro antico catalogo, riportato da Hugues di Flavigny nella sua Chronica universalis, aggiunge questa nota storica: S. Sacerdos, tempore Childeberti.[3] Un terzo catalogo, più recente, aggiunge un'ulteriore informazione, relativa ad alcune chiese fatte costruire da Sacerdote: Sacerdos ecclesiam s. Pauli et s. Eulaliae.[4]

La vita di san Sacerdote è nota grazie alle informazioni riportate da Gregorio di Tours; a quelle contenute nel suo epitaffio, di cui si conosce una trascrizione medievale e un frammento dell'originale, scoperto nel 1883; e ad alcuni frammenti di una Vita, oggi andata perduta.

Sacerdote nacque nel 487 a Lione da una famiglia patrizia; era sposato ed aveva un figlio, che fu sepolto con lui; era lo zio di san Nicezio, suo successore sulla cattedra di Lione. Non si conosce l'anno esatto in cui divenne vescovo di Lione, che è compreso nel periodo tra il 538 e il 549. In quest'ultimo anno Sacerdote presiedette un concilio, celebrato il 28 ottobre ad Orléans, durante il quale fu ratificata l'erezione di un ospedale a Lione, voluto dal re Childeberto I e da sua moglie Ultrogota.[5]

Secondo i cataloghi episcopali lionesi, l'episcopato di Sacerdote si svolse interamente durante il regno di Childeberto I (534-558); alla sua azione si deve la costruzione, o piuttosto il restauro, di due chiese cittadine, la chiesa di San Paolo e quella di Sant'Eulalia, in seguito dedicata a San Giorgio, dipendente da un monastero femminile. Di queste chiese esiste una relazione fatta da Leidrado di Lione (circa 798-816) a Carlomagno, e ai lavori di costruzione si riferiscono i frammenti medievali della Vita di san Sacerdote.[6]

Gregorio di Tours racconta gli ultimi istanti della vita di san Sacerdote. Recatosi a Parigi nel 552 per un concilio che doveva regolare i problemi sorti sulla sede parigina dopo la deposizione del vescovo Saffaraco, Sacerdote si ammalò e non poté prendere parte alla riunione e firmarne gli atti.[7] Sul letto di morte, Sacerdote ottenne dal re Childeberto che suo successore sulla cattedra di Lione fosse il nipote Nicezio.[8]

Secondo il testo dell'epitaffio, Sacerdote morì l'11 settembre 552, e poco tempo dopo i suoi resti furono traslati a Lione e sepolti nella chiesa degli Apostoli, in seguito dedicata a san Nicezio.[9]

Culto[modifica | modifica wikitesto]

La più antica attestazione liturgica del vescovo Sacerdote si trova nel Martirologio geronimiano (V-VI secolo), dove la sua celebrazione è posta al 12 settembre.[10] Alla medesima data il santo è menzionato nel Martirologio di Lione e nel Martirologio Romano redatto dal Baronio.[11]

L'odierno martirologio, riformato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II, ha spostato la sua commemorazione alla data dell'11 settembre, dove il santo vescovo è ricordato con queste parole:[12]

«A Parigi in Francia, transito di san Sacerdote, vescovo di Lione, che visse nell'amore e nel timore di Dio e morì in questa città, dove era giunto per un concilio.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In realtà nei cataloghi di Lione, il nome di Stefano si trova al 29º posto, per l'interpolazione di Salonio e Veranio, figli di sant'Eucherio, che tuttavia non furono mai vescovi a Lione.
  2. ^ Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, II, p. 157.
  3. ^ Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, II, p. 158.
  4. ^ Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, II, p. 160.
  5. ^ Monumenta Germaniae Historica, Concilia aevi Merovingici Archiviato il 15 luglio 2019 in Internet Archive., Legum, Sectio III, Concilia, Tomus I, Hannoverae 1893, pp. 99-112. Dictionnaire d'archéologie chrétienne et de liturgie, X/1, col. 204.
  6. ^ Dictionnaire d'archéologie chrétienne et de liturgie, X/1, col. 205.
  7. ^ Concilia aevi Merovingici, pp. 115-117.
  8. ^ Dictionnaire d'archéologie chrétienne et de liturgie, X/1, coll. 205-206.
  9. ^ Dictionnaire d'archéologie chrétienne et de liturgie, X/1, col. 206.
  10. ^ (LA) Giovanni Battista de Rossi e Louis Duchesne, Martyrologium Hieronymianum, in Acta Sanctorum Novembris, II (1894), p. [120].
  11. ^ Martirologio Romano, Quarta edizione italiana, Libreria Editrice Vaticana 1955, p. 236.
  12. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, pp. 715-716.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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