Coordinate: 44°11′55.31″N 7°13′58.09″E

Rifugio Valasco

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Rifugio Valasco
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Altitudine1 764 m s.l.m.
LocalitàValdieri
CatenaAlpi Marittime
Coordinate44°11′55.31″N 7°13′58.09″E
Dati generali
Inaugurazione13 luglio 2008
ProprietàSocietà agricola "Stella Alpina", Genova
GestioneAndrea Cismondi
Periodo di aperturacontinuativo 15 giugno - 15 settembre; nei fine settimana, durante le vacanze di Natale e Pasqua e su prenotazione negli altri periodi. Chiuso da dicembre a metà febbraio.
Capienza45 posti letto
Mappa di localizzazione
Map
Sito internet

Il rifugio Valasco è un rifugio alpino situato nell'omonima vallata (localmente detta Vallone), sotto il monte Matto, nel territorio del comune italiano di Valdieri (CN) e all'interno del Parco naturale delle Alpi Marittime.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio sorse come reale casa di caccia nell'allora Riserva reale di caccia di Valdieri-Entracque, voluta da Vittorio Emanuele II nel 1857. L'edificio non fu però realizzato immediatamente: si stima che la sua costruzione risalga agli anni tra il 1880 ed il 1899, anno in cui si riscontra la prima notizia certa della sua esistenza.

Durante la prima guerra mondiale l'edificio venne requisito dall'esercito (con il consenso del re Vittorio Emanuele III) e trasformato in caserma, ruolo che mantenne fino al termine della seconda guerra mondiale. In questo periodo venne restaurato più volte, in particolare a seguito ad un incendio che causò la distruzione completa del tetto.

Al termine della seconda guerra mondiale, l'edificio fu abbandonato dai militari e tornò tra le proprietà di casa Savoia. Nel 1957 Jolanda di Savoia vendette l'edificio, oltre a tutti i possedimenti terrieri attorno al Valasco, alle nobildonne torinesi Giuseppina e Agatha Ferrarotto; dieci anni dopo gli subentrò la famiglia Rondolino di Vercelli e infine, nel 1970, la Società Agricola Stella Alpina del geometra Piero Lessona[1]. Da allora, la reale casa di caccia è stata utilizzata a scopo agricolo e come ricovero di pastori, fino allo scoppio di un altro incendio che nel 1993 ne distrusse nuovamente il tetto.

La costruzione rimase abbandonata fino al 2002, quando iniziarono i lavori di ristrutturazione e ridestinazione. Il 13 luglio 2008 l'edificio, adibito a rifugio, è stato inaugurato ufficialmente.[2][3]

Caratteristiche e informazioni[modifica | modifica wikitesto]

In quest'immagine è ben visibile la caratteristica struttura a corte centrale

L'edificio sorge al centro del vallone del Valasco, in mezzo ad una caratteristica torbiera, al di sotto del monte Matto. È costituito da una costruzione a pianta quadrata, ad un solo piano, con un cortile interno e due torrette ai lati della facciata.

All'interno, si incontrano dapprima il bar e la reception, quindi la sala da pranzo ed un vano adibito a soggiorno. Si trovano poi, dal lato cortile, quattro stanze a due o tre posti con bagno interno, ed alcune camerate comuni con servizi esterni, per un totale di 45 posti a dormire.[3]

Il rifugio offre servizio di alberghetto, bar e ristorante, con cucina tipica occitana.

È aperto continuativamente dal 15 giugno al 15 settembre; nel restante periodo dell'anno opera nei fine settimana e per le vacanze di Natale e Pasqua. Rimane chiuso tra dicembre e metà febbraio circa a causa del rischio valanghe sul percorso di accesso.[4]

Accessi[modifica | modifica wikitesto]

L'accesso principale è dalla località Terme di Valdieri, dove termina la strada percorribile con mezzi privati. Da lì si segue la carrareccia (non carrozzabile) che risale il vallone di Valasco; in alternativa si percorre l'antico sentiero reale, fino a raggiungere il rifugio, nel giro di circa 1 ora o 1 ora e un quarto.[3][5][6]

Il rifugio è raggiungibile anche dalla Francia partendo da Saint-Martin-Vésubie attraverso il col de Salèse, i laghi di Fremamorta ed il colletto Valasco, oppure partendo da Isola 2000 attraverso la bassa del Drouos, via rifugio Questa.

Ascensioni[modifica | modifica wikitesto]

Traversate[modifica | modifica wikitesto]

Il rifugio si trova inoltre sul percorso dei seguenti sentieri:

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il primo progetto della P.C.E. del 1954 (Piemonte Centrale di Elettricità, poi assorbita da Enel nel 1962), inerente agli impianti idroelettrici dell'alto Gesso prevedeva una diga a gravità, ad andamento rettilineo alta 40 m (simile alla diga del lago della Piastra), creando un invaso di 16 milioni di m³. Avrebbe sommerso il rifugio Valasco e gran parte della piana, definita appunto " piana del Valasco"

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mancato il proprietario del vallone del Valasco e della Casa reale di caccia - laguida.it, 23 ott 2020
  2. ^ Rifugio Valasco - storia, su rifugiovalasco.it. URL consultato il 18 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2009).
  3. ^ a b c Mario Bosonetto, Valasco e Questa - Voglia di rifugio, su La Stampa Nord-Ovest 12 luglio 2008, pag. 69, consultabile online Archiviato il 26 giugno 2013 in Internet Archive.
  4. ^ Rifugio Valasco - periodi di apertura, su rifugiovalasco.it. URL consultato il 18 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2008).
  5. ^ Rifugio Valasco - accesso, su rifugiovalasco.it. URL consultato il 18 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2008).
  6. ^ cicloalpinismo, Balconata del Valasco, su cicloalpinismo.com.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Simone Aime " DIGA DEL CHIOTAS storia del cantiere nell'alto Gesso raccontata da chi ci ha lavorato". 2021 Ed. Primalpe

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]