Quartiere Villa Desideri

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Villa Desideri
Il quartiere Villa Desideri evidenziato in viola su una foto aerea di Marino.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
Città Marino (Italia)
QuartiereMarino centro
Codice postale00047
Nome abitantimarinesi
PatronoSan Barnaba (patrono comunale)
Giorno festivo11 giugno
Coordinate: 41°46′N 12°40′E / 41.766667°N 12.666667°E41.766667; 12.666667

Il quartiere Villa Desideri è un quartiere della cittadina di Marino, in provincia di Roma, nell'area dei Castelli Romani.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Marino.
Cancello di Villa Desideri su corso Vittoria Colonna.
La scalinata dell'esedra di Villa Desideri.
Piazza Ungaretti prima della riqualificazione del 2009 ed il plesso dell'istituto comprensivo "Marcantonio Colonna".

Nel 1975 la società "La Moderna", subentrata ai Desideri nella proprietà di Villa Desideri -ormai decaduta residenza dei Colonna-, si accordò con il Comune di Marino perché, a fronte della cessione al Comune di una parte della villa come parco pubblico, il Comune concedesse alla società l'edificabilità dell'altra parte.[1]

Iniziò così la costruzione del vasto quartiere residenziale, la cui strada principale è via Marcantonio Colonna, una larga strada alberata con andamento a "D", su cui affacciano le palazzine. I costruttori si impegnarono anche a costruire un plesso scolastico nel quartiere, l'attuale sede centrale dell'istituto comprensivo statale "Marcantonio Colonna". Completato il nucleo centrale, l'urbanizzazione di altre aree della zona proseguì spedita, lungo via Arturo Reali, via degli Scozzesi, via Girolamo Torquati, via Aldo Gargano, e prosegue ancora oggi, a volte in modo sovrabbondante.[2] Il carattere generale del quartiere rimase comunque quello di un'area residenziale dotata di servizi e infrastrutture.

Ma non tutto venne da sé. Di fronte all'abbandono della cura del quartiere, i residenti si organizzarono in un Comitato di quartiere, costituitosi con assemblea pubblica il 22 novembre 1992 sotto la presidenza del suo principale promotore, Franco Flamini.[3] Il Comitato di quartiere Villa Desideri ottenne il potenziamento dell'illuminazione stradale, l'asfaltatura delle strade, il coinvolgimento del nuovo quartiere a pieno titolo nel tessuto sociale del centro di Marino.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Centro di Marino.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa della Santissima Trinità[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa della Santissima Trinità (Marino).

Questa chiesa venne costruita nel 1635-1636 dalla congregazione dei Chierici Regolari Minori ai limiti dell'abitato di allora. I religiosi appena installatisi a Marino promossero il culto del Santissimo Crocifisso di Marino, un'immagine considerata miracolosa che fu traslata nella nuova chiesa della Trinità nel 1637. Il convento e la chiesa nel 1835 furono assegnati alla Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana, che li mantennero fino all'emanazione delle leggi italiane postunitarie di soppressione degli ordini religiosi e di eversione dell'asse ecclesiastico.

La chiesa diventò di proprietà comunale. È stata elevata in parrocchia nel 1985.

Ex-convento dei padri dottrinari[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Istituto statale d'arte Paolo Mercuri.

Edicole sacre[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Villa Desideri[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Desideri.

Villa Desideri, ovvero la Villa Colonna di Belpoggio -per distinguerla dalla Villa Colonna di Canepina, oggi Villa Colizza, e dalle altre tenute colonnesi nella zona di Marino e Rocca di Papa-, fu fatta costruire da Filippo I Colonna nella prima metà del Seicento, per la moglie Lucrezia Tomacelli.[1] In seguito i Colonna la affittarono, e poi la vendettero, a Marianna di Marsciano,[1] contessa di nobile famiglia umbra, che trasformò la villa da semplice casino di caccia e tenuta agricola a vero e proprio buen retiro neoclassico. I marchesi Desideri acquistarono la villa alla fine dell'Ottocento, e ne mantennero la proprietà fino al secondo dopoguerra -nonostante la villa sia stata completamente distrutta dai bombardamenti aerei angloamericani del 1944,[5] e ricostruita male-.

Dal 1975 una parte della villa è di proprietà comunale -sull'altra venne fatto edificare il moderno quartiere omonimo, come già detto-.[1] Nel 1983 la palazzina della villa è stata restaurata ed ampliata, e vi è stata collocata la Biblioteca comunale "Vittoria Colonna",[1] importante istituzione culturale della zona castellana. All'inizio degli anni Novanta è stato ricostruito il muraglione di cinta della villa su corso Vittoria Colonna, inclusi il monumentale cancello -che sostituisce un cancello ben più modesto- e la fontana a cascata.[6]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

  • Festa della rosa (prima domenica di maggio).
  • Lumacata (agosto).

Istituzioni, enti e associazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Comitato di quartiere Villa Desideri

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

  • Asilo nido comunale di via Guglielmo Grassi.
  • Sede centrale dell'istituto comprensivo statale "Marcantonio Colonna" (scuola dell'infanzia ed elementare di via Rosa Venerini);
  • Istituto "Daniele Manin" (recupero anni scolastici).

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema bibliotecario dei Castelli Romani.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

  • Campo comunale di calcio a 5 di Villa Desideri;
  • Palestra polivalente dell'istituto comprensivo statale "Marcantonio Colonna" (via Girolamo Torquati).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Rufo-Bardelloni-Bardelloni, p. 8.
  2. ^ Sandro Feltri, Un residence-ecomostro nel cuore di Marino, in Castelli Romani - Divino Orrore, intervista ad Andrea Furlan, in La Voce delle Voci del 5 aprile 2011, su lavocedellevoci.it. URL consultato il 19 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2011).
  3. ^ Rufo-Bardelloni-Bardelloni, pp. 34-35.
  4. ^ Vittorio Rufo, Le Madonnelle di Marino, in Maria Angela Nocenzi, Vittorio Rufo, Ugo Onorati, Il lascito Giani e le Madonnelle di Marino, Marino 2011.
  5. ^ Vedi anche I Castelli Romani durante la seconda guerra mondiale e Marino durante la seconda guerra mondiale.
  6. ^ Rufo-Bardelloni-Bardelloni, pp. 17-18.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Lovrovich, Franco Negroni, Lo vedi ecco Marino, Marino, Tipografia Palozzi, 1981. ISBN non esistente
  • Vittorio Rufo, Marino. Immagini di una città, Ciampino, Banca di Roma, 1991. ISBN non esistente
  • Vittorio Rufo, Paola Bardelloni; Donatella Bardelloni, Marino. Villa Colonna a Belpoggio, Marino, Comune di Marino; Comitato di Quartiere Villa Desideri, 1994. ISBN non esistente
  • Ugo Onorati, Villa Colonna a Belpoggio e la stagione delle ville colonnesi a Marino, in Le ville del Lazio, a cura di Luigi Devoti, Anemone Purpurea editrice, Albano Laziale 2006, pp. 267–279.
  • Vittorio Rufo, Dania Fanasca; Valerio Rufo, Una storia in Comune (1870-1926), Marino, Comune di Marino, 2011. ISBN non esistente

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Lazio: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Lazio