Premio Esso

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Il Premio di pittura Esso o Gran premio di pittura Esso[1] o Premio Esso è stato un premio di pittura organizzato dalla redazione della Esso Rivista tra gli anni 1951 e 1962. Per la giuria si avvalse dei critici d'arte: Lionello Venturi, Giulio Carlo Argan[2], Giuliano Briganti, Giuseppe Marchiori, Palma Bucarelli e altri. Fra i giurati vi furono gl'industriali Giovanni Agnelli, Giovanni Falck e Paolo Stramezzi.[3]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Hanno detto del premio[modifica | modifica wikitesto]

  • "Una piacevole sorpresa mi provenne a suo tempo dal Premio Esso del 1951. Una famiglia d'industriali premiò allora Vespignani e Gentilini, cioè due artisti vivi, che appartengono al gusto d'oggi, e probabilmente del domani, anziché a quello di ieri, o di cento anni fa." (Lionello Venturi, 1952)[3]
  • "Nello stesso anno la partecipazione a ... fu seguita dalla conquista della terza edizione del premio di pittura ESSO, patrocinato dalla Biennale di Venezia, con l’opera Soggiorno a Venezia, entrata nelle collezioni della Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro." (Davide Lacagnina, Tancredi Parmeggiani)[8]
  • Con il Gran Premio di Pittura Esso, indetto dall'omonima rivista della nota Multinazionale sul tema Arte e industria petrolifera e assegnatogli nel 1951 ex aequo con Vespignani, Gentilini ha modo di esercitare ancora una volta la sua grande capacità disegnativa nella prima prova che inaugura la particolare serie dei paesaggi industriali disseminata lungo l'intero percorso professionale del pittore. (Archivio Franco Gentilini)[9]
  • ... Ho visto con piacere che lo schizzo del Forte ti ha fruttato un premio (meritato). Spero che questo ti persuada a venir davvero l'anno prossimo al Forte per lavorare. (Da una lettera di Ardengo Soffici a Amerigo Bartoli a pochi giorni dalla vittoria al premio, datata 18 dicembre 1953)[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Esso Rivista 1950 pag 2
  2. ^ Due articoli di Argan, su giuliocarloargan.org. URL consultato il 21 Settembre 2016.
  3. ^ a b c d e [1] Galleria nazionale d'arte moderna. Soprintendenza speciale alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea La raccolta d'arte ESSO, 1949-1983.
  4. ^ La raccolta Esso, un pieno d'arte: ... Nel 1951 i migliori interpreti del tema “il petrolio e l’industria petrolifera” furono Renzo Vespignani con “Notturno” e Franco Gentilini con “Reparto di distillazione”, che si aggiudicarono ex aequo il concorso, tenutosi alla “Galleria di Roma” nella Capitale. La scelta diplomatica di premiare le due opere, molto diverse per stile (figurativa la prima, astratta la seconda), rifletteva in pieno la dialettica che imperversava nell’Italia anni ’50 circa l’adesione all’uno o l’altro filone stilistico., su sguardocontemporaneo.it. URL consultato il 26 Settembre 2016.
  5. ^ http://www.quadriennalediroma.org/arbiq_web/index.php?sezione=mostre&id=10&ricerca=
  6. ^ Linda De Sanctis, Da Afro a Vedova la bella collezione dei ricchi petrolieri, su ricerca.repubblica.it.
  7. ^ Mecenatismo illuminato. Alla GNAM in mostra la raccolta d'arte ESSO (PDF), su artport.it. URL consultato il 22 Settembre 2016.
  8. ^ Tancredi Parmeggiani, Dizionario biografico degli italiani ad vocem., su treccani.it. URL consultato il 26 Settembre 2016.
  9. ^ Franco Gentilini 1942-1950, su archiviofrancogentilini.com. URL consultato il 26 Settembre 2016.
  10. ^ Amici al caffè: il mondo di Amerigo Bartoli attraverso la sua corrispondenza ..., su books.google.it. URL consultato il 27 Settembre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lionello Venturi, A proposito dei premi Esso, in “Esso rivista”, novembre-dicembre 1952
  • Giovanni Sangiorgi (presentazione), Cento anni di industria in Italia: 4º Premio di Pittura Esso, De Luca ed. | 1962
  • Lorenzo Cantini, Carla Michelli, Galleria nazionale d'arte moderna. Soprintendenza speciale alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea, La raccolta d'arte Esso: 1949-1983, Mondadori-Electa, Milano, 2007.
  • Emporium 1955, pagina 178, Archiviato il 26 agosto 2016 in Internet Archive.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]