Portale:Stelle/Nomenclatura
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Solo le più luminose hanno un nome proprio (come Sirio, Betelgeuse, Altair ecc.), che deriva spesso dall'arabo o dal latino; la maggioranza delle stelle è invece identificata da numeri di catalogo.
A partire dal XVII secolo furono creati dei sistemi di nomenclatura. I principali sono:
- Nomenclatura di Bayer, che si serve delle lettere dell'alfabeto greco (assegnando la α alla più luminosa) e, quando queste sono insufficienti, delle minuscole dell'alfabeto latino, seguite dal genitivo del nome latino della costellazione. Esempi: α Centauri, γ Velorum, ε Indi ecc.
- Nomenclatura di Flamsteed, basata su numeri, assegna l'1 non alla stella più luminosa, ma a quella con ascensione retta più bassa. Esempi: 4 Ursae Majoris, 14 Herculis, 61 Cygni ecc.
- Nomenclatura delle stelle variabili, basata sulle maiuscole dell'alfabeto latino (a partire dalla R, non dalla A), seguite dal genitivo della costellazione; in alcune costellazioni il numero di stelle variabili è tale che si utilizza una nomenclatura basata sulla lettera V (che sta per variable) seguita da un numero e dal genitivo della costellazione. Esempi: S Doradus, RR Lyrae, V838 Monocerotis ecc.
Il progredire dell'astronomia osservativa e l'utilizzo di strumenti sempre più avanzati ha reso necessaria l'adozione di altri sistemi di nomenclatura, che hanno dato origine ad estesi cataloghi stellari.
Cataloghi stellari (tra parentesi la sigla di catalogo)
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La sola organizzazione abilitata dalla comunità scientifica a conferire i nomi alle stelle è l'Unione Astronomica Internazionale (UAI o IAU).