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L'aereo botte di Mattioni, chiamato con sarcasmo affettuoso dai fiorentini la botte volante, fu il primo velivolo sperimentale al mondo che già nel 1923 volò sfruttando per primo il principio su cui si fonda il volo a reazione. Nei fatti è stato precursore, di nove anni, dello Stipa-Caproni e dei successivi aviogetti.
Esso venne concepito e costruito dal friuliano di nascita Antonio Mattioni, che lo fece portare in volo per la prima volta il 29 dicembre 1923 sul Campo di Marte di Firenze dal pilota fiorentino Vasco Magrini.
Era un monoplano costruito in legno, caratterizzato da una sorta di fusoliera-carlinga-tunnel che racchiudeva, per aumentare l'efficienza del sistema propulsivo, l'elica e un motore a stella residuato bellico, uno Gnome et Rhône; da qui il nome “aereo botte”. Nei fatti era un'ala a turbina successivamente chiamata elica intubata. Il prototipo fu costruito da Bruno Magrini, fratello di Vasco, esperto meccanico.
Solamente dopo decenni Antonio Mattioni vide riconosciuta la sua impresa pionieristica, antesignana di progetti più evoluti.