Pionca

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Pionca
frazione
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Padova
Comune Vigonza
Territorio
Coordinate45°28′02″N 11°57′45″E / 45.467222°N 11.9625°E45.467222; 11.9625 (Pionca)
Altitudine14 m s.l.m.
Abitanti2 485[1]
Altre informazioni
Cod. postale35010
Prefisso049
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantipionchesi
Patronosant'Ambrogio
Giorno festivo7 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pionca
Pionca

Pionca è una frazione del comune di Vigonza in provincia di Padova, regione Veneto.

L'origine del nome "Pionca" è incerta. Potrebbe derivare da "Pluncam", ovvero ponte, passaggio. Pionca è anche il nome di un corso d'acqua (scolo Pionca) che nasce nei pressi della frazione di Barbariga a Vigonza dalla confluenza tra gli scoli del fiume Tergola denominati Pionchetta Nord e Pionchetta Sud (entrambi situati in territorio della frazione di Pionca). Lo scolo Pionca attraversa i territori di Pianiga e Dolo, immettendosi nel fiume Brenta nei pressi di Mira[2].

Nel medioevo e fino al 1600 il paese era denominato "Plonca" o "Plunca" e, in seguito, "Pionca".

La frazione è situata nella Centuriazione del territorio di Padova denominata Cis Musonem, ovvero al di qua del fiume Musone.

Attraverso Pionca passa tutt'oggi una strada che è stata importantissima nei secoli passati. Si tratta di via Cornara, che per molti tratti misura ancora i suoi originari venti metri di larghezza. Una delle strade romane meglio conservate della centuriazione patavina, corre parallela al Cardo maximus, ovvero la via Aurelia (l’odierna “Strada del Santo”). Via Cornara sembra partisse da via Altinate, in pieno centro storico a Padova e passasse, nei secoli scorsi, per Camin, Tombelle e Sambruson.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo accenno ufficiale a Pionca si rinviene nel testamento del Doge di Venezia Giustiniano Partecipazio, datato 829, nel quale sono riportati i confini delle 15 masserie locali[3]. Una di queste risulta essere delimitata dal fiume "Pionca". In quegli anni questi territori erano adiacenti alle terre del vescovo di Treviso, con linee di confine alquanto imprecise.

Un altro riferimento a Pionca si trova in un atto del 5 ottobre 1177 di Papa Alessandro III, che si sentì in obbligo di prendere sotto la sua protezione "Vignam Pluncam" (vigna Pionca)[4].

Negli archivi parrocchiali si trovano importanti notizie sul passato di Pionca. La più risalente è del 1211 e riguarda la restituzione ai monaci benedettini di Sant'Ilario, da parte di Jacopo da Sant'Andrea, di beni situati a Pionca e precedentemente usurparti.

Riferimenti a Pionca si ritrovano, inoltre, nella storia della famiglia padovana dei Badoer da Peraga.

A seguito del matrimonio[5], avvenuto nel 1256, del nobile veneziano Marino Badoer con Balzanella Da Peraga, il giuspatronato sulla chiesa di Pionca passò al casato dei Badoer da Peraga, che lo esercitarono fino all'anno 1836. Marino Badoer era figlio di Marco "di Santa Giustina", capitano che spodestò Ezzelino III da Romano nel 1256, mentre Balzanella Da Peraga era l'ultima discendente e unica erede della nobile famiglia dei Da Peraga, figlia di Pietro, giustiziato nel 1251 dallo stesso Ezzelino III da Romano insieme al fratello Giovanni a causa del matrimonio della loro sorella Guardionessa con Tiso VIII da Camposampiero, nemico del tiranno.

Negli anni tra il 1318 e il 1326 I veronesi con Cangrande della Scala, nella loro guerra contro Padova, occuparono le campagne di Pionca. In quegli anni vi fu, tra l'altro, un violento scontro presso il ponte del Tergola a Vigonza.

Sempre secondo gli archivi parrocchiali, nel 1319 Pionca (con Peraga e Vigonza) subì un terribile incendio.

Nel giugno 1388 Francesco I detto "Il Vecchio", appartenente alla famiglia dei Carraresi (in quel periodo Signori di Padova) abdicò in favore del figlio Francesco II detto "Il Novello". Nonostante i Badoer da Peraga fossero sempre stati fedeli ai Carraresi, Francesco II, poco dopo aver preso il potere, venne informato che Albertino e Giacemmo da Peraga avevano deciso di tradirlo per favorire una coalizione anticarrarese costituita da Venezia e Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, che aveva già predisposto un piano per far occupare Padova dalle truppe milanesi. I due traditori vennero quindi giustiziati e i terreni dei da Peraga (situati anche a Pionca) furono confiscati da Francesco II.

Il 21 novembre 1388, cinque mesi dopo aver preso il potere, Francesco II fu costretto a cedere all'incalzare delle truppe milanesi, consegnando loro la città di Padova. Prima di allontanarsi, Francesco decise di restituire ai Badoer da Peraga i beni e le terre precedentemente confiscati per cercare di ingraziarsene i favori, in vista di un ipotetico ritorno al potere. La restituzione avvenne con atto notarile del 24 novembre 1388, che ufficializzava il dono ai fratelli Geremia e Bartolomeo, nonché ai figli del loro fratello defunto Marino, di case e possedimenti situati a Padova, Peraga, Mirano, Pionca, Comenzago, Murelle, Sambruson e in altri paesi della zona[6].

Francesco II riuscì effettivamente a tornare alla signoria di Padova nel 1390, tuttavia i Badoer da Peraga, che avevano appoggiato la reggenza milanese, non accettarono il perdono del carrarese. Pertanto i terreni precedentemente loro donati, compresi quelli situati a Pionca, furono nuovamente confiscati.

Il 14 gennaio 1407 la Repubblica di Venezia occupò Padova, confermando ai Badoer da Peraga la proprietà di tutti i beni sui quali vantavano precedentemente diritti[7].

Durante il periodo del dominio veneziano, Pionca, insieme a Codiverno, apparteneva alla podesteria di Camposampiero. Nel 1797, con la caduta della Repubblica di Venezia a seguito dell'invasione delle truppe di Napoleone Bonaparte, il territorio veneto venne organizzato in dipartimenti. Nei primi anni del 1800 nasce il Comune di Vigonza (del quale ha fatto parte, fino al 1819, anche la frazione di Mellaredo, oggi appartenente al Comune di Pianiga) ma alla data del 4 aprile 1816 Pionca risulta ancora fare parte del distretto IV ("di Campo-Sampietro") della Provincia di Padova, nel comune di "Villa Nuova" con "Caltana di Murelle, Codiverno Ss. Trinità, Codivernarolo, Fiuimicello, Murelle ossia Zerbo, Musselini, Pieve di Sn. Prosdocimo, Puotti (porz.), Pionca e Zerbo ossia Murelle"[8].

Un riferimento all'appartenenza di Pionca al Comune di Vigonza si ritrova nel "Dizionario corografico-universale dell'Italia, vol. I, parte seconda" (1854) dove l'autore Guglielmo Stefano definisce Pionca "frazione del comune di Vigonza, distretto e provincia di Padova. Sta presso la riva destra del Tergola, 4 miglia a greco da Padova. I suoi dintorni sono ubertosi di cereali e abbondanti di viti e gelsi. Nel villaggio si contano circa 600 abitanti.". Nel medesimo volume, Vigonza viene definito "Villaggio del Veneto, provincia e distretto I di Padova, che colle frazioni di Carpani, Roaro, Salgarelle, Perarollo, Seraggi di Perarollo, S. Vito oltre Brenta, Peraga, Santa Maria di Peraga, Peraga Esente, Pionca, Codiverno, SS. Trinità e Codivernarolo, conta 5 600 abitanti. Giace in amena ed ubertosa pianura, a breve cammino da Padova.".

La chiesa e gli altri edifici parrocchiali[modifica | modifica wikitesto]

Il patrono del paese viene indicato per la prima volta nella decima papale del 1297, che cita "Sant'Ambrogio di Pionca", facente parte della pieve di San Prosdocimo di Villanova: la parrocchia era allora retta da un non meglio precisato prete Francesco.

Anticamente la chiesa parrocchiale era ubicata nei pressi della riva destra del fiume Tergola, con fronte ad est, mentre sul lato sud era situato il cimitero del paese. L'edificio aveva il campanile subito a ridosso, anzi incuneato nel suo corpo a destra dell'altare maggiore, tanto che la parte inferiore serviva da sacrestia.

L'origine di questa chiesa è assai remota, ma è sconosciuta la data di edificazione: viene citata negli archivi parrocchiali con riferimento a due visite vescovili, la prima risalente al 1438, quando Vescovo di Padova era mons. Pietro Donà, la seconda datata 1º ottobre 1669, quando fu il vescovo di Famagosta (isola di Cipro) Giacomo Vianol a visitare la chiesa di Pionca per conto del vescovo Barbarigo che in quel tempo era convalescente nella villa Ruzzini di Villanova. Il Vescovo Barbarigo avrebbe compiuto una visita "alla parrocchia di Pionca, nel vicariato di Villanova, il 21 giugno 1680", come riportato nell'opera "Lettere di Gregorio Barbarigo ai familiari, vol. 7 (1680-1687)".

Nel 1744 l'edificio venne restaurato in stile romanico con tre altari e una sola navata, su iniziativa dell'allora parroco Giovanni Macciari di Murelle.

Con l'accrescere della popolazione, la piccola chiesa divenne inadeguata e poco sicura, trovandosi a ridosso del fiume Tergola. Fu il vescovo Carlo Agostini a promuovere la costruzione di un nuovo edificio nella sua visita dell'11 dicembre 1934. Circa un anno dopo, il 20 ottobre 1935, il vescovo Agostini ritornò a Pionca per la posa della prima pietra, ma i lavori si interruppero quando i muri erano stati portati soltanto all'altezza di un metro da terra.

Nel 1937 l'opera di costruzione riprese, portando l'edificio all'altezza di 8 metri con la copertura delle cappelle, del battistero, degli altari e delle sacrestie. Il 6 gennaio 1945 si ha notizia del tentativo di ripresa dei lavori, ma la concomitanza con gli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale rendevano ardua l'impresa. Si tenne così, in quelle settimane, una riunione dei capifamiglia di Pionca e si decise una raccolta straordinaria di offerte in denaro per reperire il materiale di costruzione occorrente, in gran parte recuperato dall'acquisto e la successiva demolizione di due case bombardate in località Arcella (Padova), oltre a delle travature commissionate ad una ditta di Mejaniga (Cadoneghe) e altri laterizi per la costruzione del tetto acquistati a Ballò.

Tale materiale, però, si rivelò non essere sufficiente per ultimare i lavori, pertanto il 9 giugno del 1945 si decise di demolire la vecchia chiesa per poterne riutilizzate i mattoni e terminare la costruzione del nuovo edificio.

La nuova chiesa venne inaugurata soltanto il 18 marzo 1946. L'anno successivo venne edificata la canonica, mentre il completamento dell'interno (soffitti, illuminazione, vetrate e decorazioni) richiese altri 6 anni di lavoro. In quegli anni il parroco era Don Giuseppe Buggero, il vicario foraneo don Giuseppe Meggiorin, il cooperatore don Arcangelo Masetto.

Ecco quanto si riporta nell'archivio parrocchiale, con riferimento al giorno dell'inaugurazione del nuovo edificio:

Grande gioia ed entusiasmo, soddisfazione e compiacenza. Finalmente Pionca ha la sua chiesa nuova. Accolto dal suono festoso delle campane, dall'incessante salve dei mortaretti e dalla popolazione tripudiante che gremiva il piazzale, arriva sua Eccellenza Monsignor Vescovo. Sono a riceverlo il parroco Don Giuseppe Buggero, il vicario foraneo don Giuseppe Meggiorin, il cooperatore don Arcangelo Masetto e numerosi altri sacerdoti della vicaria e dei paesi vicini. L'eccellentissimo presule dopo aver lungamente ammirato il tempio, indossava i paramenti e procedeva alla benedizione rituale. Il canto era sostenuto dai giovani di Azione Cattolica. Quindi il parroco rivolgeva a sua Ecc. Mons. Vescovo un indirizzo in cui rievocava la sua spirituale paternità e la corrispondenza entusiasta e generosa della popolazione. Il Vescovo rispondeva con un elevato discorso in cui dopo d'essersi congratulato con il parroco ed il cooperatore, con gli ingegneri e direttori dell'opera, con le imprese e il comitato, si felicitava con il popolo tutto per i suoi sacrifici per la nobile e santa impresa. "Ma il tempio di pietra, che oggi si erge maestoso, visibile a distanza e dominante con la sua crocera tutta la zona circostante, è simile a quel tempio che ogni uomo custodisce in sé e che la preghiera e i santi Sacramenti amministrati nella casa di Dio rafforzano e rendono degno del Signore. Possano, conclude il Vescovo, tutti gli abitanti di Pionca avere in questa nuova chiesa quella pace che tanto è sospirata e per la quale si offre oggi a Dio il sacro tempio, in unione con i cari reduci tornati alla famiglia". Seguì la cresima di 33 fanciulli.

Nel mese di novembre del 1967 sono iniziati i lavori di realizzazione dell'impianto di riscaldamento della chiesa e nel mese di agosto di due anni dopo è stato realizzato l'attuale pavimento in marmo, con la sistemazione secondo i criteri liturgici dell'altare maggiore, del battistero, dell'altare del Santissimo e dell'altare della Madonna.

A ridosso della parete di fondo dell'abside si trova l'organo a canne, costruito dalla ditta Michelotto e inaugurato il 27 settembre 1963, successivamente restaurato il 16 maggio 1982 e inaugurato con un concerto di Pio Benedetto Nocilli; a trasmissione elettrica, dispone di 28 registri (dei quali 19 reali) su due manuali e pedale.[9]

I lavori di realizzazione dell'attuale campanile di Pionca ebbero inizio il 4 marzo 1984 e terminarono il 23 settembre dello stesso anno, con inaugurazione da parte del Vescovo Filippo Franceschi. Il nuovo campanile, alto 45 metri, ha sostituito quello precedentemente costruito negli anni '60.

Nel 1998 venne rifatto completamente l'impianto di illuminazione, e a partire dal mese di aprile del 2000 hanno inizio importanti lavori di restauro (risanamento di tutto lo zoccolo perimetrale, rifacimento della facciata in marmorino, rafforzamento dell'intonaco, posa in opera di antipiccioni e tinteggiatura completa). A completamento del restauro, l'8 dicembre 2000 vengono realizzati e donati da una famiglia di Pionca tre mosaici a lunetta, posti ciascuno in corrispondenza di una delle entrate principali della chiesa. Il mosaico posto sull'entrata a destra raffigura la Madonna con il Bambino, ed è stato realizzato dalla Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo. I lavori di restauro si concludono nei primi mesi dell'anno successivo e vengono ufficialmente inaugurati il 19 marzo 2001.

Risale al 1954 l'edificazione della prima Scuola Materna, rimasta operativa per sessant'anni e che, fino al 1992, poté contare sulla presenza di una comunità di religiose. La nuova Scuola dell’Infanzia è stata inaugurata il 6 settembre 2015.

Nel 1985 vennero rinnovati gli impianti sportivi parrocchiali, situati a est della chiesa.

L'attuale Centro Parrocchiale è stato realizzato nel mese di marzo del 1990. Precedentemente, nel medesimo sito, si trovava la sala cinematografica parrocchiale, costruita nel 1957, quando era parroco don Arcangelo Masetto, e ristrutturata nel 1960 con aumento della capienza di posti da 200 a 250[10].

Oratorio di San Gaetano[modifica | modifica wikitesto]

Poco a nord del centro di Pionca è situato l'oratorio che fu della famiglia Badoer da Peraga, dedicato a San Gaetano da Thiene.

Edificato nel 1698, l'oratorio è stato ricostruito nel 1758 e dal 6 novembre 1927 è di proprietà della parrocchia di Pionca.

All'interno si conserva una tela di Scuola veneta del Settecento raffigurante la Madonna con Gesù Bambino. L'oratorio custodisce, inoltre, le lapidi dei pionchesi caduti in occasione delle due guerre mondiali.

Il complesso originariamente era composto, oltre che dall'oratorio, dall'adiacente palazzo Badoer (1758) sulle cui rovine fu costruita dalla famiglia Treves Corinaldi la tuttora esistente casa padronale.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa intitolata a Santa Maria e San Giuseppe nella Comunità Parrocchiale di Bonferraro e Pampuro, frazioni del comune di Sorgà a Verona, presenta struttura ed estetica praticamente identiche alla chiesa parrocchiale di Pionca[11].

L'edificazione dei due edifici è coeva (1938 la posa della prima pietra a Bonferraro, 1937 a Pionca). Il progetto per la Chiesa di Santa Maria e San Giuseppe è attribuito all'architetto Domenico Rupolo, già sovraintendente delle Belle Arti di Venezia[12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In assenza di dati ufficiali precisi, si è fatto riferimento alla popolazione della parrocchia locale, reperibile nel sito della CEI.
  2. ^ https://www.comune.dolo.ve.it/documenti/urbanistica/pianodelleacqueapprovazione/591_PDA_PRE_01.02.00_relazione%20idrologica%20idraulica_Rev.01.pdf
  3. ^ Storia documentata di Venezia, Volume 1 Samuele Romanin P. Naratovich, 1853 - 408 pagine.
  4. ^ Ecclesiae Venetae (et Torcellanae) antiquis monumentis nunc etiam primum ed. ill. ac in decades distributae, Volume 9 - Jo. Bapt. Pasquali, 1749, su books.google.it. URL consultato l'8 giugno 2020.
  5. ^ BADOER, Marino in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 3 maggio 2018.
  6. ^ Terminazioni, E Dichiarazioni Fatte dagl'Illustrissimi, & Eccellentissimi Signori Marc' Antonio Ivstinian ... Per la Serenissima Republica di Venetis, &c. Sindici, Et Inqvisitori In Terra Ferma. In Proposito de Priuilegij, & Essentioni dalli Datij, e Grauezze di Padoua, e Padouano - Marco Antonio Giustinano Rizzardi, 1686 - 91 pagine, su books.google.it. URL consultato l'8 giugno 2020.
  7. ^ Luigi Zampieri, Proprietari e feudatari, su sambrusonlastoria.it. URL consultato il 3 maggio 2018.
  8. ^ Collezione di leggi, avvisi, sentenze, notificazioni, vendite, acquisti, offerte, progetti, aste e di tutte le altre carte derivanti dalle autorità di questa centrale e suo dipartimento cominciante dal primo gennaio di quest'anno 1815. Volume primo [- ] trimestre secondo dell'anno 1816 · Volume 5, su google.it.
  9. ^ Organo Michelotto. Vigonza, Chiesa di Pionca [collegamento interrotto], su sites.google.com. URL consultato il 25 dicembre 2018.
  10. ^ Cinema ordinario: cento anni di spettacolo cinematografico a Padova e in provincia - Luciano Morbiato Poligrafo, 1998 - 227 pagine.
  11. ^ Album fotografico del sito della Comunità parrocchiale di Bonferraro e Pampuro, su parrocchiabonferraro.it.
  12. ^ parrocchiabonferraro.it, https://www.parrocchiabonferraro.it/index.php?option=com_content&view=article&id=14&Itemid=19.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]