Pioggia (film 1929)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Pioggia
Titolo originaleRegen
Paese di produzionePaesi Bassi
Anno1929
Durata12 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33 : 1
film muto
Generedocumentario
RegiaJoris Ivens, Mannus Franken
FotografiaJoris Ivens
MontaggioJoris Ivens
MusicheLou Lichtveld

Pioggia è un documentario del 1929, diretto da Joris Ivens e Mannus Franken. Il film fu proiettato in Italia nella serata finale della 1ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il 21 agosto 1932.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il film descrive lo scatenarsi e lo sviluppo di un improvviso temporale nella città di Amsterdam. Battelli solcano le acque dei canali, giochi di luce zigzagano sulle mercanzie trasportate dai carretti, il vento scuote gli alberi e fa svolazzare la biancheria stesa, voli di uccelli o di aerei zebrano il cielo, imposte e vetri sbattono. Si aprono ombrelli, le gocce d'acqua schizzano sulle pozzanghere, gli pneumatici lasciano impronte profonde sul suolo reso fangoso dalla pioggia. L'acqua ruscella dai tubi di scarico.

La critica[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato definito un cine-poema.[1] La struttura e il movimento del film sono definiti esclusivamente dal ritmo della pioggia e dalle sue manifestazioni.[2] "Le immagini rubate delle persone-oggetti riprese in piani non ortodossi e con angolazioni ardite, le inquadrature dall'alto delle masse di ombrelli, la specularità delle immagini riflesse nelle pozzanghere, la trasparenza opaca ed umida attraverso i vetri del tram rafforzano la trasfigurazione della realtà. [...]L'atmosfera lirico-impressionistica è data dalla capacità di carpire i dettagli di una minuta realtà con le sue sottili, sfumate variazioni. Con minime diversità di luoghi ed elementi...Ivens gioca sugli effetti resi possibili dalla tecnica di ripresa e della pellicola. Gli stessi luoghi sono ripetuti prima durante e dopo il temporale con diverse rese tonali. Questa ricerca della ripetizione lo costringe ad un'indagine sempre più intima della realtà."[3]

Ivens racconta[modifica | modifica wikitesto]

"Il sole batte sulle case,sui canali, sulla gente che si affolla per le strade. Si alza un leggero vento e le prime gocce di pioggia cominciano a cadere sull'acqua dei canali. L'acquazzone aumenta di intensità..."[4] Per quattro mesi sta in agguato con le sue macchine da presa per poter poi comporre col materiale girato il suo poema sulla pioggia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Joris Ivens, Die Kamera und ik, Reinbek bei Hamburg, 1974, p.26
  2. ^ Klaus Kreimeier, Il cinema di Joris Ivens, Mazzotta, Milano 1977, p.12
  3. ^ Silvano Cavatorta, Daniele Maggioni, Joris Ivens, p.26
  4. ^ Joris Ivens, Ricordi autobiografici, in "Bianco e nero", n. 10, ottobre 1949.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Joris Ivens, Ricordi autobiografici, in "Bianco e nero", n. 10, ottobre 1949.
  • Silvano Cavatorta, Daniele Maggioni, Joris Ivens, Il Castoro Cinema n. 66, Editrice Il Castoro, 1979.
  • Joris Ivens e Robert Destanque, Joris Ivens ou la mémoire d'un regard, Parigi, 1982.
  • Joris Ivens, Io-cinema. Autobiografia di un cineasta, Milano, Longanesi, 1979.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema