Pieve di San Michele Arcangelo (Terenzo)

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Ex pieve di San Michele Arcangelo
Retro
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàCorniana (Terenzo)
Coordinate44°36′54.3″N 10°03′00″E / 44.615083°N 10.05°E44.615083; 10.05
Religionecattolica di rito romano
Titolaresan Michele Arcangelo
Diocesi Parma
Sconsacrazione1931
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzioneXIII secolo

La pieve di Santa Maria Assunta, nota anche come pieve di Corniana o chiesa vecchia, è un luogo di culto cattolico sconsacrato dalle forme romaniche situato a Corniana, piccola frazione del comune di Terenzo, in provincia e diocesi di Parma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La piccola pieve fu edificata nel XIII secolo[1] lungo il percorso della via di Monte Bardone,[2] alla base dello sperone roccioso su cui probabilmente era stato innalzato pochi anni prima il castello di Corniana per volere del vescovo di Parma.[1]

La vicina rocca lignea, a lungo contesa tra la diocesi e il Comune di Parma, fu ricostruita in pietra agli inizi del XV secolo dai conti Rossi, ma cadde in seguito in rovina;[1] nel tempo gli abitanti ricostruirono il borgo leggermente più a est e la pieve si trovò sempre più isolata rispetto al centro, ove tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo fu innalzata una nuova cappella.[3]

La pieve fu ristrutturata nel XVIII secolo con la ricostruzione della parte sommitale del campanile, l'aggiunta della cappella laterale e la decorazione della zona presbiteriale.[4]

Nel 1881 fu costruito il sagrato antistante l'antico luogo di culto.[4]

Nel 1931 furono completati i lavori di riedificazione della nuova chiesa neoromanica del borgo, che fu intitolata a san Michele Arcangelo; la vecchia pieve fu quindi sconsacrata e adibita a fienile.[3]

La struttura medievale fu acquistata verso la fine del XX secolo da un abitante di Corniana, che ne avviò i lavori di restauro; oggi l'edificio è utilizzato quale sede di mostre temporanee.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Lato nord e campanile

La pieve si innalza su un terrapieno sviluppandosi su un impianto a navata unica, con ingresso a ovest e presbiterio a est.[3]

L'asimmetrica facciata a capanna, orientata in verso opposto rispetto alla strada di accesso, è preceduta dal sagrato ottocentesco, raggiungibile attraverso una scalinata in pietra che aggira l'edificio;[3] il piccolo piazzale, affiancato da una parete contenente alcuni bassorilievi e iscrizioni medievali,[3] è retto da un alto muro di sostegno, sostenuto da un'ampia arcata in laterizio.[4] Il semplice prospetto principale, interamente rivestito in pietra come il resto della struttura, è caratterizzato dalla presenza di una finestra a croce greca al di sopra del portale d'ingresso decentrato.

Il lato nord, affacciato verso la vallata, presenta alcune aperture rettangolari disposte disordinatamente.[3]

Sul retro si eleva, in perfetta continuità con la parete del presbiterio, l'alto campanile, caratterizzato dalle semplici aperture ad arco a tutto sesto della cella campanaria.[4]

All'interno la spoglia navata, coperta da un soffitto a capriate lignee, è affiancata sulla destra dalla cappella aggiunta nel XVIII secolo;[4] le pareti sono interamente rivestite in pietra,[3] mentre il presbiterio è decorato con una cornice settecentesca ma mostra ancore alcune tracce di affreschi risalenti alla fine del XV secolo.[4]

Gli antichi arredi, costituiti da un baldacchino risalente al 1850 e due confessionali, di cui uno più elegante, probabilmente realizzato intorno al 1730 dallo scultore Giulio Seletti, e uno più rustico, opera di un artigiano locale del XVIII secolo, furono rimossi nel 1931 e trasferiti nella nuova chiesa di San Michele Arcangelo.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Corniana: il Castello perduto., su google.com. URL consultato il 5 agosto 2016.
  2. ^ La via Francigena, su parrocchiadimedesano.com. URL consultato il 5 agosto 2016.
  3. ^ a b c d e f g h Terenzo, su camminideuropa.eu. URL consultato il 5 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2016).
  4. ^ a b c d e f g Corniana, su sixia.it. URL consultato il 5 agosto 2016 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2016).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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