Pieve dei Santi Ippolito e Cassiano (Neviano degli Arduini)

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Pieve dei Santi Ippolito e Cassiano
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàScurano (Neviano degli Arduini)
Indirizzostrada Enza
Coordinate44°30′01″N 10°18′23.98″E / 44.500278°N 10.306661°E44.500278; 10.306661
Religionecattolica di rito romano
Titolaresanti Ippolito e Cassiano
Diocesi Parma
Stile architettonicoromanico e barocco
Inizio costruzionefine dell'XI secolo
CompletamentoXVIII secolo

La pieve dei Santi Ippolito e Cassiano, nota anche come pieve di Scurano, è un luogo di culto cattolico dalle forme romaniche e barocche situato in strada Enza a Scurano, frazione di Neviano degli Arduini, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Traversetolo-Neviano Arduini.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il luogo di culto fu costruito a partire dagli ultimi anni dell'XI secolo e completato prima del 1111.[1]

Gli interni, originariamente sviluppati su una pianta a croce latina con abside quadrangolare, furono intonacati nel XIII secolo.[1]

Nel XVII secolo l'edificio, all'epoca dipendente direttamente dal vescovo di Parma, fu profondamente trasformato con l'aggiunta delle due navate laterali e delle cappelle.[1]

Nella prima metà del XVIII secolo l'abside fu ricostruita sull'attuale impianto poligonale[1] e nel 1751 fu realizzato l'attuale portale d'ingresso principale.[2]

Nel 1828 un decreto del papa Pio VII stabilì la nuova appartenenza della chiesa e della vicina pieve di Bazzano alla diocesi di Reggio Emilia;[3] nel 1853 i due luoghi di culto tornarono definitivamente alla diocesi di Parma, in seguito a un trattato stipulato nel 1844 tra il ducato di Parma e Piacenza e il ducato di Modena e Reggio che fissava nel torrente Enza il confine tra i due Stati.[4]

L'alto campanile fu edificato a fianco della facciata tra il 1832 e il 1838, per volontà del parroco don Antonio Fattori.[1]

Il 23 dicembre del 2008 un forte terremoto causò vari danni alla chiesa, che l'anno seguente fu dichiarata inagibile; nel 2014 furono avviate le opere di consolidamento strutturale e restauro; al termine dei lavori, l'edificio fu solennemente riaperto al culto il 13 agosto del 2017, in occasione della festa dei santi Ippolito e Cassiano, alla presenza del vescovo Enrico Solmi.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Facciata e lato nord
Campanile

La pieve si sviluppa su un impianto a tre navate affiancate da cappelle laterali, con ingresso a ovest e presbiterio absidato a est.[6]

La lunga e simmetrica facciata a salienti, interamente rivestita in arenaria con alcuni inserti di pietra in conci squadrati derivanti probabilmente da edifici preesistenti,[1] presenta al centro l'ampio portale d'accesso principale, delimitato da un'elegante cornice modanata in arenaria, a sostegno del frontone spezzato triangolare in aggetto datato 1751;[2] superiormente è collocato un piccolo rosone strombato in posizione leggermente disassata, mentre in sommità è posizionata una piccola apertura a forma di croce. Ai lati sono posti i due ingressi secondari, contornati da semplici cornici in pietra; al di sopra di essi sono presenti due finestre rettangolari strombate, analoghe alle due aperture delle cappelle posizionate ancora più all'esterno.

Il rivestimento in arenaria prosegue anche lungo i fianchi e il retro, al cui centro aggetta la settecentesca abside a pianta poligonale.[1]

Lato sud
Zona absidale

Sulla destra della facciata si eleva su un alto basamento l'isolato campanile ottocentesco,[1] interamente rivestito in conci di pietra con spigoli in bugnato; in sommità la cella campanaria si affaccia sui quattro lati attraverso ampie aperture ad arco a tutto sesto delimitate da cornici.

All'interno la navata centrale, coperta da una volta a botte lunettata decorata con affreschi, è suddivisa dalle laterali, chiuse superiormente da volte a crociera,[6] da una serie di arcate rette da pilastri, alcuni dei quali, coronati da capitelli di reimpiego,[7] mostrano le tracce di affreschi cinquecenteschi raffiguranti Sant'Antonio abate, Santa Rita, la Madonna e un Prelato;[1] ai lati si aprono attraverso ampie arcate a tutto sesto, delimitate da lesene, le cappelle laterali, coperte da volte a botte lunettate.[6]

Il lungo presbiterio, lievemente sopraelevato, è chiuso superiormente da una volta a botte lunettata in continuità con quella della navata centrale; al centro è collocato l'altare maggiore ligneo a mensa;[6] a lato è posizionata una pietra scolpita con motivi vegetali, d'epoca imprecisata, mentre sul fondo l'abside accoglie la pala d'altare rappresentante la Madonna col Bambino e i santi Ilario e Antonio, dipinta nel 1514 da Pier Ilario e Michele Mazzola, zii del Parmigianino.[7]

L'organo proviene dalla chiesa di san Pietro di Parma.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Furlotti, Trombi.
  2. ^ a b Passeggiata alla scoperta di Scurano, su nonsoloeventiparma.it. URL consultato il 15 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2016).
  3. ^ Pievi e musei, su 43020bazzano.it. URL consultato il 15 giugno 2016 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2016).
  4. ^ Manfredi, p. 52.
  5. ^ Matteo Ferzini, I fedeli di Scurano "ritrovano" la loro chiesa, in Gazzetta di Parma, 15 agosto 2017, p. 20.
  6. ^ a b c d Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano "Scurano, Neviano degli Arduini", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 20 gennaio 2018.
  7. ^ a b c Pieve di Scurano, su parmaest.net. URL consultato il 15 giugno 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Manfredi, Vescovi, clero e cura pastorale - Studio sulla diocesi di Parma alla fine dell'Ottocento, Roma, Editrice Pontificia Università Gregoriana, 1999.
  • Mariarita Furlotti, Rosina Trombi, La valle e il territorio di Scurano, Scurano, Gruppo volontari di Scurano, 1996.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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