Partito Socialista Bulgaro

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Partito Socialista Bulgaro
Bălgarska Socialističeska Partija
LeaderKornelija Ninova
StatoBandiera della Bulgaria Bulgaria
SedeSofia
Fondazione1990 (ripresentato)
1894 (fondato)
IdeologiaSocialdemocrazia[1]
Fazioni interne:
Europeismo
Russofilia[2]
CollocazioneCentro-sinistra
CoalizioneCoalizione per la Bulgaria
Partito europeoPartito del Socialismo Europeo
Gruppo parl. europeoAlleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici
Affiliazione internazionaleInternazionale Socialista
Seggi Assemblea nazionale
23 / 240
(2023)
Seggi Europarlamento
5 / 17
(2019)
Organizzazione giovanileGiovani Socialisti Bulgari
Iscritti250.000
Sito webwww.bsp.bg

Il Partito Socialista Bulgaro (in bulgaro: Българска Социалистическа Партия - БСП; trasl. Bălgarska Socialističeska Partija - BSP) è un partito politico bulgaro di orientamento socialdemocratico fondato nel 1990 come prosecuzione del Partito Comunista Bulgaro.

È membro dell'Internazionale Socialista ed è guidato da Kornelija Ninova.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni del 1990, il BSP ancora forte del potere gestito fino a quel momento, conseguì il 47,2% dei voti ed elesse 211 deputati su 400, la maggioranza assoluta. Unica sostanziale alternativa fu rappresentata dall'Unione delle Forze Democratiche (SDS), che raccolse il 36,2% dei voti. Alle elezioni dell'anno successivo, però, il BSP scese al 33,1% dei voti ed elesse 106 deputati, venendo superato dalla SDS, che ottenne il 34,4% e 106 seggi. La SDS formò il nuovo governo, che durò, però, in carica un solo anno, sostituito da Ljuben Berov del BSP, alleato con il Movimento per i Diritti e le Libertà (DPS), liberali turcofoni.

Alle elezioni del 1994, il BPS incrementò i suoi consensi al 43,5%, eleggendo 125 deputati e rimanendo al governo. Alle politiche del 1997, però, la SDS, in una lista insieme all'Unione del Popolo Nazionale Bulgaro, ottenne il 52,3% dei voti, mentre il BSP crollò al 22%, dimezzando i propri deputati (58). Alle elezioni del 2001, sia il BSP che la SDS vennero battuti dal Movimento Nazionale Simeone II (NDSV), fondato dall'ex re Simeone II. Il nuovo partito ottenne il 42,7% dei consensi, conquistando la metà dei seggi del Parlamento (120). Il BPS scese ulteriormente al 17,1% dei voti, elesse 48 deputati e fu nuovamente escluso dal governo.

Alle politiche del 2005, il BSP si è presentato nell'alleanza di centro-sinistra, Coalizione per la Bulgaria, composta da:

La Coalizione raccolse il 31% dei voti, eleggendo 84 deputati. Constatata l'impossibilità per nessun partito di governare da solo si diede vita ad una coalizione di unità nazionale tra BSP, NDSV e DPS. Sergey Stanishev del BSP venne nominato primo ministro.

Alle elezioni europee del 2007, il BSP si è presentato con la Lista "Piattaforma Socialista Europea", che ha raccolto il 21,4% dei consensi. Alla piattaforma non hanno aderito né il Partito dei Socialdemocratici ed Movimento Politico "Socialdemocratici" Bulgari, che hanno dato vita alla Coalizione dei Socialdemocratici Bulgari (1,9%); né il Partito Verde di Bulgaria (0,5%).

Le elezioni parlamentari del 2009 videro il BSP crollare nei consensi, eleggendo 40 deputati, frutto del 17,70% dei voti ottenuti; risultato di gran lunga inferiore al 39,72% raggiunto dal partito conservatore Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria, che espresse il nuovo premier, Bojko Borisov. Alle elezioni europee dello stesso anno, il BPS salì al 18,5% ed elesse 4 euro-deputati.

Il BSP subì un'altra pesante sconfitta alle presidenziali del 2011, dove il candidato socialista Ivajlo Kalfin non andò oltre il 28,84% dei consensi, battuto ancora una volta dal candidato di Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria Rosen Plevneliev, che raggiunse il 40,13%.

Nel 2013, a seguito delle proteste di piazza contro la crisi economica, Borisov diede le proprie dimissioni e le previste elezioni politiche furono anticipate di alcuni mesi[3]. Alle elezioni parlamentari del 2013, il BSP ottenne il 26,61% dei consensi, che gli valsero 84 seggi. Il socialista Plamen Oresharski divenne primo ministro, potendo contare sul sostegno anche dei turco-liberali. Il nuovo governo, potendo del resto contare solo sulla metà dei seggi (120 su 240), non placò, però, le proteste popolari[4].

Risultato elettorale[modifica | modifica wikitesto]

Elezione Voti % Seggi +/– Posizione
1991 1,836,050 33.14 (2°)
106 / 240
Opposizione
1994 2,262,943 43.50 (1st)
125 / 240
Aumento 19 Maggioranza
1997 939,308 22.44 (2nd)
58 / 240
Diminuzione 73 Opposizione
2001 783,372 17.15 (3rd)
48 / 240
Diminuzione 10 Opposizione
2005 1,129,196 30.95 (1st)
82 / 240
Aumento 34 Maggioranza
2009 748,114 17.70 (2nd)
40 / 240
Diminuzione 42 Opposizione
2013 942,541 26.61 (2nd)
84 / 240
Aumento 44 Maggioranza
2014 505,527 15.40 (2nd)
39 / 240
Diminuzione 45 Opposizione
2017 955,490 27.19 (2nd)
80 / 240
Aumento 41 Opposizione
Apr. 2021 480,146 15.01 (3rd)
43 / 240
Diminuzione 37 -
Lug. 2021 365,695 13.39 (3rd)
36 / 240
Diminuzione 7
Nov. 2021 266,667 10.12 (4th)
26 / 240
Diminuzione 10 Maggioranza
2022 232,958 8.98 (5th)
25 / 240
Diminuzione 1 Maggioranza
2023 225,914 8.94 (5th)
23 / 240
Diminuzione 2 Opposizione[5]

Maggioranza[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN127374509 · ISNI (EN0000 0001 1087 7509 · LCCN (ENn90675015 · WorldCat Identities (ENlccn-n90675015