Paragorgiidae

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Paragorgiidae
Paragorgia sp.
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Radiata
Phylum Cnidaria
Classe Anthozoa
Sottoclasse Octocorallia
Ordine Alcyonacea
Sottordine Scleraxonia
Famiglia Paragorgiidae
Kükenthal, 1916
Generi

Paragorgiidae Kükenthal, 1916 è una famiglia di octocoralli dell'ordine Alcyonacea.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Paragorgiidae comprende due generi e una ventina di specie di gorgonie con polipi dimorfici (autozoidi per alimentazione e sifonozoidi per la riproduzione) e una medulla assiale formata da scleriti liberi.[2] Una recente analisi cladistica suggerisce che la famiglia sia monofiletica.[3]

Queste gorgonie formano colonie a forma di ventaglio o arborescenti. I polipi formano dei gruppi alle estremità dei rami. Alcune specie raggiungono una altezza di 5-6 metri e formano delle foreste sottomarine su fondali rocciosi o misti sabbia-roccia. Sono anche detti coralli bubble-gum per la forma e raggruppamento dei polipi che ricordano appunto le bolle che è possibile fare con la gomma da masticare.[4]

Le specie di questa famiglia si sviluppano in acque profonde (fra 200 e 1500 m di profondità) e sono diffuse in tutti gli oceani del mondo, ma non sono presenti nel Mediterraneo. Alcune specie possono adattarsi anche a zone più superficiali.[4]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia è composta dai seguenti generi:[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Paragorgiidae, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 16 aprile 2020.
  2. ^ Daly et al., p. 148.
  3. ^ Juan Armando Sánchez, p. 5.
  4. ^ a b Giuseppe Mazza, Introduzione alla Biologia Marina – Phylum Cnidaria: gli Anthozoa Octocorallia (PDF), su scoiattolorampante.files.wordpress.com, p. 74.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Paragorgiidae, su gbif.org, GBIF- Global Biodiversity Information Facility. URL consultato il 18 marzo 2020.