Panfilo di Sulmona

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
San Panfilo di Sulmona
Statua di San Panfilo posta sulla facciata del Palazzo dell'Annunziata, a Sulmona
 

Vescovo

 
NascitaVII secolo
MorteVIII secolo
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza28 aprile
Patrono diSulmona
San Panfilo di Sulmona
vescovo della Chiesa cattolica
Incarichi ricopertiVescovo di Sulmona
 
NatoVII secolo
DecedutoVIII secolo
 

San Panfilo di Sulmona (Pacile, 650 circa – Corfinio, 700 circa) è stato un vescovo italiano, venerato dalla Chiesa cattolica come santo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel VII secolo in Abruzzo, presso il non più presente borgo di Pacile, sito a 988 metri di altezza sul colle Mitra[1], era figlio di un pagano che lo ripudiò quando lui si convertì al cristianesimo. Visse tra il 600 e l'inizio del 700 d.C., durante il pontificato di papa Sergio I. Fu eletto vescovo nel 682: la tradizione lo descrive come una persona di animo molto generoso e gentile ed impegnato per la diffusione del cristianesimo tra i Longobardi. Fu vescovo di Sulmona. Morì a Corfinio, di cui fu probabilmente anche vescovo, presso la basilica di San Pelino da Brindisi, concattedrale della diocesi valvense.

Immediatamente fu venerato dai cittadini e sepolto fuori le mura presso un campo sopra cui sorse la cattedrale di San Panfilo; le sue reliquie riposano in un sarcofago presso la cripta del nuovo duomo settecentesco.

È il santo patrono dei comuni di Ocre, Scerni, Spoltore e Sulmona, dove vi sono chiese a lui dedicate.

Una leggenda agiografica[modifica | modifica wikitesto]

La leggenda racconta che il padre ordinò a Panfilo di salire sopra un carro e di scendere da Pacile fino alla Valle del Gizio[1]. In quel punto la montagna era molto ripida e il carro sarebbe precipitato[1]. Invece, sembra che le ruote del carro siano affondate nella roccia, in modo che Panfilo potesse scendere lentamente a valle[1]. Si racconta che si possono scorgere, sui fianchi del monte, le orme dei buoi e le scanalature prodotte dalle ruote del carro[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Alla scoperta del monte Rotella, montagna sacra per gli alpini, in L'Opinionista Giornale Online, Pescara, 3 luglio 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN5515159477853727990003 · BAV 495/329414 · GND (DE1191852938