Palazzo Salis (Tirano)

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Palazzo Salis
Facciata del tardo cinquecento di palazzo Salis
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàTirano
IndirizzoPiazza Salis 3
Coordinate46°13′00.74″N 10°10′29.51″E / 46.216872°N 10.174863°E46.216872; 10.174863
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Inaugurazione2007

Palazzo Salis a Tirano (XVI-XVII secolo) è uno dei principali palazzi storici della Valtellina. Con i suoi circa 6000 m² riccamente decorati con affreschi ed arredati con oggetti d'epoca, il palazzo è stato interamente restaurato nel corso degli ultimi vent'anni e accoglie migliaia di visitatori tutti gli anni per la visita della parte aperta al pubblico. Palazzo Salis è sotto la Sovrintendenza per la tutela dei beni culturali, artistici e paesaggistici della Lombardia.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo nasce da un rifacimento ed unione di quattro palazzi nobiliari del XVI secolo, ed è rimasto attraverso i secoli sempre di proprietà della famiglia Salis (oggi Sertoli Salis). Si sviluppa su una struttura che presenta una facciata di stile tardo-cinquecentesco, fiancheggiata da due torri, con un portale centrale barocco realizzato su disegno di Jacopo Barozzi da Vignola.

Giardino all'italiana

Dall'ingresso s'infila un portico che conduce al giardino interno "all'italiana", uno dei più significativi della Lombardia e senz'altro il più noto in Valtellina.

Saloncello volta

All'interno del palazzo, di notevole interesse si trova un circuito museale di dieci sale riccamente decorate ed affrescate, tra cui il cosiddetto "Saloncello", importante sala a volta con affreschi a trompe-l'œil, punto d'incontro del potere politico in Valtellina nel XVII e XVIII secolo. La visita include anche l'affaccio sulla chiesetta barocca di famiglia, una delle prime chiese dedicate a san Carlo Borromeo (1612). Tutte le sale del museo si affacciano sull'antica corte cinquecentesca detta "corte rustica", o "corte dei cavalli". L'accesso al museo avviene salendo l'imponente scalone d'onore e transitando per il Salone d'onore, che presenta un soffitto affrescato con decorazioni pittoriche settecentesche attribuite al Cucchi, coadiuvato dal quadraturista Crivelli.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Salis ha giocato un importante ruolo nella storia della Valtellina a partire da circa metà 1600, quando il giovane barone Giovanni Salis venne incaricato dal padre Rodolfo di spostare la propria sede da Soglio (in Val Bregaglia) a Tirano, per meglio gestire i larghi possedimenti terrazzati e coltivati a viti e castagni. Essendo un ramo dei Salis convertito al cattolicesimo, i Salis Zizers si trovavano in una posizione ottimale: protetti dal vescovo di Como, da cui gli derivarono moltissime proprietà, godevano, in quanto svizzeri, dei privilegi e fiducia del governo della Repubblica delle Tre Leghe, riferimento politico e di governo, anche se con diversi livelli di sudditanza, della Valtellina di allora. Il palazzo, rimasto sempre in mano alla medesima famiglia, espone oggi opere di grande rilevanza storico-culturale, come una copia manoscritta del 1531 dei famosi "Statuti di Valtellina", citati nella Guerra di Valtellina[1], ed il diploma comitale originale con il quale l'imperatore asburgico Leopoldo I attribuiva nel 1694 a Giovanni Salis ed alla sua discendenza il titolo di Conte del Sacro Romano Impero. Il commercio del vino, non solo nei Gigioni, ma anche in Germania, assicurò ai Salis il radunare una immensa ricchezza.[2]

Altre immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La guera da Vultolina, su it.wikisource.org. URL consultato il 13 agosto 2020 (archiviato il 24 giugno 2018).
  2. ^ La famiglia nell'economia europea: secc. XIII-XVIII, su books.google.it. URL consultato il 13 agosto 2020 (archiviato il 1º maggio 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gavazzi Sara B., Residenze nobiliari di Valtellina e Valchiavenna, Sondrio, 2002;
  • Archivio Salis, Palazzo Salis di Tirano;
  • Renzo Sertoli Salis, Palazzo Salis di Tirano, Milano, 1973;
  • Gianluigi Garbellini, Tirano-il centro storico, Sondrio, 2009;
  • Philippe Daverio, L'invencible armada al crocevia di Tirano, CdS 13 aprile 2013; [1] Archiviato il 14 agosto 2016 in Internet Archive.

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