Nalandil Hanim

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Nalandil Hanim
Ikbal
Consorte Imperiale
In carica1851 –
25 giugno 1861
Nome completoPrincipessa Natıkhu (alla nascita)
Nascita1823
MorteIstanbul, 1865
Luogo di sepolturaYeni Cami, Istanbul
DinastiaNatıkhu (per nascita)
Casa di Osman (per matrimonio)
Padreprincipe Çıpakue Natıkhu Bey
Consorte diAbdülmecid I
FigliSeniha Sultan
Şehzade Mehmed Abdülsamed
Şehime Sultan
ReligioneIslam sunnita

Nalandil Hanim (turco ottomano: نالان دل خانم, "amato usignolo" o "cuore onesto, prospero"; 1823Istanbul, 1865) è stata una principessa circassa, consorte del sultano ottomano Abdülmecid I.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Nalandil nacque nel 1823 come principessa della tribù Natuhay, di origine circassa, e figlia del principe Çıpakue Natıkhu Bey.

Da bambina venne mandata alla corte ottomana di Istanbul insieme alla sorella. Cambiati, come da regola, i loro nomi, assumendo rispettivamente quelli di Nalandil e Terbiye, divennero la prima una delle consorti del sultano ottomano Abdülmecid I, la seconda tesoriera dell'harem[1]. Terbiye alla fine lasciò l'harem e sposò Khalil Bey.

Consorte imperiale[modifica | modifica wikitesto]

Nalandil divenne consorte di Abdülmecid I nel 1851. Le venne dato il rango di "Quarta Ikbal" e a fine 1852 di "Terza Ikbal". Secondo alcune fonti, nel 1853 e 1854 fu ulteriormente promossa, fino a raggiungere il rango di "BaşIkbal".

Diede al sultano un figlio e due figlie, di cui solo la prima sopravvisse[1].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Alla morte di Abdülmecid nel 1861 si stabilì nel Palazzo Feriye, dove morì di tubercolosi nel 1865. Venne sepolta nella Yeni Cami. I suoi beni e le sue rendite vennero assegnate alla figlia[2][3].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Da Abdülmecid I, Nalandil Hanim ebbe un figlio e due figlie:[4][5][6]

Cultura popolare[modifica | modifica wikitesto]

  • Nalandil è un personaggio del romanzo storico del 2009 di Hıfzı Topuz Abdülmecit: İmparatorluk Çökerken Sarayda 22 Yıl: Roman[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Uluçay 2011, p. 212, 227-229.
  2. ^ Süreyya, Mehmed (1996). Sicill-i Osmanî — Volume 1. p. 31.
  3. ^ Uluçay 2011, p. 212.
  4. ^ Uluçay 2011, p. 212, 218, 227-228.
  5. ^ Brookes 2010, p. 289-290.
  6. ^ Paşa 1960, p. 145-146.
  7. ^ Hıfzı Topuz (2009). Abdülmecit: İmparatorluk Çökerken Sarayda 22 Yıl: Roman. Remzi Kitabevi. p. 97. ISBN 978-975-14-1357-4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Uluçay, M. Çağatay (2011). Padişahların kadınları ve kızları. Ötüken. ISBN 978-9-754-37840-5.
  • Sakaoğlu, Necdet (2008). Bu Mülkün Kadın Sultanları: Vâlide Sultanlar, Hâtunlar, Hasekiler, Kadınefendiler, Sultanefendiler. Oğlak Yayıncılık. ISBN 978-6-051-71079-2.
  • Brookes, Douglas Scott (2010). The Concubine, the Princess, and the Teacher: Voices from the Ottoman Harem. University of Texas Press. ISBN 978-0-292-78335-5.
  • Paşa, Ahmed Cevdet (1960). Tezâkir. [2]. 13 - 20, Volume 2. Türk Tarih Kurumu Basımevi.