Montmorillonite

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Montmorillonite
Classificazione StrunzVIII/H.19-20
Formula chimica(Na,Ca)0,3(Al,Mg)2Si4O10(OH)2·n(H2O)
Proprietà cristallografiche
Sistema cristallinomonoclino
Classe di simmetriaprismatica
Parametri di cellaa = 5.17, b = 8.94, c = 9.95
Gruppo puntuale2/m
Gruppo spazialeC 2/m
Proprietà fisiche
Densità1,7-2 g/cm³
Durezza (Mohs)1-2
Sfaldaturaperfetta secondo {001}
Colorebianco, bianco-grigio, giallo, brunastro, verdastro, rosa e bluastro
Lucentezzafievole
Opacitànon trasparente
Strisciobianca
Diffusionemolto abbondante
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La montmorillonite è un minerale, un fillosilicato di alluminio e magnesio.

Il nome deriva dalla località di Montmorillon, dipartimento della Vienne, in Francia, dove fu rinvenuto.

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

I cristalli sono scaglie microscopiche. È caratterizzata da una particolare struttura cristallina, dovuta alla sovrapposizione, secondo l'asse c, di foglietti di pirofillite, fra i quali sono intercalati uno o più strati di molecole d'acqua, coordinati dallo ione sodio; esso rappresenta il cosiddetto ione scambiabile, potendo essere sostituito con facilità da altri. Inoltre la distanza fra i piani reticolari dipende dal grado di idratazione del minerale: aumentando il numero degli strati d'acqua il reticolo cristallino si dilata secondo l'asse c; per completa disidratazione, invece, perde il potere di espandersi.

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

Si trova come componente principale nella bentonite, che è un'argilla a grana finissima, derivata, probabilmente, da una cenere vulcanica più o meno intensamente alterata da azioni idrotermali. Essa è presente inoltre nei terreni argillosi originatisi dal disfacimento di graniti e di rocce eruttive povere di silice.

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta in forma di minutissime squame, spesso riunite in masse terrose microcristalline, untuose al tatto, friabili, dotate di un notevole potere assorbente.

Caratteri fisico-chimici[modifica | modifica wikitesto]

La luminescenza è per lo più bianca. È solubile negli acidi. Una sua particolare proprietà è la tissotropia, cioè quella caratteristica peculiare di poche argille di dar luogo, quando viene dispersa nell'acqua, con opportuna concentrazione, a delle sospensioni di tipo colloidale, che si mantengono allo stato liquido (sol), se agitate, ed assumono invece una certa consistenza (gel), se lasciate in stato di riposo; iniettandole sotto pressione in terreni porosi impregnati di acqua, penetrano profondamente in essi attraverso le fessure ed i vuoti, occludendoli. Essendo l'acqua meno densa, viene allontanata da queste sospensioni che, trasformandosi in gel, impermeabilizzano il terreno.

Utilizzi[modifica | modifica wikitesto]

È un importante minerale industriale: per l'elevato potere adsorbente viene utilizzata, dopo opportuno attivamento, nella purificazione dei carburanti, degli olii minerali, delle acque, ecc. Trova impiego anche nell'industria delle ceramiche, cartaria, dei saponi, della gomma, tessile, dei coloranti e farmaceutica, come adsorbente e antidiarroico. Trova altresì impiego in materiali nanocompositi, che ostacolano il passaggio di gas come ossigeno e anidride carbonica. Un altro importante utilizzo viene fatto in estetica, accompagnato da altri minerali simili quali la Halloysite, la Phillipsite.

Località di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

È un componente primario di molte argille e si trova in depositi cospicui un po' in tutto il mondo. In Italia granuli verdi si trovano inclusi nel caolino della cava di valle dei Mercanti, a Torrebelvicino, provincia di Vicenza; in forma terrosa e mescolata con illite forma la cosiddetta terra bianca di Vicenza utilizzata per ceramiche; infine, sempre in forma terrosa, si trova sull'isola della Maddalena, in Sardegna, si trova anche intorno al lago di Bolsena assieme ad altri minerali simili di origine vulcanica come la Phillipsite.

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