Monte Fossa delle Felci

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Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima montagna dell'isola di Filicudi, vedi Isola di Filicudi.
Monte Fossa delle Felci
Isola di Salina, in primo piano il monte Fossa delle Felci, più lontano il monte dei Porri
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneBandiera della Sicilia Sicilia
Provincia  Messina
Altezza962 m s.l.m.
Prominenza962 m
Ultima eruzionePleistocene
Codice VNUM211816
Coordinate38°33′19.16″N 14°50′45.81″E / 38.555323°N 14.846057°E38.555323; 14.846057
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Sicilia
Monte Fossa delle Felci
Monte Fossa delle Felci
Il monte Fossa delle Felci visto da Lipari. A sinistra il monte dei Porri, a destra la piccola cima del monte Rivi
Un sentiero del monte Fossa delle Felci

Il monte Fossa delle Felci è un monte dell'isola di Salina, alto 962 metri e cima più alta delle isole Eolie.

Il monte[modifica | modifica wikitesto]

Situato nella parte orientale dell'isola, il monte è un vulcano estinto, il cui antico cratere è ancora oggi ben riconoscibile sulla cima. Il monte si formò nell'arco di tempo compreso tra 160.000 e 120.000 anni fa, grazie all'accumulo di lava e lapilli emessi dal vulcano stesso. A breve distanza dalla cima del monte, si trova un'altra cima, più bassa di circa 100 metri: è il monte Rivi, che si formò all'incirca nello stesso periodo. Più lontano, a ovest, c'è il monte dei Porri, che è collegato al monte Fossa delle Felci tramite un avvallamento in cui si trova l'abitato di Valdichiesa.[1]

Nel 1984 è stata istituita la riserva naturale Le Montagne delle Felci e dei Porri, allo scopo di preservarne l'ambiente naturale.[2]

Flora e fauna[modifica | modifica wikitesto]

Le pendici del monte sono fitte di vegetazione, composta di eucalipti, eucalipti rossi, acacie, ontani, olmi, pini, lecci, cipressi, aceri di monte, cedri e molti altri. Frequenti anche la felce, il lentisco, l'erica e il corbezzolo. Sulla cima del monte, nell'avvallamento creato dall'antico cratere, è presente un grande castagneto.[3][4]

Quanto alla fauna, sono presenti tra gli altri il ghiro, la magnanina, il fringuello, il falco della regina.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lo Cascio 2017, p. 84.
  2. ^ Decreto di istituzione, su dipbot.unict.it. URL consultato il 22 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  3. ^ Lo Cascio e Navarra 2003, pp. 163-168.
  4. ^ Lo Cascio 2017, pp. 91-92.
  5. ^ Lo Cascio 2017, pp. 98-100.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]