Michael Smith (wrestler)

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Sam Houston
NomeMichael Maurice Smith
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Luogo nascitaWaco, Texas
11 ottobre 1963
Ring nameMidnight Rider[1]
Sam Houston[1]
Altezza dichiarata185[2] cm
Peso dichiarato103 kg
AllenatoreGrizzly Smith[1]
Dusty Rhodes[1]
Magnum T.A.[1]
Debutto1983[1]
Progetto Wrestling

Michael Maurice Smith, noto con il ring name Sam Houston (Waco, 11 ottobre 1963), è un ex wrestler statunitense. È meglio conosciuto per essere il figlio del wrestler Grizzly Smith, fratellastro di Jake "The Snake" Roberts, e fratello della lottatrice Rockin' Robin. Lottò nella World Wrestling Federation dal 1987 al 1991.[1][3]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Inizi (1983-1985)[modifica | modifica wikitesto]

Smith esordì nel wrestling nel 1983 nella Championship Wrestling from Florida.[1]

Mid-Atlantic Championship Wrestling (1985-1986)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1985 cominciò a lavorare nella Mid-Atlantic Championship Wrestling. Veniva presentato come un protégé di Dusty Rhodes e Magnum T. A., fatto che lo rese un bersaglio per i Four Horsemen.[1] Nell'estate del 1985, Tully Blanchard, Ole Anderson e Arn Anderson gli ruppero (kayfabe) un braccio durante un six-man tag team match.[1]

Verso la fine dell'anno ebbe una faida con Krusher Khruschev per l'NWA Mid-Atlantic Heavyweight Championship, che Houston riuscì a vincere nel gennaio 1986.[1] Quindi ebbe una rivalità con Black Bart, che gli strappò il titolo pochi mesi dopo.[1]

Nel corso dell'estate 1986 formò un tag team a tema "cowboy" con Nelson Royal.

Central States Wrestling (1986)[modifica | modifica wikitesto]

Houston si trasferì alla Central States Wrestling poco tempo dopo, dove vinse il titolo principale nel corso di un feud con Bulldog Bob Brown e Bill Dundee.[1]

Universal Wrestling Federation (1987)[modifica | modifica wikitesto]

Trascorse i primi mesi del 1987 nella Universal Wrestling Federation dove fece coppia con Terry Taylor per un breve periodo di tempo.

World Wrestling Federation (1987-1991)[modifica | modifica wikitesto]

World Championship Wrestling (1991)[modifica | modifica wikitesto]

Dopo avere trascorso gli ultimi periodi nel mid-card WWF svolgendo la funzione di jobber per le star della federazione, Houston lasciò la compagnia nel febbraio 1991 per entrare nella World Championship Wrestling. Il 17 aprile fece la sua prima apparizione a Gadsden, Alabama, dove sconfisse Jack Victory.[4] Durante la puntata del 12 maggio, affrontò il WCW World Champion Ric Flair. In seguito Houston affrontò The Diamond Studd, Larry Zbyszko, Arn Anderson e Steve Austin. L'ultimo match lo disputò l'11 agosto quando sconfisse One Man Gang nel corso di un house show a Roanoke, Virginia.

Circuito indipendente (1991-1993)[modifica | modifica wikitesto]

World Championship Wrestling (1993-1994)[modifica | modifica wikitesto]

Houston tornò nella WCW nell'estate 1993 nel corso di un house show a Burlington, lottando contro Frankie Lancaster. Il 7 settembre lottò in un dark match a WCW Saturday Night, in coppia con Mark Starr sconfiggendo JD Wolfe & Chick Donovan. In un match registrato quella sera e trasmesso il 9 ottobre 1993, Houston e Starr furono sconfitti dagli Harlem Heat. Una successiva apparizione si ebbe il 16 ottobre, in coppia con Pez Whatley contro i Nasty Boys.[5] L'ultima apparizione ebbe luogo il 26 settembre 1994, quando Houston fu sconfitto da The Honky Tonk Man a Knoxville, TN.[6]

Circuito indipendente (1994-presente)[modifica | modifica wikitesto]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Titoli e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Sam Houston, su onlineworldofwrestling.com, Online World of Wrestling. URL consultato il 24 marzo 2009.
  2. ^ Brian Shields e Kevin Sullivan, WWE Encyclopedia, DK, 2009, p. 264, ISBN 978-0-7566-4190-0.
  3. ^ Sam Houston, su wrestlingdata.com. URL consultato il 23 aprile 2016.
  4. ^ WCW 1991, su thehistoryofwwe.com.
  5. ^ WCW 1993, su thehistoryofwwe.com.
  6. ^ WCW 1994, su thehistoryofwwe.com.
  7. ^ a b Royal Duncan & Gary Will, Wrestling Title Histories, 4th, Archeus Communications, 2000, ISBN 0-9698161-5-4.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]