Marzia Sabella

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Marzia Eugenia Sabella (Bivona, 10 marzo 1965) è una magistrata italiana, dal 2017 procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Palermo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studi e prime indagini[modifica | modifica wikitesto]

«Marzia Sabella, un giovane magistrato che per la prima volta in Italia concepì qui a Palermo l'idea di una nuova fattispecie di reato, estendendo pure alle organizzazioni di pedofili il reato di associazione per delinquere, aggravando così la loro posizione nei confronti della legge. Un'innovazione che da allora è in vigore in tutto il nostro Paese.»

Nata da genitori avvocati a Bivona, in provincia di Agrigento, ove ha trascorso la giovinezza, ha conseguito la maturità classica in Sicilia e si è laureata in giurisprudenza a Milano. È sorella di Alfonso Sabella.

Divenuta magistrato, ha iniziato a lavorare presso la procura di Palermo dopo la stagione delle stragi di Falcone e Borsellino. Dal 1996 indagò su casi di stupri e pedofilia: il primo processo interamente istruito da Marzia Sabella fu ai pedofili di Ballarò, a Palermo, in cui, grazie alla giovane magistrata, fu emessa una sentenza «destinata a imprimere un precedente in giurisprudenza»[2]. La stessa Sabella, in un'intervista, affermò[3]:

«Il primo processo completamente istruito da me fu quello ai pedofili di Ballarò. All'epoca non c'erano leggi ad hoc e non c'era nessuna sensibilità su questo argomento: l'infamia colpiva l'abusato e non l'abusante. Posso dire che se c'è una legge contro la pedofilia è anche merito mio.»

Dal 2001 fu incaricata di occuparsi d'indagini di mafia.

La cattura di Provenzano[modifica | modifica wikitesto]

«Quando interrogai Provenzano capii che il vero boss, nella forma, non era lui. Lo era nella sostanza e lo dimostrano i pizzini con cui dava ordini agli affiliati di tutti i mandamenti.»

Sabella è stata l'unica donna del pool di magistrati che nel 2006 hanno coordinato la cattura di Bernardo Provenzano[4].

Altre indagini[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º luglio 2011 è stato arrestato Gaetano Riina, fratello di Salvatore, dopo tre anni d'indagini (Operazione Apice) condotte dalla Dda di Palermo, dal procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e dalla stessa Marzia Sabella; l'operazione ha portato all'arresto anche di Alessandro Correnti e Giuseppe Grizzafi, pronipoti del boss di Corleone, e Giovanni Durante, che ha risposto di estorsione[5].

Marzia Sabella è stata, inoltre, una dei pm sulle tracce di Matteo Messina Denaro[6]. Nel 2012, Sabella, il procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato e il pm Paolo Guido hanno più volte chiesto il rinvio di un'operazione di polizia al procuratore Francesco Messineo e al suo aggiunto, che coordinavano le indagini nella zona agrigentina, in quanto avrebbero potuto ostacolare le indagini su Matteo Messina Denaro: ma nel giugno 2012 la Procura ha dato il permesso alla maxi-operazione, che ha portato all'arresto di 49 persone (tra cui Leo Sutera, vecchio capomafia che i carabinieri del Ros seguivano per giungere proprio a Messina Denaro), scatenando le polemiche di Principato e dei pm del suo pool[7].

Dal 2013 al 2017 è stata distaccata a Roma presso la Commissione parlamentare antimafia. Quell'anno torna alla procura di Palermo come procuratore aggiunto.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • (con Serena Uccello), Nostro Onore. Una donna magistrato contro la mafia, Einaudi, 2014, ISBN 9788806205362.
  • Lo sputo, Sellerio Editore Palermo, 2022, ISBN 8838943818

Premi[modifica | modifica wikitesto]

  • Premio internazionale "Padre Pino Puglisi", 2006[8][9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Angileri-Catalano, 2009, 20.
  2. ^ "Pedofili, associazione a delinquere" Prima sentenza a Palermo: 123 anni di carcere a dieci persone per abusi su bambini, in Corriere della Sera, 29 novembre 1998. URL consultato l'11 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  3. ^ Marzia Sabella. URL consultato il 10 novembre 2012.
  4. ^ Provenzano, 30 agenti per un boss. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2008).
  5. ^ Mafia: arrestato Gaetano Riina, ma Totò è ancora il capo, in La Perfetta Letizia, 1º luglio 2011. URL consultato l'11 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2012).
  6. ^ Il pm Marzia Sabella: «Il capo dei capi di Cosa Nostra? È ancora Totò Riina», in Corriere del Mezzogiorno, 21 giugno 2011. URL consultato il 10 novembre 2012.
  7. ^ Palermo, veleni dopo la cattura di un boss Bruciate le indagini su Messina Denaro, in La Perfetta Letizia, 27 giugno 2012. URL consultato l'11 novembre 2012.
  8. ^ Il sottosegretario Pajno e il viceministro allo Sviluppo economico D´Antoni alla chiusura della manifestazione dedicata a don Pino Puglisi. URL consultato l'11 novembre 2012.
  9. ^ Premiati "Premio Internazionale Padre Pino Puglisi" (PDF) [collegamento interrotto], su provincia.palermo.it. URL consultato l'11 novembre 2012. (PDF)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nicolò Angileri, Raffaella Catalano, Angeli e orchi, Palermo, Dario Flaccovio editore, 2009, pp. 180, ISBN 978-88-7758-901-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN2293148876449649740000 · SBN RMSV993659 · WorldCat Identities (ENlccn-n2017011755
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