Mario Boeddu

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Mario Boeddu (Sestri Ponente, 1925Rovegno, ottobre 1944) è stato un partigiano e operaio italiano. Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nell'allora comune di Sestri Ponente, lavorava come montatore nei Cantieri navali Ansaldo della sua città. Dopo l'armistizio di Cassibile entrò subito nella Resistenza impegnandosi nella lotta partigiana.

Come partigiano combattente militò in Val Trebbia, in particolare nelle zone montuose, facendo parte della Brigata "Jori" della Divisione Garibaldi "Pinan-Cichero". Nell'agosto 1944, assediato per alcuni giorni, rallentò l'avanzata delle truppe nemiche dando modo alla brigata di ripiegare su posizioni più sicure. Due mesi dopo, tuttavia, durante un'azione contro una colonna alpina in marcia nell'area di Loco di Rovegno, nel tentativo di portare in salvo un compagno ferito venne colpito e morì.[1]

Per tale atto di coraggio e altruismo, dopo la sua morte venne insignito della medaglia d'oro al valore militare.[1]

Il comune di Genova gli ha dedicato una via nell'area del quartiere della sua nascita, ove hanno sede dal 1979 il complesso scolastico Gramsci-Volta e, dal 2010, il Teatro Akropolis.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capace, instancabile organizzatore ed animatore di purissima fede, fu fra i primissimi ad iniziare la lotta contro i nemici della Patria. Braccato dalle polizie nazifasciste, raggiungeva le formazioni della montagna ove fece rifulgere le sue doti di grande combattente e valoroso capo. Sempre presente ove maggiore era il pericolo, nell'agosto 1944, lottando strenuamente per tre giorni e per il mantenimento di una posizione chiave, contribuiva a ritardare l'avanzata dell'avversario e dava la possibilità ai propri comandi di ripiegare su posizioni prestabilite. Durante un’audace azione contro una colonna alpina in marcia, nel generoso tentativo di portare in salvo un compagno ferito, cadeva a sua volta mortalmente colpito e, in un supremo abbraccio col morente, offriva la sua vita alla Patria. Fulgido esempio di indomito valore e di sublime altruismo.»
— Val Trebbia, ottobre 1944.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 15 agosto 2015.
  2. ^ Laura Santini, Un nuovo teatro a Genova: Akropolis, in Mentelocale, 26 febbraio 2010.

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