Marco Porcio Catone Liciniano

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Marco Porcio Catone Liciniano (in latino Marcus Porcius Cato Licinianus; Roma, 192 a.C. circa – Roma, 152 a.C. circa) è stato un giurista e militare romano del II secolo a.C..

Marco Porcio Catone Liciniano
NascitaRoma, 192 a.C. circa
MorteRoma, 152 a.C. circa
Dati militari
Paese servitoRepubblica romana
Forza armataEsercito romano
Anni di servizio173 a.C. - 168 a.C.
GradoMiles
ComandantiLucio Emilio Paolo Macedonico
GuerreTerza guerra macedonica
BattaglieBattaglia di Pidna
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Nacque dal ben più noto Marco Porcio Catone detto "il Censore" e la prima moglie, Licinia, da cui prese il nome di Liciniano per distinguerlo Marco Porcio Catone Saloniano nato in seguito da Salonina.

Prima educazione[modifica | modifica wikitesto]

Il padre pose grande cura alla sua educazione sia fisica che intellettuale sforzandosi di tenerlo lontano da ogni tentazione non morale. Imparò a cavalcare, nuotare, lottare e, forse per irrobustire una debole costituzione, fu esposto alle dure condizioni di caldo e freddo. Il padre non permise che la sua educazione fosse affidata, come spesso già accadeva nel mondo romano, a uno schiavo, Chilo; ritenendo il Censore che il figlio avrebbe potuto acquisire una mentalità perdente. A questo fine scrisse lui stesso libri di storia in caratteri di grandi dimensioni e in seguito preparò una sorta di enciclopedia. Il risultato di questa educazione formò un uomo saggio e virtuoso.

Servizio militare[modifica | modifica wikitesto]

Il suo ingresso nella vita militare avvenne quale soldato, in Liguria, nel 173 a.C. sotto il comando di Marco Popilio Lenate. La sconfitta e lo sbandamento della legione cui apparteneva lo costrinse a ripetere l'esperienza militare, sempre dietro consiglio del padre, in quanto solo così gli sarebbe stato legalmente riconosciuto di aver combattuto contro i nemici di Roma[1]. Nel 168 a.C. combatté nella battaglia di Pidna contro Perseo di Macedonia ai comandi del console Lucio Emilio Paolo Macedonico di cui in seguito sposò la figlia Emilia Tertia[2]. Nella battaglia si distinse per valore e sfortuna avendo perduto ma poi ritrovato la propria spada.[3] [4] [5] [6] Ritornato fra i commilitoni coperto di ferite fu ricevuto dal console con un applauso. Fu esonerato dal servizio per potersi curare e il padre stesso lo convinse a non prendere parte ai successivi combattimenti in quanto, dopo l'esonero, poteva considerarsi non più un militare[7]

Il giurista[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la parentesi militare, necessaria per l'ingresso nella vita politica e sociale romana, Liciniano si dedicò alla pratica legale, nella quale sembra abbia raggiunto alti risultati dal momento che molti autori latini ne inneggiano la figura.[8] [9] [10]

Marco Porcio Catone Liciniano raggiunse la carica di pretore designato. E in tale carica morì, nel 152 a.C., pochi anni prima del padre stesso. Questi accolse la morte del figlio con rassegnazione riuscendo a dargli, a causa della povertà, solo un funerale senza grandi onoranze. [11][12]

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Catone Liciniano sposò Emilia Tertia figlia di Lucio Emilio Paolo Macedonico da cui ebbe due figli: il maggiore Marco Porcio Catone, console nel 118 a.C., e il minore Gaio Porcio Catone, console nel 114 a.C.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cicerone, De Officiis, I. 11.
  2. ^ Cicerone, Cato maior de senectute, 1.1.14
  3. ^ Plutarco, Vita di Catone, 20.
  4. ^ Giustino, XXXIII. 2.
  5. ^ Valerio Massimo, III. 12. 16.
  6. ^ Frontino, Stratagemmi, IV.5.17.
  7. ^ Plutarco, Moralia, 39.
  8. ^ Sextus Pomponius, de Origine Juris,
  9. ^ Aulus Gellius, Noctes Atticae
  10. ^ Julius Paullus cita il 15° libro di Catone (in Giustiniano, Pandectae, 45. tit. 1. s. 4. 1
  11. ^ Tito Livio, Periochae, 48.
  12. ^ Cicerone, Cato maior de senectute, 19

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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