Malarico

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Malarico
Re dei Suebi o Svevi di Spagna
In carica585 –
586
PredecessoreAndeca
Successorefu l'ultimo
Nascita?
Mortedopo il 586

Malarico dei Suebi chiamato anche Amalarico e Malaric in spagnolo, in galiziano e in portoghese (... – dopo il 586) è stato re dei Suebi di Gallaecia[1], dal 585 al 586.

Penisola iberica nel 586. Il regno dei Suebi è divenuto una provincia dei Visigoti. In viola la provincia bizantina della Spagna.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Forse discendente del re Miro.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo che Andeca, nel 584, aveva deposto Eborico, il re dei Visigoti, Leovigildo, prese a pretesto la deposizione per poter intervenire, ancora una volta, nel regno suebo; invase immediatamente il territorio suebo e, secondo quanto riporta Rafael Altamira, "con la massima rapidità" li sconfisse con due sole battaglie, a Portucale e a Bracara. Battuto e fatto prigioniero Andeca, nel 585, fu deposto, costretto a sottoporsi alla tonsura, e rinchiuso in un monastero a Pax Julia e il regno svevo fu incorporato nel regno visigoto[2].
Secondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, non si hanno altre notizie di Andeca[3].
Questi avvenimenti sono riportati dai cronisti Isidoro e Giovanni di Biclaro[4][5].

Dopo che il regno svevo era stato assoggettato e divenuto una provincia visigota, nel 585, si fece avanti, allora, un pretendente al trono: Malarico, forse discendente del re Miro, che si proclamò re dei Suebi di Gallaecia, per mantenerlo indipendente dai Visigoti e soprattutto liberarlo dagli Ariani che ora dominavano a Braga.
Malarico viene citato nell'elenco dei re Suebi nel El reino suevo (411-585)[6], come settimo re dopo il periodo oscuro[7] e si hanno nuovamente informazioni sul regno suebo di Galizia.

Malarico viene citato dalla IDENTITY AND INTERACTION: The Suevi and the Hispano-Romans, che riporta che venne affrontato e sconfitto da Leovigildo, e che dopo essere stato catturato, in quello stesso anno o nel 586 fu portato davanti al re visigoto incatenato[8].
Anche Giovanni di Biclaro, cita Malarico, che, nel 585, si proclamò re (In Gallacia tyrannidem assumens), ma fu fatto prigioniero[5] e, forse, chiuso in un monastero.
Secondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, non si hanno altre notizie di Malarico[9].
Dopo quest'ultimo tentativo di ribellione, gli Svevi accettarono di essere governati da un dux (duca) visigoto, pur mantenendo le leggi, gli usi e le altre caratteristiche proprie del loro fiero ed antico regno.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Di Malarico non si conosce alcuna discendenza.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Gallaecia corrispondeva all'incirca alle regioni (comunità autonoma) spagnole di Galizia, delle Asturie, di Cantabria, di Castiglia e León e il nord del Portogallo.
  2. ^ Rafael Altamira, "La Spagna sotto i Visigoti", in "Storia del mondo medievale", vol. I, 1999, pag. 754
  3. ^ (ES) #ES Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia - Audeca
  4. ^ (LA) #ES Isidori Historia Gothorum, Wandalorum, Sueborum, Historia Sueuorum, par. 92
  5. ^ a b (LA) #ES MGH Auct. ant. 11, Iohannis Abbatis monasterii Biclarensis Chronica, pag. 217
  6. ^ (ES) #ES El reino suevo (411-585), pag. 293
  7. ^ Periodo oscuro è detto il lasso di tempo della storia degli Svevi, tra il 469, morte di Remismondo e il 550, inizio del regno di Carriarico, che è sconosciuta. Infatti il vescovo Idazio interruppe la sua cronaca nell'anno 469 e praticamente sino al regno di Carriarico non si hanno notizie.
  8. ^ (ES) #ES IDENTITY AND INTERACTION: The Suevi and the Hispano-Romans, pag. 33
  9. ^ (ES) #ES Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia - Malarico

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

  • Rafael Altamira, "La Spagna sotto i Visigoti", in "Storia del mondo medievale", vol. I, 1999, pp. 743–779

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Sovrani Svevi Successore
Andeca 585586 fu l'ultimo