Luigi Marzocchi

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Luigi Marzocchi (Molinella, 18881970) è stato un fotografo e militare italiano.[1][2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Celebre foto scattata da Luigi Marzocchi con le incisioni ideate e scritte dal Bersagliere Gen. Ignazio Pisciotta sulle rovine di una casa al termine della Battaglia del solstizio (24 giugno 1918) e ripresa da molti mass media.[3][4]

Poco si sa di lui anteriormente alla prima guerra mondiale: fu fratello maggiore del pittore Gino Marzocchi e interessato alla meccanica nell'officina paterna, tanto da venire arruolato nell'esercito proprio per le sue competenze nella tecnica meccanica.[1]

Fotografo ufficiale del Comando supremo[modifica | modifica wikitesto]

Dopo qualche attività logistica, nel 1915 passa al Reparto Fotografico del Comando supremo e ne diventa uno dei fotografi ufficiali, contribuendo poco a poco a far mutare il modo di intendere la fotografia stessa da parte delle gerarchie superiori, da pericoloso strumento che potesse rivelare amare realtà al pubblico a potente strumento di propaganda capace di veicolare eroismo.[2]

Le foto documentano nei minimi dettagli l'ultimo anno di guerra, in cui però al contempo stesso lo stile usato dal Marzocchi e dagli altri fotografi del Comando supremo fa sembrare spesso i soldati immersi in ambientazioni 'esotiche' e non di guerra intensa vera e propria, rispondendo a un gusto 'borghese' al quale relativa classe tali fotografi appartenevano.[2]

Il patrimonio fotografico[modifica | modifica wikitesto]

Le foto di Marzocchi sono state scattate in un periodo che va dall'ottobre 1917 (durante la disfatta di Caporetto) fino al dicembre 1918, subito dopo la fine delle ostilità e la liberazione di Trieste.[5] Le foto, quasi 2000, sono catalogate e interamente disponibili online presso il Catalogo Generale dei Beni Culturali.[6] Trattasi di 10 album (più uno iniziale in cui il fotografo mostra i documenti di come fu arruolato all'inizio[2]) e le foto sono dotate ciascuna di data e didascalia.[7]

La maggior parte delle foto fu donata nel 1987 dalla figlia Maria Emma al Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.[5][2] È stato costituito il Fondo Marzocchi e periodicamente vengono organizzate mostre e riviste di tale patrimonio.[8][9]

Anni successivi[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la guerra abbandonò la campagna bolognese e si trasferì a Milano, dove fondò in un primo momento la ditta "La stereoscopica", che però non ebbe successo in quanto la fotografia di guerra riportava alla mente momenti dolorosi per molte persone.[1][2] Decise quindi di dedicarsi di nuova all'attività artigianale e inventiva, che lo porteranno a vincere la medaglia d'oro alla Fiera di Milano del 1934 e il Grand Prix all'Esposizione universale di Parigi del 1937.[1] Ritornò successivamente a Bologna per lo sviluppo delle industrie locali.[1]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Marzocchi, pioniere della fotografia. Inventore con lo sguardo nel futuro, su Il Resto del Carlino, 5 ottobre 2023. URL consultato il 28 aprile 2024.
  2. ^ a b c d e f Alex Da Frè, Il primo conflitto mondiale nelle fotografie di Luigi Marzocchi (PDF), Museo della Battaglia / Comune di Vittorio Veneto, 2015.
  3. ^ “Tutti eroi. O il Piave o tutti accoppati!”: il diario della battaglia del Solstizio, su La Stampa, 15 giugno 2018. URL consultato il 28 aprile 2024.
  4. ^ Alfredo Terrone, Tutti eroi! o il Piave o tutti accoppati., su Associazione Nazionale Bersaglieri, 7 aprile 2020. URL consultato il 28 aprile 2024.
  5. ^ a b La Serie fotografica documentaria sulla guerra italo-austriaca di Luigi Marzocchi, su ICCU - Istituto Centrale per il Catalogo Unico, 20 aprile 2018. URL consultato il 28 aprile 2024.
  6. ^ (EN) Marzocchi, Luigi (1888-1970), su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 28 aprile 2024.
  7. ^ Risultato della ricerca: Museo della Battaglia di Vittorio Veneto (10 album), su 14-18.it. URL consultato il 28 aprile 2024.
  8. ^ Da Vittorio Veneto a Trieste – Civico Museo della Guerra per la Pace, su museodiegodehenriquez.it. URL consultato il 28 aprile 2024.
  9. ^ Le foto del fondo Luigi Marzocchi tornano in mostra in Australia, su TrevisoToday, 28 ottobre 2019. URL consultato il 28 aprile 2024.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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