Luigi Lombardini

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Luigi Lombardini

Luigi Lombardini (Cagliari, 7 dicembre 1935Cagliari, 11 agosto 1998) è stato un magistrato italiano per decenni attivamente impegnato nella lotta al banditismo sardo e ai sequestri di persona in Sardegna.

Il Procuratore generale di Cagliari Francesco Pintus affermò circa la sua morte: "Lombardini era un giudice che quando i suoi colleghi stavano comodamente seduti in poltrona girava la Sardegna a risolvere i sequestri di persona. È il magistrato al quale si sono consegnati 37 latitanti".[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fino al 1989 si occupò di sequestri di persona in Sardegna[2], dapprima giudice istruttore, con competenza inizialmente limitata a Cagliari, quindi estesa a quasi tutta la Sardegna. Dal 1969 al 1989 istruì quasi cento procedimenti per sequestro di persona, contribuendo al drastico ridimensionamento del fenomeno criminale[3].

Fu sospettato di aver assoldato, grazie alla cosiddetta Zona grigia, quali emissari per i sequestri, ex banditi, che in cambio di forti sconti di pena avrebbero lavorato per lui[4]. Costituì un fondo per gestire la cosiddetta Rete Lombardini al fine di agevolare le trattative e il rapporto con gli informatori[5].

Si suicidò l'11 agosto 1998, dopo l'interrogatorio di alcuni magistrati competenti per territorio, durato sei ore, poiché sospettato di estorsione all'ingegnere Tito Melis nell'ambito del sequestro di Silvia Melis. A seguito del colloquio e della notifica di perquisizione del suo ufficio, precedendo i giudici vi si chiuse all'interno e si tolse la vita sparandosi un colpo di pistola.[6]

Le reazioni al suicidio[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 agosto 1998, tre giorni dopo la morte di Lombardini, Vittorio Sgarbi in un'intervista a Il Giornale ne attribuisce la responsabilità alle «inchieste politiche di Caselli [...] uomo di Violante», in quanto «il suicidio di Lombardini ha evidenziato la natura esclusivamente politica dell'azione di Caselli e i suoi» che «impudentemente frugano nella sua tomba [...] sul suo cadavere». Il 17 agosto, ignorando i ringraziamenti dell'avvocato di Lombardini per la correttezza tenuta da Caselli nella conduzione dell'interrogatorio nonché il positivo pronunciamento del CSM in merito, ne chiede «l'immediato arresto» nonché la «sospensione dal servizio e dallo stipendio». Alla successiva querela, l'intervistatore Renato Farina e il direttore Mario Cervi scelgono il patteggiamento, mentre Sgarbi la via del processo. Per queste affermazioni nel 1998 verrà condannato dalla Cassazione per diffamazione aggravata sulle indagini del pool antimafia di Palermo, guidato da Gian Carlo Caselli, oltre a 1000 € di multa. Vi è chi, di fronte a questo pronunciamento, ha sostenuto che la condanna sarebbe occorsa per aver Sgarbi definito le indagini "politiche" e quindi Lombardini come una vittima di persecuzione ideologica da parte di Caselli e Ingroia[7], esercitando il proprio diritto di critica.

Ai fine di restituire l'onore al magistrato suicida viene scritto e presentato a Cagliari, alla presenza di ministri e sottosegretari, il libro del giudice Enzo Tardino: Il Giudice Lombardini[8] che accusa i magistrati di Palermo di averne provocato il suicidio e per questo sarà processato per diffamazione.

La figura di Lombardini ha suscitato polemiche anche negli anni successivi al suicidio. Nel 2007 Marco Travaglio ha scritto che «criticare significa affermare che un'inchiesta è infondata, una sentenza è sbagliata. Ma sostenere che un PM e l'intera sua Procura sono al servizio di un partito, agiscono per finalità politiche, usano la mafia contro lo stato, non è criticare: è attribuire una serie di reati gravissimi, i più gravi che possa commettere un magistrato».[9]

Nel 2005 il libro La zona grigia, cronaca di un sequestro di persona[10] di Giampaolo Cassitta analizza il sequestro di persona avvenuto in Sardegna a Villasimius il 4 ottobre 1978, durante il quale viene rapito l'ingegnere della Ferrari Giancarlo Bussi che non farà più rientro a casa. Il giudice istruttore è Luigi Lombardini. Il libro parte dal presupposto che ci siano stati errori clamorosi nella conduzione delle indagini e, soprattutto, nell'arresto e nel rinvio a giudizio di alcuni detenuti che saranno condannati, ma secondo l'opinione dell'autore con alcuni errori effettuati durante il maxi processo del 1982 svoltosi nell'aula bunker della città di Cagliari.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il giudice si spara in procura, su La Repubblica.it, 12 agosto 1998. URL consultato il 28 ottobre 2018.
  2. ^ Filmato audio (IT) Carlo Lucarelli, Sardegna - Perché banditi 4/4 - Barbagia Rossa, su YouTube, Blu notte, misteri italiani, 28 luglio 2012, a 19 min 30 s. URL consultato il 28 ottobre 2018.
    «Il giudice sceriffo, gira sempre con una pistola, una 357 magnum.»
  3. ^ Lombardini, spunta una lettera all'Antimafia, su La Repubblica.it. URL consultato il 28 ottobre 2018.
  4. ^ (IT) Agostino Murgia, «Obbedii a Cossiga e Lombardini», su LaNuovaSardegna.it, 19 marzo 2003. URL consultato il 2 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2018).
    «Ora si scopre che l'incarico gli era stato affidato dal giudice Luigi Lombardini, a sua volta sollecitato dall'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga.»
  5. ^ Filmato audio (IT) Carlo Lucarelli, Sardegna - Perché banditi 4/4 - Barbagia Rossa, su YouTube, Blu notte, misteri italiani, 28 luglio 2012, a 21 min 33 s. URL consultato il 28 ottobre 2018.
    «Io posso tutelarvi [...] quando ho delle richieste, a un gruppo di imprenditori interessati a un eventuale rapimento, chiedo dei fondi che io impiego a maniera mia senza renderne conto a nessuno.»
  6. ^ L'ultimo interrogatorio del giudice Lombardini, su La Repubblica.it, 3 settembre 1998. URL consultato il 28 ottobre 2018.
  7. ^ Articolo del 30 agosto 2006 su La Repubblica.
  8. ^ (IT) Giorgio Melis, Il giudice-scrittore e Lombardini Presentato a Cagliari un libro sul magistrato suicida nel '98, su LaNuovaSardegna.it, 25 settembre 2001. URL consultato il 2 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2018).
    «Infatti agli ospiti annunciati si è aggiunto l'ex procuratore generale Francesco Pintus. A suo avviso, niente è rimasto delle accuse sulla rete parallela di Lombardini, che era «una sorta di Santa Rita da Cascia per i familiari dei sequestrati.»
  9. ^ Marco Travaglio, La scomparsa dei fatti. Milano, il Saggiatore, 2007. p. 207 ISBN 88-428-1395-8.
  10. ^ La zona grigia, su Condaghes. URL consultato il 28 ottobre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pino Scaccia, Sequestro di persona, Editori Internazionali Riuniti, 2000.
  • Enzo Tardino, Il giudice Lombardini, Roma, Logos, 2002.
  • Gianpaolo Cassitta, La zona grigia, Cagliari, Condaghes, 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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