Lucio Volusio Saturnino (console 12 a.C.)

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Lucio Volusio Saturnino
Console dell'Impero romano
Busto di profilo di Saturnino su rovescio di dupondio bronzeo (RPC I 800) coniato ad Achulla, in Africa, sotto il proconsolato dello stesso Saturnino
Nome originaleLucius Volusius Saturninius
Nascita60 a.C. circa
Lucus Feroniae
Morte20 d.C.
ConsorteNonia Polla; Cornelia?
FigliLucio Volusio Saturnino; Volusia Saturnina
GensVolusia
PadreQuinto Volusio Saturnino
MadreClaudia
Consolatoagosto-dicembre 12 a.C. (suffetto)
Proconsolato7/6 a.C. o 6/5 a.C. in Africa
Legatus Augusti pro praetore4-6 d.C. in Siria
Sacerdozioseptemvir epulonum

Lucio Volusio Saturnino (in latino Lucius Volusius Saturninus; Lucus Feroniae, 60 a.C. circa – 20) è stato un magistrato e militare romano, console dell'Impero romano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini familiari[modifica | modifica wikitesto]

Saturnino discendeva da una famiglia antica con ogni probabilità originaria di Lucus Feroniae in Etruria[1][2] (dove i Volusii Saturnini avevano diversi possedimenti[3]) ma mai prima di lui ascesa oltre la pretura[4].

Saturnino era figlio di Quinto Volusio Saturnino[5][6], grande amico e collaboratore di Cicerone, assai ricco, molto versato in giurisprudenza e oratore di una certa importanza in quanto discepolo dell'Arpinate[7], prefetto dell'Arpinate durante il suo governatorato in Cilicia[8][9] e in seguito sicuramente pretore in una data sconosciuta dopo il 50[4][9][10], e probabilmente di una altrimenti ignota Claudia, sorella di Tiberio Claudio Nerone[11]. Ciò fa di Saturnino il cugino paterno del futuro princeps Tiberio e di Druso maggiore[2].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Saturnino, nato attorno al 60 a.C.[12][6], fu senza dubbio membro del collegio dei septemviri epulonum[13][14][15], ma non sono note altre cariche prima del consolato. Questo fu assunto da Saturnino nell'agosto del 12 a.C., quando, al fianco di Gaio Caninio Rebilo, che rimpiazzò Gaio Valgio Rufo, sostituì come suffetto l'abdicante Publio Sulpicio Quirinio[16]. A causa della morte in carica del collega Rebilo in autunno, Saturnino concluse il proprio consolato come console unico, evidentemente per breve tempo[17].

Dopo il consolato, Saturnino fu scelto come triumvir centuris equitum legendis con potere censorio[4][13]: tale carica testimonia senza dubbio una grande vicinanza e amicizia con Augusto[18].

Dopo i canonici cinque anni di intervallo dal consolato, Saturnino, nel 7-6[19] o 6-5 a.C.[20], fu eletto proconsole d'Africa[21] in sostituzione di Publio Quintilio Varo[20]. Qualche anno più tardi, tra 4 e 6 d.C. fu invece nominato da Augusto legatus Augusti pro praetore della provincia di Siria[22][23], per raggiungere la quale passò per l'isola di Delo dove gli fu eretta una statua[24]. Sicuramente, nonostante il silenzio delle fonti, Saturnino dovette sovrintendere alla rimozione di Erode Archelao dai suoi possedimenti ereditati dal padre Erode il Grande e all'incameramento di questi nella provincia siriana[22][25].

Patrimonio, discendenza e morte[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Villa dei Volusii.
Veduta panoramica della Villa dei Volusii Saturnini.

Primus adcumulator opum quis domus illa immensum viguit[4], Saturnino dovette contribuire fortemente all'accrescimento del già cospicuo patrimonio familiare, tanto che il nome dei Volusii divenne quasi proverbiale come sinonimo di ricchezza[26][27]. Legati al nome della sua famiglia, anche se non necessariamente fatti costruire da lui, sono i romani Horti Volusiani, ancora saldi alla metà del III secolo[28], l'augustea Insula Volusiana presso il Foro Boario, sede di granai e locande[29], e la sontuosa Villa dei Volusii Saturnini a Lucus Feroniae[30], già in costruzione alla metà del I secolo a.C., dove si coltivavano viti[31] e ulivi[32] i cui prodotti venivano facilmente trasportati a Roma via Tevere e in tutta Italia[33]. Numerosi dovevano essere anche gli schiavi della famiglia, tanto a Roma quanto nei possedimenti agricoli[34].

Dedicatario di un'epigrafe in onore di un membro della famiglia imperiale nel 4-3 a.C.[35] e di un tempio del divo Augusto nella nativa Lucus Feroniae tra 14 e 20 d.C.[13], lo stesso Saturnino fu onorato, oltre che con una statua nella città di Parium in Misia probabilmente in occasione di un viaggio[15], con una imponente statua equestre al centro del foro di Lucus Feroniae[14][36].

Sposato con Nonia Polla[37], figlia del console del 36 a.C. Lucio Nonio Asprenate[2][12][11], Saturnino ebbe da lei due figli: Lucio Volusio Saturnino, console suffetto nel 3 d.C.[12][37][11], e Volusia Saturnina, che andò in sposa a Marco Lollio, figlio dell'omonimo console del 21 a.C.[38][39] Sembra poi che Saturnino abbia avuto una seconda moglie di nome Cornelia, ma le fonti a riguardo sono piuttosto incerte[40].

Alla fine del 20 d.C., Saturnino morì[4], e Tacito gli riserva, in quanto vir insignis, un bel necrologio:

(LA)

«Fine anni concessere vita insignes viri Lucius Volusius et Sallustius Crispus. Volusio vetus familia neque tamen praeturam egressa; ipse consulatum intulit, censoria etiam potestate legendis equitum decuriis functus, opumque, quis domus illa immensum viguit, primus adcumulator.»

(IT)

«Alla fine di quell'anno morirono due illustri uomini, Lucio Volusio e Sallustio Crispo. Volusio apparteneva ad un'antica famiglia, che pure non aveva esercitato cariche superiori alla pretura; egli solo ebbe il consolato; fu anche censore per la scelta delle decurie dei cavalieri, e per primo accumulò quell'ingente patrimonio che fece quella casa tanto potente.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Edward Dąbrowa, The governors of Roman Syria from Augustus to Septimius Severus, Bonn, Habelt Verlag, 1998, p. 136 n. 119; cfr. A. Lippold, RE IX A,1 (1961), coll. 898-899.
  2. ^ a b c Ronald Syme, The Augustan aristocracy, Oxford, Clarendon Press, 1986, p. 56.
  3. ^ Cfr. AE 1978, 297.
  4. ^ a b c d e Tacito, Annales, III, 30, 1.
  5. ^ T.P. Wiseman, New Men in the Roman Senate, 139 B.C. - A.D. 14, Oxford, Oxford University Press, 1971, pp. 277-278 nr. 514.
  6. ^ a b Der Neue Pauly, XII.2 (2002), s.v. Volusius II 2 (W. Eck).
  7. ^ Cicerone, ad Atticum, V, 21, 4; V, 11, 4; ad familiares, V, 20, 3, V, 12, 2.
  8. ^ Cicerone, Epistulae ad familiares, V, 20, 4.
  9. ^ a b T. R. S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, II, New York 1952, pp. 246 e 254.
  10. ^ T. P. Wiseman, New Men in the Roman Senate, 139 B.C. - A.D. 14, Oxford, Oxford University Press, 1971, pp. 277-278 nr. 514, riteneva che il padre fosse stato edile nel 43 a.C., ma Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium, VII, 3, 8, preserva, per l'edile, il praenomen Marco: cfr. R. Syme, Roman Papers, II, Oxford 1979, pp. 605-606 e M. Volusius (aed. 43 a.C.), su romanrepublic.ac.uk.
  11. ^ a b c Ronald Syme, Roman Papers, II, Oxford, Clarendon Press, pp. 605-606, 615-616; cfr. The Augustan aristocracy, Oxford Clarendon Press, 1986, pp. 56 e 319, e già The Roman Revolution, Oxford, Clarendon Press, 1939, p. 424 n. 4.
  12. ^ a b c Ronald Syme, The Augustan aristocracy, Oxford, Clarendon Press, 1986, pp. 319-320.
  13. ^ a b c AE 1983, 399.
  14. ^ a b AE 1978, 304.
  15. ^ a b CIL III, 727.
  16. ^ Fasti Cuprenses (CIL IX, 5289).
  17. ^ A. Degrassi, I fasti consolari dell'impero romano dal 30 avanti Cristo al 613 dopo Cristo, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1952, p. 4.
  18. ^ J. Crook, Consilium principis, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, p. 190 nr. 359.
  19. ^ Edward Dąbrowa, The governors of Roman Syria from Augustus to Septimius Severus, Bonn, Habelt Verlag, 1998, p. 27 e n. 132.
  20. ^ a b B. Thomasson, Fasti Africani: senatorische und ritterliche Amtsträger in den römischen Provinzen Nordafrikas von Augustus bis Diokletian, Stockholm, Paul Åströms Förlag, 1996, p. 23 nr. 9.
  21. ^ Roman Provincial Coinage I, 778; 800-802.
  22. ^ a b Edward Dąbrowa, The governors of Roman Syria from Augustus to Septimius Severus, Bonn, Habelt Verlag, 1998, pp. 26-27.
  23. ^ Roman Provincial Coinage, I 4262.
  24. ^ Inscriptions de Délos 1624.
  25. ^ Werner Eck, Rom und Judaea. Fünf Vorträge zur römischen Herrschaft in Palaestina, Tübingen, Mohr Siebeck, 2007, pp. 24ss. Gilbert Labbé, L'affirmation de la puissance romaine en Judée (63 avant J.-C.-136 après J.-C.), Paris, Les Belles Lettres, 2012, pp. 88-91.
  26. ^ Tacito, Annales, XIV, 56, 1.
  27. ^ Cfr. J.H. D'Arms, Commerce and Social Standing in Ancient Rome, Harvard, Harvard University Press, 1981, pp. 69-70.
  28. ^ AE 1928, 12.
  29. ^ AE 1982, 64, AE 1982, 65, cfr. CIL VI, 17454.
  30. ^ M. Moretti-A.M. Sgubini Moretti, La villa dei Volusii a Lucus Feroniae, Roma, Autostrade S.P.A., 1977.
  31. ^ CIL XV, 4559; CIL XV, 4646; CIL XV, 4784.
  32. ^ D. Manacorda in Volusii Saturnini, pp. 55-82.
  33. ^ A.M. Andermahr, Totus in Praediis: Senatorischer Grundbesitz in Italien in der frühen und hohen Kaiserzeit, Bonn, Habelt Verlag, 1998, pp. 493-496.
  34. ^ M. Buonocore in Volusii Saturnini, pp. 17-35.
  35. ^ CIL IX, 5680.
  36. ^ Werner Eck, Monument und Inschrift. Gesammelte Aufsätze zur senatorischen Repräsentation in der Kaiserzeit, Berlin-Boston, De Gruyter, 2010, pp. 99-100
  37. ^ a b OGIS 468.
  38. ^ Tacito, Annales, XII, 22, 2.
  39. ^ Ronald Syme, Roman Papers, VI, Oxford, Clarendon Press, 1991, p. 151.
  40. ^ CIL XV, 7441. V. F. Coarelli in Volusii Saturnini, pp. 39-40 e PIR V 478. Cfr. CIL VI, 7387 e CIL VI, 9601.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (LA) Johannes Heinrichs, V 978, in Werner Eck, Matthäus Heil, Johannes Heinrichs (a cura di), Prosopographia Imperii Romani saec. I. II. III, VIII.2, 2ª ed., Berlin-Boston, De Gruyter, 2015.
  • (IT) Mary Taliaferro Boatwright, I Volusii Saturnini: una famiglia romana della prima età imperiale, collana Archeologia: Materiali e Problemi, 6, Bari, De Donato, 1982, OCLC 10020078.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Console romano Successore
Gaio Valgio Rufo agosto-dicembre 12 a.C. Paolo Fabio Massimo
con Publio Sulpicio Quirinio con Gaio Caninio Rebilo; poi console unico con Quinto Elio Tuberone