Lucio Norbano Balbo

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Lucio Norbano Balbo
Console dell'Impero romano
Nome originaleLucius Norbanus Balbus
Nascita10 a.C. circa
Morte24 gennaio 41?
Roma?
FigliNorbano Balbo?
GensNorbana
PadreGaio Norbano Flacco
MadreCornelia
Consolatogennaio-giugno 19 (ordinario)

Lucio Norbano Balbo (in latino: Lucius Norbanus Balbus; 10 a.C. circa – Roma, 24 gennaio 41?) è stato un magistrato romano, console dell'Impero romano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini familiari[modifica | modifica wikitesto]

Balbo apparteneva all'illustre gens Norbana, di origine etrusca e salita alla ribalta nel corso del I secolo a.C.[1][2] Il trisavolo, Gaio Norbano, era stato il primo console della famiglia, nell'83 a.C., e si era opposto strenuamente a Silla fino alla proscrizione e al suicidio[2][3]. Il bisnonno Gaio Norbano era stato tresvir monetalis nell'anno del consolato del padre, l'83 a.C.[2][4] Il nonno Gaio Norbano Flacco[5][2] fu un'importante sostenitore di Giulio Cesare[1] e, in seguito, dei triumviri, che, dopo la sua nomina a pretore nel 43 a.C.[6], lo inviarono a Filippi insieme a Lucio Decidio Saxa e otto legioni per bloccare i movimenti dei cesaricidi Bruto e Cassio[7]: la vittoria nella battaglia di Filippi, dopo la quale Norbano difese l'accampamento di Ottaviano[8], gli portò grande prestigio[9], e Norbano divenne console nel 38 a.C.[10], proconsole di Spagna tra 36 e 34 a.C.[11] (al cui ritorno celebrò anche un trionfo[12]) e proconsole d'Asia poco dopo la battaglia di Azio[13], cosa che lo definisce come importante fautore di Ottaviano (di cui Norbano fu collega anche come XVvir sacris faciundis[14]). Il padre Gaio Norbano Flacco[15][2] era stato console con lo stesso Augusto nel 24 a.C.[16], a conferma della vicinanza della famiglia con il princeps, e proconsole d'Asia per l'anno 18/17 a.C. o 17/16 a.C.[17]; inoltre, aveva sposato una figlia di Lucio Cornelio Balbo minore, di famiglia altrettanto vicina a Cesare e ad Augusto[18]. Loro figli furono Gaio Norbano Flacco, console ordinario nel 15 insieme a Druso Cesare, Lucio Norbano Balbo e Norbana Clara[19].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Della carriera di Balbo non molto è noto. L'unica carica attestata è il suo consolato, ricoperto come consul ordinarius dal gennaio al giugno del 19 insieme all'illustre Marco Giunio Silano Torquato, marito della bisnipote di Augusto Emilia Lepida[20]. A riguardo è però testimoniato un aneddoto peculiare: Norbano aveva una predilezione per suonare la tuba, e per festeggiare l'inizio del proprio consolato, il 1º gennaio del 19 decise di esibirsi davanti ad una grande folla di clientes raccolta davanti alla sua casa; il suono della tuba riecheggiò a tal punto che l'intera città si sgomentò, credendo che i consoli stessero suonando l'avanzata come in guerra; l'evento fu considerato un omen nefasto, e in retrospettiva si ritenne che avesse presagito la morte di Germanico nell'ottobre del medesimo anno[21]. Inoltre, sono noti importanti provvedimenti preso da Silano e Balbo in qualità di consoli: da una parte, la lex Iunia Norbana, che introdusse la categoria di latini Iuniani per quei liberti manomessi non seguendo le direttive della lex Aelia Sentia del 4[22]; dall'altra, il senatus consultum di Larino, che si scagliava contro i senatori e i cavalieri che sminuivano la maiestas del senato partecipando come attori a teatro o come contendenti nei giochi gladiatorii[23].

Sembra plausibile ipotizzare che Norbano avesse dei possedimenti a Perusia, dove è nominato un suo liberto[24].

Un Norbano Balbo di immensa forza fisica è infine attestato come ucciso dalle guardie del corpo germaniche che, in seguito all'assassinio di Caligola il 24 gennaio del 41, massacrarono indiscriminatamente svariate persone sul Palatino[25]: è plausibile che si tratti del console del 19, ma è altrettanto possibile ipotizzare ad un figlio[26].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ronald Syme, The Roman Revolution, Oxford, 1939, p. 200.
  2. ^ a b c d e Richard J. Evans, Norbani Flacci: The Consuls of 38 and 24 B.C., in Historia: Zeitschrift für Alte Geschichte, 36.1 (1987), pp. 121-128.
  3. ^ T.S.S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, I, pp. 563-566; II, pp. 41-71 passim; III, p. 149.
  4. ^ Roman Republican Coinage, n. 357.
  5. ^ PIR2 N 166.
  6. ^ T.S.S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, II 337.
  7. ^ Appiano, Guerre civili, IV, 87, 102-107, 130; Plutarco, Bruto, 38; Cassio Dione, Storia Romana, XLVII, 35-36.
  8. ^ T.S.S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, II, p. 365
  9. ^ Ronald Syme, The Roman Revolution, Oxford, 1939, p. 235.
  10. ^ AE 1945, 66; CIL VI, 10286 (fasti magistrorum vici); Fasti Biondiani, su kb.osu.edu.; Cassio Dione, Storia Romana, index libri XLVIII; XLVIII, 43, 1; XLIX, 23, 1.
  11. ^ Ronald Syme, The Roman Revolution, Oxford, 1939, p. 239; T.S.S Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, II, p. 407.
  12. ^ Inscriptiones Italiae, 13, 1, 1b e 36.
  13. ^ Ronald Syme, The Roman Revolution, Oxford, 1939, p. 303.
  14. ^ CIL VI, 32323; CIL IX, 8217; Ronald Syme, The Augustan aristocracy, Oxford, 1986, p.48.
  15. ^ PIR2 N 167.
  16. ^ Fasti Capitolini (Inscr. It. 13, 1, 1ab); Fasti magistrorum vici (CIL VI, 10286).
  17. ^ IGR IV 428; Filone, Legazione a Gaio, 314-315; Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, XVI, 166 e 171; cfr. K.M.T. Atkinson, The Governors of the Province Asia in the Reign of Augustus, in Historia: Zeitschrift für Alte Geschichte, 7 (1958), pp. 319–323
  18. ^ Ronald Syme, The Roman Revolution, Oxford, 1939, p. 325.
  19. ^ Stemma in PIR2 N 165.
  20. ^ CIL IV, 1556; CIL VI, 243; CIL VI, 1437; CIL VI, 10051; CIL VI, 32270; CIL IX, 2827; CIL X, 1964; CIL XI, 1356; Inscr. It 13, 1, 24 (Fasti fratrum Arvalium); Fasti Ostienses, frgm. Cd s. Vidman.
  21. ^ Cassio Dione, Storia Romana, LVII, 18, 3.
  22. ^ Giustiniano, Institutiones, I, 5; Gaio, Istituzioni, I, 80; III, 55-58.
  23. ^ AE 1978, 145
  24. ^ PIR2 N 165. Cfr. CIL XI, 1942 e CIL XI, 6715,07
  25. ^ Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, XIX, 123-124.
  26. ^ Cfr. Ronald Syme, Roman Papers, III, ed. by Anthony R. Birley, Oxford, 1983, p. 1351 n. 7; Timothy Wiseman, Flavius Josephus: Death of an Emperor, Exeter, 1991, pp. 66-67; Alessandro Galimberti, I Giulio-Claudi in Flavio Giuseppe, Alessandria, 2001, p. 184.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (LA) L. Vidman, N 165, in Leiva Petersen, J. Burian, K.-P. Johne, L. Vidman e K. Wachtel (a cura di), Prosopographia imperii romani saec. I. II. III, V.3, 2ª ed., Berlin, 1987.
  • Richard J. Evans, Norbani Flacci: The Consuls of 38 and 24 B.C., in Historia: Zeitschrift für Alte Geschichte, 36.1 (1987), pp. 121-128.
Predecessore Fasti consulares Successore
Marco Vipstano Gallo 19 (gennaio-giugno) Publio Petronio
con Gaio Rubellio Blando con Marco Giunio Silano Torquato con Marco Giunio Silano Torquato