Li sohaiz desvez

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Li sohaiz desvez
AutoreJean Bodel
1ª ed. originalecirca 1190-1194
Genereracconto
Sottogenerefabliau
Lingua originalefrancese antico
AmbientazioneDouai
Personaggiun borghese e sua moglie

Li sohaiz desvez è un fabliau di Jean Bodel. È il quinto ad essere elencato dall'autore, nel prologo di Des deus chevaus; quindi, secondo la cronologia stabilita da Charles Foulon [1], sarebbe stato composto fra il 1190 e il 1194. Ci è stato trasmesso solo dal codice 354 di Berna[2].

Il titolo, in passato, è stato tradotto come "il folle sogno",[3] poiché nel fabliaux Des deus chevaus l'autore afferma di essere colui che «trova le songe (sogno) de vis», dove il sostantivo songe in luogo di sohait spiega perché si è tradotto il fabliaux in questo modo. Tuttavia, è stata avanzata un'altra proposta del titolo, Li sohaiz des vez: in questo caso, la traduzione sarebbe "la voglia dei cazzi", in piena fedeltà al contenuto. Quest'ultima ipotesi è stata avanzata da Luciano Rossi, che vede nel titolo un gioco di parole osceno e preferisce la grafia "Le sohait des vez" (mentre desvez, tutto attaccato, significa folle).[4]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

I protagonisti sono un borghese di Douai e sua moglie; dei due non sappiamo i nomi, come accade spesso per i personaggi dei fabliaux.

Il mercante torna a casa dopo un viaggio di lavoro durato tre mesi; ad accoglierlo trova la moglie, che lo ha aspettato fedelmente. Questa, per festeggiare il ritorno del marito, ha preparato un lauto pasto: pesce, carne e vino in abbondanza. Purtroppo, l'uomo mangia e beve troppo: al momento di coricarsi, crolla addormentato, lasciando la moglie, che si aspettava ben altre attenzioni, del tutto insoddisfatta.
La donna però decide di non svegliare il marito, «qu'i la tenist sanpres a glote» [5], perché non la ritenga un'insaziabile.
Tuttavia, appena addormentata la donna sogna di trovarsi in una fiera molto particolare: davanti a lei vede centinaia di banchi, e tutti vendono falli. Dopo un giro e un'ispezione accurata, sceglie di comprarne uno, particolarmente grosso e particolarmente costoso: tratta perciò sul prezzo col venditore, e, ottenuto un notevole sconto, si appresta a concludere la trattativa battendogli la mano.
Purtroppo batte la mano anche nella realtà, colpendo il marito. Questi, ormai sveglio, si fa raccontare il sogno, e approfitta dell'occasione per far valutare alla moglie la propria mercanzia. Nonostante il giudizio non sia del tutto positivo, la nottata termina nel migliore dei modi; tanto che il borghese racconterà l'avvenuto nei giorni seguenti, permettendo così che Bodel ne venga a conoscenza.

Particolarità[modifica | modifica wikitesto]

Questo è l'unico fabliau in cui Jean Bodel si presenta. Ai versi 209-210, afferma:

Tant que lo sot JOHANS BODIAUS,
uns rimoieres de flabiaus.
[6]

È anche l'unico fabliau di Bodel che vede come protagonista un borghese; negli altri casi, al centro della scena c'è quasi sempre un villano e le sue disavventure.

Edizioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

  • Il folle sogno, in Fabliaux. Racconti francesi medievali, collana I millenni, a cura di Rosanna Brusegan, Torino, Einaudi, 1980, pp. 82-93 e 411-412 (note), ISBN 88-06-51086-X.
  • La voglia dei cazzi e altri fabliaux medievali, tradotti e presentati da Alessandro Barbero, Vercelli, Effedì, 2020, pp. 19-23, ISBN 978-88-85950-62-7.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Charles Foulon, L'œuvre de Jehan Bodel, Paris, 1958.
  2. ^ Berne, Bürgenbibliothek, 354
  3. ^ Ad esempio in Fabliaux.
  4. ^ Riportato ne La voglia dei cazzi, p. 19.
  5. ^ Jean Bodel, Fabliaux, a cura di Pierre Nardin, Paris, 1965, p. 102.
  6. ^ Jean Bodel, Fabliaux, a cura di Pierre Nardin, Paris, 1965, p. 107.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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